BCC Cittanova, quale futuro per la banca del territorio? Secondo le valutazioni di Bankitalia l'istituto bancario cittanovese è passato ad essere, nel giro di pochi mesi, da "polo aggregante" a "intermediario imprudente". E mentre l'attenzione della politica è lontana, quella dei Commissari si sposta sui fidi
di Giuseppe Campisi
Cittanova (RC) – Ma che succede alla BCC Cittanova? L’accelerazione di Bankitalia di attivare le procedure per il commissariamento dell’istituto locale con proprio provvedimento del 31 marzo 2017 – disponendo, lo ricordiamo, lo scioglimento degli Organi con funzioni di amministrazione e di controllo e sottoponendo appunto la stessa a procedura di amministrazione straordinaria affidandone la guida ai Commissari straordinari, Claudio Giombini e Nicola Marotta, con il supporto del Comitato di sorveglianza composto da Ferruccio Auletta, Giovanni Mottura e Adriana Petti – è avvenuta nelle more, appena qualche mese prima, del via libera dell’istituto di Via Nazionale alla fusione della stessa BCC Cittanova con la BCC Montepaone, operazione dalla quale doveva nascere la BCC Sud Calabria e per la quale, sempre Bankitalia, l’aveva «individuata come polo bancario aggregante nel contesto della regione calabrese». Una circostanza oggetto, peraltro,di interrogazione parlamentare da parte dei deputati piddiniMagorno e Battaglia, ad oggi unico ruggito politico nel panorama di una vicendache interessa potenzialmente migliaia di rapporti. Dal quesito posto sarebbe emersa una certa «contraddittorietà del comportamento della Banca d’Italia che, nello scorso novembre approvava il progetto industriale di fusione per incorporazione della Banca di Credito Cooperativo di Montepaone (VV) nella Banca di Credito Cooperativo di Cittanova, non rilevando ostacoli sotto il profilo del presidio del credito e della credibilità del management e, dopo solo quattro mesi, nel marzo 2017, disponeva, invece, lo scioglimento degli Organi amministrativi e di controllo, sottoponendo l’istituto alla procedura di amministrazione straordinaria, in quanto gli accertamenti ispettivi di vigilanza hanno evidenziato l’insussistenza delle condizioni di sana e prudente gestione dell’intermediario».Uno shock per la dirigenza amministrativa e per gli organi di controllo dell’istituto territoriale, di fatto azzerati, e dipeso da un’azione ispettiva promossa a gennaio di quest’anno dalla vigilanza di Bankitalia che avrebbe rilevato una serie di violazioni ed irregolarità ritenute gravi e pregiudizievoli per il normale prosieguo dell’attività nonostante una situazione patrimoniale più che adeguata (Tcr pari a 33,5% a fine 2016) ed un conto economico – riferito sempre al primo semestre 2016 – nel quale la Bcc vantava un totale attivo di 287 milioni e impieghi per 137 milioni, con fondi propri per 43 milioni. La falla evidenziata dagli ispettori di Bankitaliasarebbe da ricercarsi, dunque, non sulla salute dei conti della banca, che risultano in ordine, quanto più sul sospetto di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata che sul fronte della Procura, per la verità, non hanno fatto registrare notizie di fascicoli dedicati all’istituto. In ogni caso, l’ultima mossa dei Commissari della sarebbe stata quella di disporre una serie di lettere di rientro con le quali si sollecitano un discreto numero di posizioni ad azzerare il fido di conto corrente concesso rientrando degli scoperti addirittura entro 5 giorni, provocando così grande sconcerto in privati ed operatori economici praticamente messi con le spalle al muro per reperire i capitali reclamati, talvolta anche considerevoli, in brevissimo tempo. Una operazione a forte impatto socio-economico che potrebbe rischiare di mettere ancora più in difficoltà l’istituto depauperando il portfolio clienti, favorendoun clima di incertezza e sfiducia ed avere come contraccolpo un indesiderato effetto boomerang non solo sulla raccolta (e, conseguentemente degli impieghi) ma anchesu punti cardini quali ilprestigio e la solidità acquisita da una operatività garantita sul territorio sin dal lontano 1920 – sussurrano i bene informati degli ambienti finanziari -tanto da appalesare il rischio di “svendere” gli sportelli finora gestiti (ben otto, sparsi tra la Piana di Gioia Tauro e la fascia jonica reggina) al miglior offerente così cannibalizzandone l’operatività,potenzialmente compromessa alla luce dell’attuazione della riforma delle banche di credito cooperativo varata dal governo Renzi nell’aprile 2016 che prevede, entro maggio 2018, l’adesione ad una delle due capogruppo nazionali Iccrea Banca o Cassa Centrale Banca.Sempre che, a quella data, della storia quasi centenaria della BCC Cittanova qualcuno si adoperi davvero affinché se ne possa ancora parlare.