“Il sigillo di carta” – Memorie di un soldato borbonico”

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Domani a Reggio Calabria lòa presentazione del libro di Giuseppe Spinelli

“Il sigillo di carta” – Memorie di un soldato borbonico”

Domani a Reggio Calabria lòa presentazione del libro di Giuseppe Spinelli

 

 

Domani, alle ore 17,30, nella libreria Cultura di Reggio Calabria, sarà presentato il romanzo storico “Il sigillo di Carta” – Memorie di un soldato borbonico”. L’incontro organizzato dal CIS Calabria, vedrà la partecipazione dell’autore Giuseppe Spinelli. Relazionerà il prof Amato. 

LA TRAMA

L’Italia Unita, nata dalla distruzione del Regno delle Due Sicilie da parte del Regno di Sardegna è ancora oggi circondata dai pregiudizi creati dalla propaganda del tempo per giustificare tutti gli eccessi che seguirono una conquista e una annessione coloniale. Un velo di codardia, di incapacità, di indolenza, di slealtà, di opportunismo e di sfiducia opprime oggi il Sud. Certo i meridionali peccano di arroganza, di nepotismo e di disaffezione alle leggi. Ma non sempre è stato così, i fatti lo testimoniano: eccezionale inventiva, fantasiosità, amicizia, orgoglio, tolleranza e molto altro fanno tuttora parte del bagaglio affidato alla popolazione meridionale. L’intento dello scritto è di divulgare una storia uscita dai documenti e dai fatti in modo diverso da quella diffusa dalla storiografia ufficiale dalle verità tenute sempre troppo nascoste. Non vi sono solo i canti dei giovani che si riconoscevano nel risorgimento, vi sono anche i canti dei giovani che in tale risorgimento non si riconoscevano.

Non vi sono solo i balli gattopardeschi ma anche gli orrori e i misfatti in doppiopetto dimenticati per oltre un secolo. Vuole essere un invito agli uomini e alle donne meridionali di non vergognarsi di essere tali, di riconoscersi il valore e il coraggio mostrato, di recuperare la antica dignità e essere orgogliosi della propria identità e della propria storia che è diversa da quella che i vincitori, per giustificarsi, hanno voluto diffondere. E’ un percorso per allontanare i luoghi comuni in cui la propaganda piemontese e post-unitaria ha gettato tutto il Meridione e per recuperare la fierezza che il popolo ha dimenticato. E’ un invito rivolto anche a tutti gli abitanti di questa penisola chiamata Italia perché vogliano rivedere pregiudizi e ingiustificate acredini, recuperando rispetto e responsabilità.

La memoria di tanta popolazione del sud che lottò per la propria libertà e per difendere propri diritti va riscattata perché l’Unità spacciata come consenso e invece afferrata sulle baionette, le fucilazioni e le rappresaglie, rimane un misfatto mai sanato. La riconciliazione attraversa la coscienza di un passato di laboriosità, di onestà, di buon vivere e di pace che al Sud è stato sottratto. Noi vogliamo recuperare la nostra identità, la nostra storia e la nostra lotta; l’insorgenza ha un suo posto nella memoria storica: non possiamo far finta che nulla sia successo. Non si può ignorare che siano esistiti cultura, economia, ricchezza e sviluppo nel Regno delle Due Sicilie, come se ogni cosa fosse iniziata con l’imposto Regno d’Italia. Le Istituzioni, l’economia, la cultura e il sociale degli Stati pre-unitari devono essere considerati e rispettati come parte della nostra storia comune. La polizia, l’esercito, i carabinieri, la marina, la forestale, i finanzieri, le università, i letterati, gli scienziati, i musicisti, gli artistici, le maestranze, la cultura popolare non nascono con l’Unità, sono antecedenti e vanno ricordate ognuna con le proprie peculiarità. Non vi è una cultura popolare italiana, vi sono varie culture e vari costumi appartenenti ognuno ad una ben definita Nazione. Se vi è una Nazione Veneta o Lombarda, ebbene, vi è una Nazione Napoletana e Siciliana.

E coloro che hanno mantenuto la parola data al Re Francesco II e hanno combattuto per migliorare la propria condizione in uno Stato Sovrano delle Due Sicilie indipendente, devono rimanere tra noi e deve potersene sentire la presenza agli angoli delle strade.