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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Ai domiciliari l’ex presidente della Field Barile. Ecco come avrebbe speso i 500mila euro

Ai domiciliari l’ex presidente della Field Barile. Ecco come avrebbe speso i 500mila euro

Avrebbe utilizzato i fondi per i propri affari, tra i quali le spese dei due alberghi di Cosenza. Indagini anche sui viaggi che risultano nelle spese della fondazione, compreso uno in Cina

Ai domiciliari l’ex presidente della Field Domenico Barile. Ecco come avrebbe speso i 500mila euro

L’ex presidente della società in house della Regione avrebbe utilizzato i fondi per i propri affari, tra i quali le spese dei due alberghi di Cosenza. Indagini anche sui viaggi che risultano nelle spese della fondazione, compreso uno in Cina

 

 

CATANZARO – A risparmiargli il carcere era stata la speranza della Procura di far tornare quei soldi pubblici – ben 500 mila euro -, sfilati dalle casse della Field, al loro posto. Ma, alla fine, ad incastrare l’ex presidente della “Fondazione innovazione emersione locale disegno del territorio”, Antonio Barile, è stata proprio la fideiussione completamente falsa posta a garanzia del Piano di restituzione del maltolto proposto alla Regione Calabria. Da qui la misura cautelare agli arresti domiciliari alla quale ieri lo hanno sottoposto i finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro che, al comando del tenente colonnello Massimo Battaglino, lo hanno raggiunto nella sua abitazione cosentina con in mano l’ordinanza firmata dal gip Maria Rosaria De Girolamo.
Contro di lui l’accusa di peculato che, in realtà, aveva indotto il sostituto procuratore, Paolo Petrolo, a sollecitare la misura più pesante del carcere già diversi mesi fa, come epilogo di uno scandalo scoppiato alla fine dello scorso anno con la scoperta del “buco” da parte del presidente del collegio dei revisori, Maurizio De Filippo. Da lì l’avvio degli accertamenti che hanno portato alla luce ben 15 assegni di cui ancora si sta seguendo il percorso, così come ha spiegato questa mattina il generale della Guardia di finanza, Antonio De Nisi, che ha affiancato il procuratore Vincenzo Lombardo nel corso di una conferenza stampa indetta proprio per illustrare i dettagli dell’operazione. Presente anche il comandante del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro, colonnello Antonio Palumbo, che si è soffermato sulle spese arbitrarie sostenute da Barile con i fondi pubblici non solo per motivi personali, ma anche per supportare le proprie attività imprenditoriali nel cosentino. Le indagini, infatti, hanno svelato come il conto corrente della Field, di cui Barile aveva la piena ed esclusiva disponibilità, sia servito per il pagamento di fornitori degli alberghi di proprietà dello stesso a Cosenza o, in altri casi, per il pagamento di quote di mutui personali. E lo stesso ex presidente della Fondazione, d’altra parte, aveva ammesso di aver messo le mani sui soldi in questione, “ma a prestito”, aveva anche ribadito più volte, tirando in ballo le difficoltà economiche in cui versava e tentando poi di proporre al commissario straordinario che nel frattempo gli era succeduto alla guida della Fondazione, un piano di restituzione dell’illecito “prestito” attraverso una fideiussione che, dopo gli opportuni accertamenti dei militari del nucleo di polizia tributaria, è risultata falsa. Chiuso il capitolo Barile, dunque, le indagini ora puntano a fare piena luce sulle altre somme impiegate dalla Field per pagare progetti, compensi ai suoi stessi amministratori ed un gran numero di viaggi, anche in Cina. Il sospetto degli investigatori, infatti, è che molte di queste spese siano state sostenute quanto meno arbitrariamente e con l’avallo dello stesso Barile.
Il procuratore Lombardo si è soffermato sullo sviluppo dell’inchiesta: “Tempestivamente abbiamo dato un imput al sostituto procuratore Petrolo, condividendone il percorso che inizialmente è stato morbido solo per tentare di rientrare nel capitale, per cui una eventuale detenzione avrebbe ostacolare la restituzione dei soldi”. Secondo il generale De Nisi, “questi 500 mila euro dovevano essere dedicati all’interesse pubblico e invece le indagini tecniche ne hanno dimostrato un utilizzo prettamente personale”.

NOTA DELLA GUARDIA DI FINANZA

ALLE PRIME ORE DEL MATTINO DEL 14 OTTOBRE, FINANZIERI DEL COMANDO PROVINCIALE DI CATANZARO HANNO ESEGUITO A COSENZA UN’ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE AI DOMICILIARI A CARICO DI DOMENICO BARILE, EX PRESIDENTE DELLA FIELD. IL PROVVEDIMENTO RESTRITTIVO E’ STATO ADOTTATO DAL GIP PRESSO IL LOCALE TRIBUNALE, SU RICHIESTA DEL PUBBLICO MINISTERO INQUIRENTE, ALL’ESITO DI UNA INCHIESTA AFFIDATA ALLE FIAMME GIALLE E PARTITA A CAVALLO TRA IL 2012 E IL 2013. I FATTI RIGUARDANO LA “SOTTRAZIONE” DI UNA COSPICUA SOMMA (500.000 EURO) DELL’ORGANISMO IN HOUSE DELLA REGIONE CALABRIA. SI TRATTA DI DENARO PUBBLICO INTERAMENTE VERSATO NELLE CASSE DELLA FIELD DALLA STESSA REGIONE, DI CUI, SECONDO L’IPOTESI ACCUSATORIA SINORA RISCONTRATA GRAZIE ALLE INDAGINI SVOLTE, DOMENICO BARILE SI E’ ILLECITAMENTE APPROPRIATO, DESTINANDO LA SOMMA PER COPRIRE, TRA L’ALTRO, SPESE DI ESCLUSIVA NATURA PERSONALE. LE INDAGINI HANNO SVELATO, INFATTI, COME IL CONTO CORRENTE DELLA FIELD, DI CUI IL BARILE AVEVA LA PIENA ED ESCLUSIVA DISPONIBILITA’, E’ SERVITO PER IL PAGAMENTO DI FORNITORI DEGLI ALBERGHI DI PROPRIETA’ DELLO STESSO A COSENZA O, IN ALTRI CASI, PER IL PAGAMENTO DI QUOTE DI MUTUI PERSONALI. L’EX PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE, D’ALTRA PARTE, DOPO AVER AMMESSO DI “AVERE PRESO A PRESTITO” IL MEZZO MILIONE DI EURO, A CAUSA DELLE DIFFICOLTA’ ECONOMICHE IN CUI VERSAVA, HA POI TENTATO DI PROPORRE AL COMMISSARIO STRAORDINARIO NEL FRATTEMPO SUCCEDUTOGLI ALLA GUIDA DELLA FONDAZIONE, UN PIANO DI RESTITUZIONE DELL’ILLECITO “PRESTITO” ATTRAVERSO UNA FIDEIUSSIONE CHE, DOPO GLI OPPORTUNI ACCERTAMENTI DEI MILITARI DEL NUCLEO DI POLIZIA TRIBUTARIA, E’ RISULTATA FALSA.

LE INDAGINI, INTANTO, CONTINUANO SERRATE SOTTO LA DIREZIONE DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DEL CAPOLUOGO. SI PUNTA ORA A FARE PIENA LUCE SULLE ALTRE SOMME IMPIEGATE DALLA FIELD PER PAGARE PROGETTI, COMPENSI AI SUOI STESSI AMMINISTRATORI ED UN GRAN NUMERO DI VIAGGI, ANCHE IN CINA. IL SOSPETTO DEGLI INVESTIGATORI, INFATTI, E’ CHE MOLTE DI QUESTE SPESE SIANO STATE SOSTENUTE QUANTO MENO ARBITRARIAMENTE E CON L’AVALLO DI DOMENICO BARILE.

 

 

CATANZARO – L’ex presidente della fondazione Field, società in house della Regione Calabria, Domenico Barile, è stato posto agli arresti domiciliari per il reato di peculato. A Barile è stato notificato un provvedimento cautelare emesso dal gip di Catanzaro, Maria Rosaria Di Girolamo, che ha accolto la richiesta del pm Paolo Petrolo. L’inchiesta s’incentra su un ammanco di 500 mila euro dalle casse della Fondazione Field. Barile, nei mesi scorsi, era stato rimosso dall’incarico.
I militari della Guardia di finanza di Catanzaro hanno eseguito il provvedimento cautelare ed hanno compiuto perquisizioni nell’abitazione e nelle strutture riconducibili all’ex Presidente della Field Barile. L’inchiesta e’ stata avviata dopo la dettagliata denuncia del revisore dei conti che ha scoperto l’ammanco e lo ha denunciato alla Procura della Repubblica, informando anche la Giunta regionale della Calabria, che ha provveduto a sospendere Barile. Nei mesi scorsi l’attenzione degli inquirenti si era concentrata su venti assegni circolari di diverso importo firmati tutti da Barile. I destinatari degli assegni sarebbero diversi ed in un paio di casi sarebbero stati versati anche ad uno studio notarile. Nei mesi scorsi Barile era stato anche sentito dal Pm Paolo Petrolo, che coordina l’indagine. La Field è la societa’ di programmazione, attuazione e gestione di programmi sperimentali e di valore strategico per i territori della regione Calabria e nelle attivita’ volte alla realizzazione di modelli per l’innovazione ed allo sviluppo della competitivita’ del sistema economico e produttivo.
Gip: Fideiussione era solo bozza
La possibilità di reiterare i reati ed una strana polizza fideiussoria, che nei fatti era solo una bozza, sono tra le motivazioni che hanno portato all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell’ex Presidente della Field, Domenico Barile, accusato di peculato per un ammanco di 500 mila euro. Nei mesi scorsi Barile, dopo che la Giunta regionale della Calabria lo aveva estromesso dal suo incarico, aveva inviato alla Field tre lettere con le quali manifestava la sua iil suo intento di restituzione del denaro. “Alla prima missiva – scrive il giudice nell’ordinanza composta da 17 pagine – ha anche allegato un documento che egli stesso ha qualificato come ‘polizza fideiussoria’ salvo poi specificare, dopo che la Fondazione aveva rifiutato la sua richiesta (poichè una fideiussione, in mancanza dell’obbligazione principale, non può avere alcuna rilevanza), che invece si trattava solo di una bozza contrattuale”. “Tale comportamento – aggiunge il giudice – lungi dal dimostrare un reale intento di ristoro della Fondazione per il pregiudizio subito, attesa invece che, ancora una volta, il Barile ha tentato di indurre in errore la Fondazione circa la bontà dei suoi intenti”. Dalle indagini condotte dalla guardia di finanza, infatti, è emerso che dagli uffici della società che ha emesso la strada fideiussione non sono giunti chiarimenti, al numero telefonico non c’è stata la possibilità di avere contatti con persone ed il sito internet indicato sulla carta intestata risulta inesistente. I finanzieri, però, hanno accertato che la società è amministrata da una persone con precedenti di polizia per truffa. Dalle indagini dei finanzieri, inoltre, è emerso che Barile ha spostato i 500 mila euro dal conto corrente della Field a uno suo personale e che successivamente ha emesso 51 assegni destinati a suoi conoscenti, familiari, avvocati ed uno studio notarile. I finanzieri hanno sentito anche il notaio, il quale ha riferito che gli assegni erano serviti per il pagamento di cambiali di alcune società dello stesso Barile.