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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 MAGGIO 2024

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Rosarno, arrestato il boss latitante Marcello Pesce Pesce era nascosto in un’abitazione al centro di Rosarno. Insieme a lui due uomini, padre e figlio, anche loro arrestati. Il commento della politica

Rosarno, arrestato il boss latitante Marcello Pesce Pesce era nascosto in un’abitazione al centro di Rosarno. Insieme a lui due uomini, padre e figlio, anche loro arrestati. Il commento della politica
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ROSARNO (REGGIO CALABRIA) – E’ stato catturato dalla Polizia di Stato a Rosarno (Reggio Calabria) il latitante Marcello Pesce, 52 anni, boss della ‘ndrangheta ricercato per associazione di stampo mafioso. Marcello Pesce, detto “U Ballerinu”, fa parte dell’omonima cosca guidata da Antonino Pesce, operativa nella Piana di Gioia Tauro e con propaggini in Lombardia e tutto il Nord Italia.

Pesce era nascosto in un’abitazione al centro di Rosarno. Il blitz degli uomini del Servizio centrale operativo e della squadra mobile di Reggio Calabria è scattato attorno alle 5, quando si è avuta la certezza che il boss fosse proprio lì. Assieme a Pesce sono stati arrestati anche altre due persone con l’accusa di favoreggiamento, Salvatore e Pasquale Figliuzzi, padre e figlio.

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L’uomo, al momento dell’irruzione degli agenti dello Sco e della squadra mobile di Reggio Calabria, era in camera da letto e non era armato. Non ha opposto resistenza ed è stato arrestato insieme a due uomini, padre e figlio, che erano nell’appartamento con lui.

Figlio di Rocco Pesce, nonché nipote del defunto boss Giuseppe Pesce, è inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi del Ministero dell’Interno. Capo indiscusso dell’omonima cosca operante a Rosarno ed altrove, ritenuta tra le più agguerrite dell’intera ‘ndrangheta calabrese, Marcello Pesce annovera precedenti di polizia per associazione mafiosa, omicidio doloso e droga.

Il suo nome compare negli atti giudiziari degli anni novanta, quando alcuni rapporti di polizia evidenziavano la sua sospetta appartenenza alla criminalità organizzata di Rosarno capeggiata allora dal boss Giuseppe Pesce, classe 1923, poi deceduto.

Nel 2010 Marcello Pesce si sottraeva all’arresto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “All Inside”. Al termine del processo di primo grado, Marcello Pesce viene condannato alla pena di 15 anni e 6 mesi di reclusione poiché riconosciuto colpevole dei delitti di associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni (autovetture).

Verdetto riformato in appello con una nuova condanna: 16 anni e 2 mesi di reclusione. Nel 2015, in considerazione dei possibili appoggi di cui egli poteva giovarsi in territorio estero, le ricerche sono state estese anche in ambito comunitario, attraverso l’emissione del Mandato di Arresto Europeo da parte della Corte di Appello di Reggio Calabria.

Il procuratore di Reggio Calabria Gaetano Paci, ai microfoni di SkyTg24, ha evidenziato la figura di Pesce: “Un uomo molto particolare, anche molto colto. Sono stati trovati libri di Proust e Sartre nel covo dove si nascondeva”.

“E’ inevitabile che sia stato trovato a casa sua – ha aggiunto il procuratore -. Un latitante che è anche capo operativo, in questo caso anche capo strategico, deve stare nel suo territorio e deve avere il controllo della situazione”.

“Appartiene a una delle famiglie più blasonata della piana di Gioia Tauro e di Rosarno in particolare: quella dei Pesce, da sempre trafficanti di droga e con il controllo del territorio – ha sottolineato Paci – Lui è stato condannato per associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni a 16 anni, è latitante da sei anni e dalle nostre risultanze è emerso che si tratta di un soggetto altamente operativo ma di una operatività molto raffinata”.

“Le indagini – ha concluso Paci – durano da oltre tre anni e hanno avuto una importante intensificazione negli ultime sei mesi. Si sono avvalse esclusivamente di attività tecnica e di osservazione sul territorio, un territorio peraltro difficile da permeare all’attività di indagine”.

Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha espresso la propria soddisfazione: “Oggi è una bella giornata per l’Italia – ha detto – un pericoloso latitante, ricercato in campo internazionale da sei anni, è stato assicurato alla giustizia. E’ terminata così la latitanza di Marcello Pesce, già condannato alla pena di 15 anni di reclusione per associazione mafiosa, considerato ai vertici della ‘ndrangheta, inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi e capo indiscusso della cosca omonima, tra le più agguerrite della ‘ndrangheta calabrese”.

“La sua cattura, a Rosarno, è il risultato di una intensa attività investigativa degli uomini della Polizia di Stato di Reggio Calabria, che hanno lavorato con competenza e determinazione”, continua Alfano. “È dunque un successo investigativo di alto livello, a conferma del nostro quotidiano impegno sul fronte della lotta alla criminalità organizzata, perché i cittadini possano sentirsi sicuri e credere sempre di più della forza delle Istituzioni”, aggiunge il ministro dell’Interno che si è complimentato con il capo della Polizia Franco Gabrielli.

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GIUSEPPE IDA’

L’arresto del boss latitante Marcello Pesce è l’ennesima dimostrazione che lo Stato vince sempre. I cittadini siano fiduciosi, la nostra terra sarà presto liberata dal giogo delle mafie.

Esprimo a nome della Città sentimenti di profonda gratitudine alle Forze dell’ordine per la brillante operazione eseguita.

Avv. Giuseppe Idà

Sindaco di Rosarno

JOLE SANTELLI (FORZA ITALIA)

“La cattura del boss di Rosarno Pesce è una bellissima notizia. Mi congratulo con la polizia di Stato di Reggio Calabria, e attraverso essa contenute tutte le nostre forze dell’ordine, per il grande risultato ottenuto. Un risultato frutto di un lungo e serio lavoro di intelligence che dimostra lo spessore autentico, anche a livello internazionale, dei nostri investigatori. I risultati ottenuti quotidianamente contro la ndrangheta ne sono la riprova. Un ringraziamento ovviamente esteso a tutta la magistratura calabrese e italiana impegnata a contrastare la criminalità organizzata”.

GIUSEPPE FALCOMATA’ (SINDACO REGGIO CALABRIA)

«Ancora un’altra vittoria per lo Stato, un altro importante risultato che dimostra, ancora una volta, che il bene vince su tutto e che la giustizia trionfa». È quanto dichiarato dal Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, dopo l’arresto del boss latitante Marcello Pesce.
«La magistratura e le Forze dell’ordine, stanno ottenendo importanti risultati in tutta la provincia reggina. A loro un doveroso ringraziamento da parte di tutta l’Amministrazione. Continueremo a sostenerli per liberare il nostro territorio dalla ‘ndrangheta» ha concluso il Sindaco Falcomatà.