Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Ancora un riconoscimento per il Centro regionale di neurogenetica di Nicastro

Ancora un riconoscimento per il Centro regionale di neurogenetica di Nicastro

Grazie all’identificazione delle mutazioni del gene della proteina di trasporto del cortisolo associate ad un quadro clinico di dolore cronico. Samattina a Lamezia conferenza stampa per spiegare i termini della ricerca e i risultati ottenuti

di ANTONIETTA BRUNO

Ancora un riconoscimento per il Centro regionale di neurogenetica di Nicastro

Grazie all’identificazione delle mutazioni del gene della proteina di trasporto del cortisolo associate ad un quadro clinico di dolore cronico. Samattina a Lamezia conferenza stampa per spiegare i termini della ricerca e i risultati ottenuti 

 

di Antonietta Bruno

 

 

Si lavora in sordina ma i risultati ci sono, si vedono e i riconoscimenti arrivano anche a livello internazionale. È quello che è avvenuto ancora una volta per il Centro Regionale di Neurogenetica Nicastro diretto dalla scienziata lametina Amalia Bruni e dal National Institutes of Health (NIH) di Bethesda. I due centri, grazie alla loro attività e ai progetti portati avanti in sinergia, sono stati citati sulla prestigiosa rivista internazionale JCEM (Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism). Oggetto dell’articolo, il recente studio condotto in Calabria dalla stessa Amalia Bruni e dal direttore della sezione di Neuroendocrinologia dell’Obesita’, National Institutes of Health, Bethesda, MD, USA, Giovanni Cizza, e che ha riguardato l’intera popolazione residente a Nardodipace, Cassari e Ragonà. Una ricerca scientifica e un lavoro corale e meticoloso che il team dalla Bruni e dal Cizza, ha condotto in un tempo ragionevolmente breve, ma con risultati strepitosi. Quelli dell’identificazione delle mutazioni del gene della proteina di trasporto del cortisolo associate ad un quadro clinico di dolore cronico.

A spiegare i termini della ricerca e i risultati ottenuti e di interesse dalla rivista medica internazionale, sono stati a Lamezia il direttore dell’Asp di Catanzaro Gerardo Mancuso e i due luminari autori della ricerca, Amalia Bruni e Giovanni Cizza. Ad aprire i lavori dell’incontro di presentazione tenutosi nella sala “Ferrante” dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia, è stato il direttore Mancuso. Il massimo dirigente dell’Asp catanzarese, oltre a dirsi orgoglioso per quel centro fiore all’occhiello nella città della Piana e dell’intera regione Calabria (tutto questo grazie all’impegno e alla lungimiranza della Bruni che ha abbracciato diversi anni fa l’idea di costruire nella sua città un Centro di ricerca e assistenze delle malattie neurogenetiche) ha sottolineato la volontà di mettere su un tavolo di discussione per disegnare la nuova rete dell’assistenza dei dementi di Alzheimer nella provincia di Catanzaro. Un progetto già discusso nella giornata di ieri, e un percorso che dovrà essere ben più dettagliato e strutturato proprio in virtù della connotazione clinica esistente sul territorio regionale.

Ad entrare invece nel merito della ricerca e in particolare sull’editoriale pubblicato sulla prestigiosa rivista medica, sono stati gli autori della ricerca a partire da Cizza. Nel corso della conferenza lametina e nel corpo dell’articolo dal titolo “Cortisol building globulin: more than just a carrier? (Cortisol building globulin; più che semplicemente una proteina di trasporto?), Cizza ha ipotizzato tutta una serie di funzioni fisiologiche aggiuntive che questa proteina potrebbe svolgere in aggiunta la trasporto ematico del cortisolo, incluso il controllo del dolore e della risposta infiammatoria. Su tutto ciò si è basato il lavoro di ricerca interamente finanziato da fondi regionali calabresi e che nello specifico ha riguardato la valutazione dello stato di salute della popolazione adulta di una comunità montana calabrese con prelievi a tappeto e l’individuazione in 18 soggetti dei due diversi geni della mutazione responsabili di dolore cronico osteoartrite (il “Null” e il “Lyon”), e lo studio delle possibili correlazioni tra caratteristiche cliniche e le varianti della proteina di trasporto del cortisolo.

Per quanto riguarda invece quelli che saranno gli obiettivi futuri di un progetto in avanzamento, è stata invece Amalia Bruni ad indicarne le linee guide. Quelle, cioè, dell’importanza nella risposta infiammatoria della malattia; la caratterizzazione clinica di tutti i soggetti con mutazione della CBG (la proteina in questione appunto) con un protocollo centralizzato;; gli studi prospettici in condizioni basali e di stress; il ruolo nel ritmo circadiano e la recilianza ovvero, la capacità di ogni singolo soggetto di reagire positivamente in condizioni di avversità.

redazione@approdonews.it