E’ la consapevolezza dei sindaci di Castrovillari, Condofuri, Cosoleto, Maida, Mormanno, Motta San Giovanni, Rosarno, Vazzano e Zaccanopoli di ritorno da Bruxelles
“Serve fare rete per non restare fuori dalle politiche di sviluppo”
E’ la consapevolezza dei sindaci di Castrovillari, Condofuri, Cosoleto, Maida, Mormanno, Motta San Giovanni, Rosarno, Vazzano e Zaccanopoli di ritorno da Bruxelles
BRUXELLES – Tornano soddisfatti dalla trasferta europea i sindaci di
Castrovillari (Domenico Lo Polito ), Condofuri (Salvatore Mafrici),
Cosoleto (Antonino Gioffrè), Maida (Salvatore Paone), Mormanno (Guglielmo
Armentano), Motta San Giovanni (Paolo Laganà), Rosarno (Francesco Bonelli),
Vazzano (Domenico Villi), Zaccanopoli (Pasquale Caparra) nella quale
insieme all’onorevole Andrea Cozzolino, ed al docente Giuseppe Terranova,
hanno incontrato a Bruxelles i rappresentanti del Consiglio Europeo. Ma
tornano con una consapevolezza maggiore del fatto che c’è «l’urgenza di
fare rete per non restare ai margini delle politiche di sviluppo*». Questo
esprimono in una nota congiunta i nove sindaci dopo aver incontrato e
discusso con qualificati rappresentanti istituzionali* delle emergenze
calabresi e dei limiti di spesa delle risorse comunitarie. Nel corso della
trasferta – avvenuta i primi di dicembre – i sindaci Calabresi hanno
ringraziato chi ha sostenuto ed ottenuto, nel nuovo regolamento dei fondi
comunitari 2014/2020, la possibilità di utilizzare direttamente importanti
risorse comunitarie (almeno il 5%), bypassando in tal modo la Regione
Calabria che «sempre più – secondo i primi cittadini – si accredita per
incapacità di spesa e per oggettivi limiti di programmazione*». È stato
chiesto a gran voce l’ampliamento di questa prima importante tranche di
risorse, quale condizione per le autonomie locali di intervenire su
specifiche emergenze territoriali, e tra queste quella ambientale ed
idrogeologica*. «Sconfortante il quadro – è stato rilevato nell’incontro –
che ne esce fuori e che vede l’Italia al penultimo posto in Europa per
capacità di spesa delle risorse assegnate e la Calabria al penultimo posto
in Italia, con una spesa della programmazione regionale 2007/2013
inchiodata ad un misero 31%, che se non utilizzato, entro il 31 dicembre
2014, sarà inevitabilmente revocato». *La sorpresa è stata riscontrare che
l’emergenza numero uno calabrese, ovvero il dissesto idrogeologico dei
territori*, «viene relegata nella futura programmazione europea al quinto
posto tra gli undici obiettivi comunitari, dimostrando in tal modo i limiti
con cui la Regione Calabria ha difeso gli interessi territoriali e la
scarsa attenzione riservata a questo dramma che, se non affrontato per
tempo, rischia di mettere ancor più in ginocchio la fragile economia
calabrese»