“Mia moglie gravemente malata dimenticata dalla burocrazia”: la denuncia di Sergio Carrozza di Taurianova

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“Mia moglie gravemente malata dimenticata dalla burocrazia”: la denuncia di un cittadino di Taurianova
Una denuncia accorata e carica di indignazione è stata resa pubblica in queste ore da Sergio Carrozza, cittadino residente a Taurianova, che ha deciso di rompere il silenzio per portare alla luce una vicenda che definisce “una situazione di cattiva amministrazione” e che coinvolge direttamente sua moglie, Radu Ionela Sabina, gravemente malata.
Secondo quanto riferisce Carrozza, la moglie – affetta da tumore al pancreas in stadio IV e da SLA con gravi problemi di deglutizione – aveva presentato in data 26 febbraio 2024 regolare domanda di ammissione ai benefici del Fondo per la Non Autosufficienza (FNA), relativi all’anno 2019. La graduatoria definitiva degli aventi diritto è stata pubblicata dall’ASP di Reggio Calabria soltanto il 14 febbraio 2025, ma da allora nessuna comunicazione ufficiale è mai giunta alla famiglia in merito alla posizione occupata dalla signora Radu nella lista dei beneficiari.
Nonostante ripetuti solleciti, PEC inviate con modulistica allegata e numerose telefonate agli uffici competenti, Carrozza afferma di non aver ricevuto alcuna risposta. Neppure una comunicazione legale trasmessa il 6 giugno 2025 ha sortito effetto.
“Ciò che più fa male – scrive – è il silenzio totale dell’amministrazione, che ci costringe a rivolgerci agli organi di stampa per veder riconosciuto un diritto che non è solo formale, ma anche umano e sanitario”.
Il problema però non si ferma alla sola mancata erogazione del beneficio economico. Come evidenziato nella sua lettera, l’ASP avrebbe negato l’autorizzazione anche alle sedute di logopedia previste nel piano terapeutico, trattamenti che risultano fondamentali per un paziente affetto da SLA con disfagia severa. E a complicare il quadro si aggiunge anche l’impossibilità di ottenere un farmaco essenziale, il Nicetile, poiché le strutture sanitarie continuano a chiedere “una nuova autorizzazione” nonostante il farmaco sia già stato prescritto e ritenuto fondamentale per il decorso della malattia.
Mi chiedo – scrive Carrozza – se i fondi destinati ai pazienti come mia moglie siano stati distribuiti correttamente e perché i pagamenti vengono effettuati con oltre un anno di ritardo, a scaglioni, e non a tutti coloro che ne hanno diritto”.
Una vicenda che pone nuovamente l’accento sul tema dell’accesso ai diritti essenziali per le persone non autosufficienti e sulle lungaggini burocratiche che si trasformano, nei casi più gravi, in vere e proprie barriere alla cura e alla dignità umana.