Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Armi chimiche a Gioia Tauro, il M5S Cosenza: “Scopelliti ha tradito la sua terra”

“Diciamo no alle operazioni nel mare calabrese, siamo vicini alle popolazioni della Piana”

Armi chimiche a Gioia Tauro, il M5S Cosenza: “Scopelliti ha tradito la sua terra”

“Diciamo no alle operazioni nel mare calabrese, siamo vicini alle popolazioni della Piana”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

COSENZA – Le riservate operazioni internazionali di neutralizzazione
dell’arsenale chimico siriano, frutto di accordi raggiunti tra le maggiori
potenze mondiali nei mesi scorsi, scongiurando il rischio di un attacco
militare, hanno finito con il coinvolgere il territorio calabrese. È
trapelata, inaspettata, giorni fa la notizia del transito del materiale
chimico dal porto di Gioia Tauro. Qui, scortate da una flotta militare
multinazionale, tonnellate di componenti chimici per armi di distruzione di
massa, trasportate a bordo di due navi, una danese e l’altra norvegese,
saranno trasbordate sulla nave americana Cape Ray, attrezzata con il Fdhs
System, un sistema di idrolisi per rendere inefficaci gli agenti chimici
più pericolosi.

Dal sito ufficiale dell’ esercito degli Usa si apprende che il metodo
dell’idrolisi è stato già collaudato e sperimentato, ma sempre a terra, mai
su una nave, e consiste nel mescolare gli agenti chimici siriani, al fine
di neutralizzarli, con reagenti: acqua, idrossido di sodio e candeggina.
Questa operazione avverrà in mare, in acque internazionali, dopo che la
Cape Ray lascerà il porto. Il risultato di questo processo di
neutralizzazione sarà un “effluente”, un rifiuto tossico simile a quelli
generati nei processi industriali, che non potrà essere usato come arma
chimica, ma destinato al mercato internazionale dello smaltimento di tali
rifiuti. L’Opac, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche
(premio Nobel per la pace nel 2013), i cui ispettori partecipano alle
operazioni del disarmo chimico siriano, hanno indetto un bando di gara per
le imprese che si occuperanno dello smaltimento, ricevendo 14 offerte, tra
cui quella della Veolia, multinazionale nota per aver in passato operato in
Calabria con la gestione dei rifiuti e dell’acqua. In ballo ci sono oltre
50 milioni di dollari.

Per i retroscena militari e commerciali della vicenda c’è riserbo, le
informazioni ufficiali sono scarse e incomplete, non c’è clamore
mediatico. L’impressione è che ci sia una strategia di contenimento e
controllo delle informazioni, di depistaggio, per motivi di sicurezza. La
protesta dei sindaci della Piana di Gioia Tauro è stata però unanime. Non
sono stati gli unici a dire no al transito nel proprio territorio. Altri
territori italiani che in un primo momento erano stati coinvolti, e altri
stati europei, si sono opposti ad accogliere nei propri porti le operazioni.

Fa discutere la non posizione assunta dal governatore Scopelliti che ha
letteralmente tradito la sua terra, pur sapendo che quel territorio non è
preparato in caso di incidente: il primo ospedale dista oltre 70 chilometri
dalla zona dell’attracco, la popolazione non ha ricevuto indicazioni su
possibili piani di evacuazione e nessuno sarebbe in grado di fronteggiare
in sicurezza l’emergenza.

Non lusingano per nulla neanche le dichiarazioni di alcuni Ministri che
cantano le lodi al porto di Gioia, scelto perché struttura d’eccellenza nel
suo genere. È un’offesa all’intelligenza dei calabresi. Indigna che ci si
ricordi della Calabria per supportare, con il pieno avallo del nostro
Governo, rischiose missioni internazionali quando i mille problemi di
questa regione vengono obliati costantemente.

La posizione del Meetup 85 di Cosenza non può quindi, per tutte le
considerazioni fin qui riportate, che essere di assoluta chiusura
all’ingresso nel porto di Gioia Tauro di ogni tipo di mezzo nautico con a
bordo armi chimiche di distruzione di massa. Saremo aperti nel frattempo a
recepire qualsiasi nota informativa o comunicazione ufficiale del Governo
con cui ci interfacceremo anche attraverso i nostri portavoce romani nelle
istituzioni fermo restando che la nostra posizione rimane quella del No
assoluto al transito nei porti calabresi. Saremo presenti a dare supporto e
solidarietà alle popolazioni della piana pur convinti che il problema non
sia solo calabrese o italiano ma riguarda tutte le popolazioni del
Mediterraneo e il resto del mondo. Il “mare nostrum”, come veniva chiamato
dai romani il Mediterraneo, è un bene comune di rara bellezza e di storica
importanza, considerato “area speciale” e soggetto a particolari vincoli di
salvaguardia dalla Convenzione internazionale Marpol 73/78, operante a
tutela dell’ambiente marino per evitare rischi di inquinamento derivanti da
sversamenti provenienti da navi (dumping). Non ci stiamo e non ci
accordiamo col Governo, non vogliamo ascoltare le ragioni della
minimizzazione dei rischi, accettare il transito della nave, sarebbe come
far entrare in casa i ladri a patto che richiudano bene la porta.

*Movimento 5 Stelle Cosenza*

*MeetUp Cosenza*