Tra il 2008 e il 2009 si sono persi 560.000 posti di lavoro
Allarme di Draghi, disoccupazione oltre l’11%
Tra il 2008 e il 2009 si sono persi 560.000 posti di lavoro
(ANSA) ROMA – Per rilanciare i consumi e quindi la crescita “la  condizione  del mercato del lavoro è il tema centrale”. A dirlo, nel suo  intervento  alla Giornata mondiale del risparmio, è il governatore  della Banca  d’Italia Mario Draghi, che torna sul tema del vero livello  degli  occupati: “si calcola per l’Italia un tasso di sottoutilizzo  superiore  all’11% delle persone potenzialmente occupabili – dice il  governatore  Cconteggiando anche la Cig e i lavoratori scoraggiati –  come in Francia ,  più che nel Regno Unito e in Germania”.
 TRA 2008 E 2009 PERSI IN ITALIA 560.000 POSTI LAVORO – “Tra il  secondo trimestre del 2008 e il quarto del 2009 il numero di occupati si  è ridotto in Italia di 560.000 persone”: è quanto ha detto il  governatore della Banca d’Italia Mario Draghi alla Giornata mondiale del  risparmio. Secondo il numero uno di Bankitalia le persone che hanno  perso il proprio posto di lavoro sono “in gran parte appartenenti a  quell’area che include i contratti di lavoro a tempo determinato e  parziale e il lavoro autonomo con caratteristiche di lavoro dipendente  occulto”. Tuttavia, secondo Draghi, “nel primo semestre dell’anno in  corso si è registrata una debole ripresa, con 40.000 occupati in più”.
 PIL 2010-11 NON SI DISCOSTERÀ DI MOLTO DALL’1% –  “Le prospettive  per la crescita del pil, quest’anno e il prossimo, non si discostano di  molto dall’1%. Nel primo semestre essa ha tratto beneficio dall’aumento  delle esportazioni che stanno rallentando”. Lo ha detto il governatore  di Bankitalia, Mario Draghi, secondo il quale allo sviluppo economico  “serve il contributo della domanda interna”. La crisi, ha aggiunto  Draghi, “ha investito con forza la nostra economia, riportandone  indietro il prodotto annuo, nel 2009, sui volumi di 9 anni fa”.
 NON TORNARE INDIETRO SU INDIPENDENZA BANCHE  – “Certi rapporti  fra gruppi economici locali, banche pubbliche e politica si sono  dimostrati alla lunga esiziali per le banche, deleteri per il costume  civile; la crescita del territorio ne è stata in più casi frenata,  anziché favorita”: è quanto ha detto il governatore della Banca d’Italia  Mario Draghi alla Giornata Mondiale del Risparmio. Draghi ha  sottolineato che “da queste logiche siamo usciti, con grande e  consapevole sforzo, vent’anni fa; altri paesi guardano ora  all’esperienza italiana, nessuno vuole tornare indietro”.
 PER REDDITIVITA’ BANCHE IMPERATIVO TAGLIARE COSTI  – Per  sostenere la redditività delle banche “é imperativo incidere sui costi,  che in rapporto ai ricavi superiori alla media europea”: è quanto ha  chiesto il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi parlando alla  platea della Giornata Mondiale del Risparmio, ricordando che “nel primo  semestre di quest’anno il Roe medio delle prime cinque banche italiane è  sceso al 4,0%, un punto meno che nello stesso periodo del 2009”. “Non  bisogna cedere a strategie che comportino rischi eccessivi o la  richiesta di esorbitanti commissioni alla clientela meno informata o in  difficoltà” aggiunge il numero uno di Bankitalia sottolineando che “solo  agendo su più fronti sarà possibile raggiungere livelli di redditività  che consentano di accrescere la patrimonializzazione del sistema e al  tempo stesso garantire la capacità di finanziare l’economia”. Draghi  assicura comunque che “vigileremo affinché le politiche di  accantonamento delle banche tengano conto della delicatezza di questa  fase, perché i modelli interni di valutazione della qualità degli attivi  siano pronti a rilevare situazioni di tensione e le prove interne di  stress vengano prontamente aggiornate”.
 PATTO UE,REGOLE QUASI AUTOMATICHE AIUTEREBBERO – “Con regole  europee quasi automatiche, dall’azione rapida e sensibile ai segnali dei  mercati” i paesi con le istituzioni più deboli “traggono dai Paesi più  forti quella determinazione che loro manca”. Lo dice Mario Draghi nella  sua relazione alla giornata mondiale del risparmio aggiungendo che  servono regole comuni per “promuovere una crescita armonica sostenuta,  durevole, che veda tutti partecipi” e che aiutino “i paesi più lenti a  intraprendere quelle riforme strutturali che sono necessarie per tornare  a crescere”. Secondo Draghi la crescita è “il pilastro su cui si fonda  la stabilità finanziaria”.
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