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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Campi della Legalità, laboratorio Riace 2014: la Flai Cgil si rivolge ai giovani partecipanti

“La vera rivoluzione culturale, per la legalità, parte da voi”

Campi della Legalità, laboratorio Riace 2014: la Flai Cgil si rivolge ai giovani partecipanti

“La vera rivoluzione culturale, per la legalità, parte da voi”

 

 

Riace – Un incontro partecipato, quello che si è svolto ieri a Riace, nell’ambito della seconda settimana del Laboratorio di Riace 2014 “Diritti, legalità e immigrazione”, promosso da Cgil Rc-Locri, Spi Cgil Rc-Locri, Flai Cgil Rc-Locri, Arci-Comitato territoriale Rc e Libera, che si svolgerà nel Paese dell’Accoglienza sino al 9 agosto.
Un confronto aperto, a cui hanno preso parte attivamente i 14 ragazzi provenienti dal nord Italia e i cinque pensionati dello Spi Cgil di Rimini e Imola che formano il gruppo di questo Campo.
Con attenzione, i ragazzi hanno ascoltato le parole del Segretario Generale Flai Cgil Nazionale Stefania Crogi e del Sindaco di Riace Mimmo Lucano che hanno toccato temi importanti quali l’integrazione, il diritto al lavoro, a un salario reale; la lotta al lavoro nero, al caporalato e alla criminalità organizzata.
Temi su cui si sono confrontati anche Mimma Pacifici (Segretario Generale Cgil Rc-Locri) e Domenico Mandarano (Flai Cgil Rc-Locri).
Ad ascoltare gli interventi, una folta platea formata, oltre che dai giovani e dai pensionati della Cgil di Rimini e Imola, anche da: Ivana Galli (Segreteria Flai Cgil Nazionale); Roberto Iovino (Osservatorio Flai-Cgil “Placido Rizzotto” contro le infiltrazioni mafiose e il caporalato nel settore agricolo e industriale); Michele Gravano (Segretario Generale Cgil Calabria); Santino Aiello (Segretario Generale Flai Cgil Calabria). E ancora, dai Segretari generali territoriali calabresi della Categoria Flai Cgil; da diversi rappresentanti sindacali del Comprensorio Rc-Locri; da Cristina Riso e Dario Nunnari (Arci-Comitato territoriale Rc); dai coordinatori del progetto Recosol di Gioiosa Jonica con un gruppo di giovani immigrati che loro seguono.

“Il dimostrare che si può far qualcosa di diverso e di migliore è testimoniato da un progetto come quello di Riace. Un progetto di integrazione che – ha detto Crogi – ha trasformato un paese che stava morendo in una risorsa. È questo è come una goccia…una goccia che, però, crea cerchi concentrici che si allargano sempre di più, trasformandosi in catene di solidarietà che possono, quindi, svilupparsi in tutta Italia”.
Un progetto di vera integrazione, quello di Riace, dove la solidarietà, l’accettazione dell’altro, passano per un equilibrio tra popoli: “quello che la mia amministrazione ha realizzato – ha detto il Sindaco Lucano – non è una magia. È una normalità. Abbiamo ritenuto fosse possibile ri-popolare il borgo, creando una vera integrazione (e non una ghettizzazione, nda) con i cittadini del paese, cercando di legare il diritto al lavoro, da una parte, al recupero delle nostre tradizioni; dall’altra, alla creazione di un circolo economico virtuoso e in loco”.
Un progetto che ha permesso quindi di creare lavoro “pulito”, proprio perché l’illegalità si traduce in assenza di diritti: diritto a un lavoro retribuito, diritto a una vita dignitosa, diritto a costruirsi un futuro reale e concreto: “La lotta alla criminalità organizzata, al caporalato, che schiavizza gli immigrati che giungono in Italia è una battaglia che la Cgil, il nostro Sindacato, insieme, stanno portando avanti. Abbiamo presentato un disegno di legge – ha spiegato Crogi – che prevede che incontro reale tra domanda e offerta di lavoro, superando le dinamiche di lavoro nero”.
“Dalla cultura della legalità, dall’affermazione che esiste un diritto, lo è e non è un privilegio – ha specificato Mimma Pacifici – passa il messaggio che la lotta alla criminalità, alla ‘ndrangheta, è possibile. La voglia e la passione che ci si mette, quotidianamente, è così tanta che la paura non esiste più….Si vivono, sì, momenti difficili ma se dimostri di aver paura il nemico diventa più forte. Invece bisogna affrontare tutte le sfide che ci troviamo di fronte”.
“Se non cambi tu – è intervenuta Agnese, raccontando la sua storia di sopraffazione e violenza quando lavorava, da immigrata, in un paesino della Calabria – non puoi cambiare niente. Esiste la paura ma bisogna alzarsi e cercare di andare avanti. È necessario cambiare mentalità: se vuoi cambiare, basta volerlo”.
Una giornata, quella di ieri, che si è poi conclusa con un concerto “di popoli”, quando i giovani immigrati del progetto Recosol di Gioiosa hanno iniziato a suonare i bonghi. Un ritmo coinvolgente, di una terra lontana. Anche questo, un modo per comunicare…