L’indagine per corruzione. il Presidente Occhiuto a “Quarta Repubblica” conferma la sua ricandidatura e… “non ho tempo per dedicarmi a queste stronzate”. IL VIDEO COMPLETO

“A tutti i governatori della Calabria, è successo di essere indagati e distrutti politicamente sui giornali: io non lo consentirò per me stesso, chiederò ai calabresi di giudicarmi quando mi ricandiderò”
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“Corruzione? Stronzate, sono incazzato e chiarirò ogni cosa”, ieri sera il presidente della Regione Calabria ospite da Nicola Porro nella trasmissione Quarta Repubblica su Rete4 ha spiegato le sue ragioni in merito all’avviso di garanzia ricevuto perché indagato per corruzione.

In quei pochi minuti di presenza nella trasmissione, Occhiuto ha cercato di spiegare che lui è ignaro a quanto sostengono i magistrati, ma che allo stesso tempo non sa nulla in quanto non ha le carte e “Cosa so delle accuse che mi riguardano? Ho ricevuto fino ad oggi due fogli e su questi fogli non c’è un solo fatto che mi viene contestato. Ho chiesto di avere le carte e il 12 giugno le carte mi sono state negate perché si dice che l’inchiesta è ancora in corso. Il 13 giugno però le carte vengono date a un giornalista perché il 14 giugno escono gli articoli su ‘Il Domani’ e sembra che questo giornale sia la cancelleria del Tribunale”, e poi “Ai magistrati dico di chiamarmi perché sono nelle condizioni di chiarire ogni cosa”.

Nicola Porro prima di dare la parola al presidente Occhiuto lo fa con una premessa definendo “giustizia impazzita, quella che rischia di stritolare persone normale, persone comuni e anche Roberto Occhiuto” e poi mostrando alcune pagine del giornale “Domani”, dove ci sono stralci delle carte con le indagini in corso in merito a un presunto “cerchio magico” del governatore della Calabria.

Occhiuto si difende, “I fatti su cui starebbero indagando non riguardano la mia attività di presidente della regione. Sono indagato per corruzione per la prima volta nella mia vita e a 56 anni non ho mai ricevuto un avviso di garanzia” e rivendica con orgoglio che “Ho governato la Regione nel modo più trasparente possibile su tantissimi temi, lavorando gomito a gomito con i procuratori della Repubblica sui temi della ‘ndrangheta”.

L’indagine in corso della Procura di Catanzaro sta portando alla luce una complessa rete di relazioni tra incarichi istituzionali, società private e fondi pubblici in Calabria. Il presidente entra poi nel merito della questione, “Secondo la Procura avrei dato incarichi pubblici a un mio socio. Il Domani dice che sono oggetto di indagine normali rapporti tra soci di società private. Al mio socio però non ho dato nessun incarico. La Procura dice che io avrei tratto benefici da queste società e in cambio avrei agevolato il mio socio nominandolo con un incarico”.

Il presidente Occhiuto afferma poi come lui abbia sempre avuto un’ossessione per il rigore quando amministra e afferma che “Alcuni miei amici mi dicono che sia maniacale. Tra le cose che mi contestano, il fatto che questo mio socio è stato nominato dalla mia compagna Matilde Siracusano. Ed è vero perché quando lui si offrì di collaborare sia io che lei ne fummo felici per il suo ricco curriculum”.

L’indagine in corso della Procura di Catanzaro sta portando alla luce una complessa rete di relazioni tra incarichi istituzionali, società private e fondi pubblici in Calabria e i riflettori sono puntati su una presunta rete di rapporti pubblico-privati, “Secondo la Procura avrei dato incarichi pubblici a un mio socio. Il Domani dice che sono oggetto di indagine normali rapporti tra soci di società private. Al mio socio però non ho dato nessun incarico. La Procura dice che io avrei tratto benefici da queste società e in cambio avrei agevolato il mio socio nominandolo con un incarico (…) È tutto tracciabile, quello che è avvenuto succede in tutte le società d’Italia. A un certo punto cedo le quote perché non me ne potevo più occupare anche perché ho annunciato che mi sarei ricandidato. Combinazione dopo qualche giorno succede questo casino. Ci mettiamo d’accordo per la cessione delle quote per 120 mila euro e la Smart, una normale trattativa. Ai magistrati chiedo di chiamarmi. Sono nelle condizioni di offrire anche una perizia che dimostra come le quote valevano anche di più”.

Ma proprio alla fine dell’intervista dove il presidente non solo conferma di ricandidarsi, ma va nella direzione di quella “giustizia impazzita” di cui parlava prima Porro quando chiude la sua intervista affermando in un impeto di riscatto, “A tutti i governatori della Calabria, è successo di essere indagati e distrutti politicamente sui giornali: io non lo consentirò per me stesso, chiederò ai calabresi di giudicarmi quando mi ricandiderò”.