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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Banda larga, in Calabria a rischio 2500 posti di lavoro Slc Cgil Calabria: Fortemente preoccupati sugli impatti occupazionali"

Banda larga, in Calabria a rischio 2500 posti di lavoro Slc Cgil Calabria: Fortemente preoccupati sugli impatti occupazionali"
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Il finanziamento del progetto Bul (banda ultra larga) ha visto la Calabria come
una delle regioni protagoniste della sperimentazione in Italia sulla implementazione
della rete veloce. La professionalità e le competenze dei lavoratori calabresi del
settore dell’impiantistica telefonica hanno permesso con velocità l’ampliamento
del servizio di connettività veloce, fornendo a sempre più cittadini l’accesso
alla rete Internet veloce.
Progetto Bul che ad oggi si dimostra esempio virtuoso e di efficienza nella compartecipazione
pubblico privato per la realizzazione di investimenti finanziati da fondi europei.
Queste le buone premesse alla realizzazione al progetto che, in tempi celeri, permetterà
la modernizzazione della regione Calabria, anche nelle aree interne.

Telecom Italia ha vinto il bando per la realizzazione della banda larga in tutte
le regioni di Italia, Calabria compresa. Vista la mole di lavoro da gestire ha appaltato
parte di queste attività ad importanti aziende del settore, che occupano migliaia
di lavoratori. Il progetto Bul, oltre a dare importanti servizi ai cittadini, ha,
infatti, permesso di garantire la tenuta occupazionale per molte aziende del settore
delle tlc e nello specifico di quelle dell’impiantistica telefonica.
Quanto però emergerebbe da alcune indiscrezioni ci fanno fortemente preoccupare
sulla tenuta degli appalti stessi e le possibili ripercussioni occupazionali.
Che Telecom Italia sia impegnata in una “strana” vertenza ministeriale è risaputo,
così come che l’azienda leader del settore in Italia abbia dichiarato esuberi, manifestando
la volontà di voler accedere agli ammortizzatori sociali anche nel settore della
rete. Le indiscrezioni sullo Spin off di Open Access rendono ancor più preoccupante
il futuro per le lavoratrici ed i lavoratori del settore.

In questo scenario già oltremodo preoccupante, si starebbe innescando un fenomeno
ancor più allarmante di rivisitazione in forte ribasso degli appalti che Telecom
da in esterno. Ribassi che non permetterebbero alle aziende in outsorcing di reggere
i costi del lavoro, e che potrebbero nei prossimi mesi ad avviare azioni di riduzione
del personale.

Pezzi importanti del settore dell’impiantistica telefonica e dell’outbound telefonico
potrebbero sopperire sotto i colpi di questa corsa al massimo ribasso. Oltre 2500
sono gli addetti delle aziende del settore che in Calabria potrebbero andare in sofferenza
se quanto sopra esposto fosse confermato.
Urge quindi intervenire, coinvolgendo oltre che le aziende impattati anche le istituzioni,
in particolare la Regione Calabria titolare del progetto Bul.

Telecom usufruisce di fiumi di denaro pubblico per la realizzazione della rete veloce,
non è pensabile pertanto che possa avviare un percorso di subappalti al di sotto
del costo del lavoro. È quindi indispensabile che anche le istituzioni intervengano
fattivamente per regolamentare gli appalti del settore delle telecomunicazioni e
mettere così in sicurezza migliaia di posti di lavoro.
Chiediamo pertanto alla Regione Calabria di istituire nel breve termine un tavolo
di confronto ove si avviano le basi per la regolamentazione degli appalti nel settore,
così da prevenire drammi occupazionali che questa terra non può permettersi.

Intervenire oggi significa prevenire ed evitare di affrontare successivamente crisi
che metterebbero in ginocchio il settore e le casse dello Stato (ammortizzatori sociali).
Il passato serva da lezione, non permetteremo che siano i cittadini a pagare due
volte (finanziamenti in entrata a favore della occupazione e degli investimenti strutturali
prima, e ammortizzatori sociali poi), anche perché la soluzione è possibile ottenerla
preventivamente.

La Regione Calabria istituisca un tavolo permanente assieme a parti datoriali e sociali
per evitare che una cattiva gestione delle risorse pubbliche porti poi nuovamente
a drammi occupazionali.

SLC CGIL CALABRIA