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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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Cassazione: il furto nel supermercato è solo tentato furto Il "monitoraggio" dell'azione furtiva, di fatto, ne impedisce l'attuazione

Cassazione: il furto nel supermercato è solo tentato furto Il "monitoraggio" dell'azione furtiva, di fatto, ne impedisce l'attuazione
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I taccheggiatori che nascondono la refurtiva sotto ai vestiti se scoperti dal personale
del negozio e beccati all’uscita non rischiano una condanna per furto ma solo per
tentato furto, con una pena più mite, diminuita da un terzo a due terzi anche se
il reato è punito con il carcere da sei mesi a tre anni. A stabilirlo sono le Sezioni
Unite della Cassazione con la sentenza n. 52117, che ha riconosciuto una linea
morbida che si impone, visto che la vigilanza e il possesso della merce da parte
del soggetto danneggiato non sono mai venuti meno.Il fatto riguarda una coppia di
Bergamo che ha cercato di trafugare da un supermercato tre flaconi di profumo, del
caffè e dei biscotti. I due avevano rimosso la placchetta antitaccheggio e nascosto
la merce sotto ai vestiti; arrivati alle casse avevano pagato solo un prodotto e
si erano avviati all’uscita, dove però erano stati fermati da un addetto alla sicurezza
che li seguiva a vista, essendosi accorto da prima del loro comportamento.La Corte,
ha stabilito che “il monitoraggio” dell’azione furtiva, che sia operata dai dipendenti
o da telecamere, e il conseguente intervento a tutela della proprietà della merce
“impediscono la consumazione del delitto di furto, che resta allo stadio del tentativo,
in quanto l’agente non ha conseguito, neppure momentaneamente, l’autonoma ed effettiva
disponibilità della refurtiva, non ancora uscita dalla sfera di vigilanza e di controllo”
del soggetto danneggiato.Non è sufficiente di conseguenza lo spostamento della cosa
“dal luogo in cui si trova”, in quanto “la vendita self service abilita l’avventore
al prelievo”, né vale l’obiezione che solo la sorveglianza dell’addetto abbia impedito
di trafugare la refurtiva, poiché “non è in discussione la sussistenza della attività
delittuosa” ma “la relativa definizione giuridica”. Tra l’altro il delitto “tentato”
si caratterizza proprio “per la mancata verificazione dell’evento dovuta a cause
indipendenti dalla volontà dell’agente”. Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello
dei Diritti” il massimo organo della Cassazione è stato chiamato a fare chiarezza
tra orientamenti contrapposti. In questi casi si tratta di furto consumato o va derubricato
a tentativo, e il reato si compie al momento dell’occultamento o solo quando si è
varcata l’uscita senza pagare.