“Aeroporto Stretto: scelte Sacal causano altri licenziamenti” Lo dichiara il consigliere regionale Francesco Cannizzaro
“Prende sempre più consistenza l’opera di rilancio dell’aeroporto metropolitano dello stretto che, dopo l’annuncio che Alitalia rimarrà un altro anno con i voli su Roma e Milano negli sconfortanti orari attuali (solo per Reggio Calabria i “rinnovi” sono annuali!) e l’aggiunta da novembre della tratta su Torino che fortemente è stata voluta e difesa dalla deputazione piemontese (e questo la dice lunga sulle istituzioni regionali calabresi e cittadine reggine), oggi revisiona totalmente il sistema di sicurezza del “Tito Minniti”. Infatti, in questa decisa ed esaltante azione di rilancio, non potevano mancare altri licenziamenti di personale operante da anni nella struttura aeroportuale reggina. Tredici famiglie di altrettanti dipendenti della Sicurcenter S.p.A., hanno ricevuto in questi giorni la lettera di “giusto” licenziamento da parte della propria ditta, in quanto è cambiato l’appalto per i servizi di sicurezza e controllo dei passeggeri e dei bagagli in transito allo scalo di Reggio Calabria. Peccato però, che la gara d’appalto è prevista per dicembre, il rapporto di lavoro di questi signori cesserà il 17 settembre p.v. , e tutti e tredici non erano stati assunti sicuramente per lavorare all’aeroporto, visto che sono tutti operatori di sicurezza con esperienza ventennale alle spalle”. Lo dichiara in una nota stampa il consigliere regionale Francesco Cannizzaro.
“Ma allora, dal 18 settembre, chi si occuperà del servizio di controllo al “Tito Minniti”? Tranquilli, il piano di rilancio prevede un “affidamento” temporaneo, guarda caso, ad una ditta di Catanzaro, l’Istituto di Vigilanza Privata Diurna e Notturna S.r.l., che, viaggiando tutti i giorni dal capoluogo, farà giungere i suoi dipendenti in riva allo stretto, per assolvere all’incombenza di cui erano titolati i tredici sfortunati nostri concittadini, fino a dicembre. Domanda legittima: perché non lasciare allora, fino alla gara di dicembre, la Sicurcenter? E dopo?” si chiede Cannizzaro. “Normalmente in queste situazioni, il personale operante, che ricordiamo essere in possesso di certificazioni specifiche di alta formazione sulla sicurezza negli aeroporti, dovrebbe transitare nella ditta che si aggiudica l’appalto ma, in questo caso, la riunione convocata dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Reggio Calabria il 28 luglio u.s. si è conclusa “con esito assolutamente negativo rispetto le posizioni circa il futuro occupazionale dei lavoratori interessati”, un nulla di fatto.
Emblematica la posizione della Sacal in questa riunione: assente! Ma come, si discute del futuro di tredici famiglie reggine che si trovano improvvisamente per strada grazie all’azione di “risanamento” del “Minniti” e proprio la Sacal, artefice della scelta, non si presenta? E’ uno strano modo di tenere in alta considerazione l’aeroporto di Reggio Calabria. Alla stessa riunione anche l’ENAC era assente, ma con una nota inconcepibile ha dato all’Ispettorato del lavoro di Reggio Calabria dell’incompetente per averla invitata in quanto, recita testualmente la risposta, “…non parteciperà all’incontro in quanto la problematica non rientra nei compiti istituzionali dell’ENAC…”: assurdo! Ci saremmo aspettati maggiore attenzione anche da parte della Prefettura di Reggio Calabria, sempre sensibile ed attenta a queste vicissitudini, ma, anche dal Palazzo del Governo di piazza Italia, in quella riunione, nessun rappresentante si è presentato.
Il risultato, se niente di nuovo accadrà nei prossimi giorni, è che ci saranno onesti ed integerrimi operatori di sicurezza che per anni hanno garantito con lealtà e rettitudine, anche a costo di grandi sacrifici personali, protezione e difesa a luoghi di pubblico interesse risultando, spesso, un’ argine solitaria di contenimento verso specifiche attività criminali e malavitose che infestano il nostro territorio. Altra domanda: si parla spesso di distinguere il bene dal male e di prendere posizioni nette, ma poi quando a chiedere aiuto sono proprio coloro che, giorno e notte, difendono quei presidi di libertà e sicurezza che appartengono a tutti i cittadini, le istituzioni cosa fanno? Si assentano! Possibile che si abbandoni al proprio destino, voluto da altri, proprio coloro che sono il simbolo della parte sana e pulita di questa città? Come vogliamo sconfiggere l’ ndrangheta se poi non riusciamo neanche a difendere i diritti calpestati di chi, da anni, combatte in divisa tutti i giorni e con meno strumenti delle più titolate forze dell’ordine? Il grado di civiltà di una società si misura dal modo con cui sa proteggere i propri cittadini, soprattutto quelli meritevoli” conclude Cannizzaro.