L’ex segretario del Pd di Taurianova, critica la gestione congressuale provinciale
Feb 07, 2022 - redazione
Dopo una lunga fase di commissariamento del PD, intervallata da due sconfitte cocenti alle elezioni regionali, tutta la comunità democratica sperava in un cambio di passo, auspicando finalmente le celebrazioni dei congressi come un momento di partecipazione e condivisione di un nuovo progetto politico, e avviare così una nuova agenda di merito politico, e metodo organizzativo che invertisse la rotta rispetto alle vecchie pratiche liturgiche, funzionali solo ai caminetti autoreferenziali dei gruppi dirigenti.
“Rigenerare il PD” che spazzasse via il passato per incamminarsi a costruire il nuovo PD, è stato il leitmotiv del nuovo segretario regionale del PD, a essere indulgenti nel giudizio, pur se prematuro, oserei citare l’espressione della Bibbia “ nulla di nuovo sotto il sole” infatti, il tornare a nuova vita democratica per il partito mi è sembrata più un’invocazione sincera, che una convinzione di raggiungere la sponda opposta dopo aver toccato il fondo. D’altronde, le stesse regole congressuali congeniate da menti finissime, sono state alacremente messe in atto per relegare la platea congressuale di base a mero compito notarile, tra l’altro con scarsissima partecipazione degli iscritti. Regole tortuose, sbagliate non aver previsto un calendario congressuale che partisse dai circoli. Sono i luoghi di prossimità che bisogna rigenerare per dare senso politico al PD, e i circoli sono il vero snodo politico, che si continua a eludere sbagliando, e i congressi dovevano servire a dare vitalità e visione politica alle città. Qui è inutile negarlo si è manifestata una debolezza strutturale dei gruppi dirigenti locali, che ancora una volta hanno scelto una pigra omologazione ai gruppi di potere per un posto al sole, al coraggio di affrontare una battaglia vera e sanare le distorsioni che sono presenti nell’area metropolitana di Reggio Calabria. Francamente, e lo dico con tristezza, dopo di tutto quanto è successo, non serve celebrare un congresso provinciale senza capo né coda, e farebbe bene la commissione regionale del congresso a rinviarlo, non per trovare l’unità dei gruppi dirigenti sul nome del segretario provinciale da eleggere, ma aprire una seria discussione e confronto in tutto il territorio della provincia di Reggio Calabria. L’unità del partito non si costruisce sulla scelta del segretario, sono le tesi, le visioni di partito e i progetti di politica organizzativa, anche alternativi e contendibili nei ruoli di responsabilità, che danno il senso di celebrare un congresso vero.