La situazione politica a Taurianova è grave ma non è seria: cosa accadrà domani? Ma se dovesse accadere, cosa ancora dovrà accadere che non sia già accaduto?
Ott 11, 2025 - Giuseppe Larosa
“La situazione politica italiana è grave ma non è seria”, avrebbe detto il grande Ennio Flaiano, un giudizio che noi lo trasportiamo a Taurianova, centro una volta florido della Piana di Gioia Tauro, “La situazione politica a Taurianova è grave ma non è seria”, come sempre d’altronde dalla notte dei tempi, da quando cadevano, sciogliendosi come neve al sole maggioranze uscite dalle urne e di colpo si ritornava a votare, non è la prima volta. Accadeva quando il paese era sotto scacco da una potente famiglia del luogo (Macrì), e di colpo stabiliva il buono e il cattivo tempo tra sindaci che si alternavano in mezzo a “sveglia” e “balena bianca”.
L’unica amministrazione uscita dalle urne rimasta compatta fino alla fine è stata quella del 1993 a guida Emilio Argiroffi (intellettuale ricordato a corrente alternata) che tra surroghe e cambi di Giunta, la sua maggioranza monocolore restò in sella fino alla scadenza naturale del 1997. Era un periodo difficile perché reduce dalla mattanza mafiosa degli anni ’90, da un Consiglio Comunale sciolto per mafia per la prima volta nella storia repubblicana con il cosiddetto “Decreto Taurianova”. Nel 1997 entra in scena quello che oggi è l’attuale sindaco di Taurianova, un giovanissimo Roy Biasi, erano i tempi del cravattino di cuoio, quest’ultimo è passato di moda, ma Biasi resta sempre in sella votato ed eletto primo cittadino per ben quattro volte su cinque in cui si è candidato in prima persona (1997, 2002, 2007 dove vince da “abusivo” perché al terzo mandato, perde nel 2015 contro Fabio Scionti, ma rivince nel 2020 sempre contro Fabio Scionti).
Negli anni in cui Biasi è sindaco della città, una serie di diaspore nella sua maggioranza consiliare, già dal 1997 si reggeva con un solo voto, quello del sempreverde Papalia (oggi anch’esso consigliere comunale simil “cravattino di cuoio”) e i consigli comunali si facevano per reggere il numero legale nei giorni in cui non c’erano lavori parlamentari perché tra i consiglieri figurava l’allora parlamentare Angela Napoli. Molti dei giovani, quelli che tendenzialmente sono fuori e non vanno nemmeno a votare, ignorano questa storia che dovrebbe essere ricordata per amore di storia e di quella memoria che spesso bussa alla porta ed occorre fare i conti con essa.
In tutte le maggioranze a guida Biasi ci sono state fughe di consiglieri per diatribe, litigi finanche con l’allora parlamentare Angela Napoli nel 2004 che fece dimettere i suoi assessori a seguito di un arresto eccellente avvenuto all’epoca per una “questione morale”, avvenuta a scoppio ritardato perché si era materializzata l’anno prima con la defenestrazione di tre assessori (tra cui il vicesindaco). Ma il passato è storia ed a volte vive sempre in una terra straniera. Solo nel 2007 non perse la maggioranza, ma solo perché, osiamo dire, non c’è stato il tempo in quanto l’allora superprefetto De Sena sciolse anzitempo il Consiglio Comunale favorendo l’avvento dell’allora prefetto Luisa Latella che in pochi mesi produsse “atti di indirizzo” fondamentali per chi sarebbe stato eletto subito dopo, ovvero Mimmo Romeo che sia nel 2009 che nel 2013 subì l’onta dello scioglimento per infiltrazione mafiosa (legge vetusta, da rivedere in quanto attualmente anacronistica perché non più in linea con i tempi la quale fu concepita). E infine, anche l’ex Sindaco Scionti subì la stessa cosa, un fuggi fuggi generale di consiglieri di maggioranza e che sommando tutti insieme, sancì la sua anticipata chiusura da sindaco con la raccolta delle firme per sfiduciarlo quando avvenne il famoso “cesaricidio”, già avvenuto con l’altro ex Sindaco Romeo nel 2009, poi successivamente sciolto per mafia.
Oggi ci risiamo, domani ci sarà il Consiglio Comunale in seconda convocazione, per essere legittimo bastano 4 Consiglieri (come da Regolamento), c’è da votare quattro “ratifiche di variazioni di bilancio” che se non saranno deliberate, potrebbero avere delle ripercussioni in seno alla Giunta che le ha concepite. La tensione è altissima e si taglia con un coltello, così come il nervosismo che si è materializzato tra rancori, gesti inconsueti e odi personali che nulla hanno a che vedere con il concetto nobile che dovrebbe avere la politica, ma tant’è che è così!
L’ultima prova in ordine cronologico è stata la dura nota stampa dell’ex capogruppo dem Marafioti che parla di un “Biasi al capolinea”, “di sperperi di denaro pubblico (…) disavanzo di tre milioni di euro” e che al contempo chiede le dimissioni di Biasi. Un’altra prova è stata la seduta dell’ultimo Consiglio Comunale con interventi al limite dell’indecenza rancorosa, ma soprattutto lo sfogo rabbioso del sindaco che ha trasformato un Civico Consesso in un’arena dove il pubblico era in attesa del coup de théâtre.
Ma qual è il problema? L’origine trae dalla campagna elettorale delle ultime elezioni regionali, quando una parte della maggioranza distaccandosi dalla candidatura all’ultimo momento di Biasi tra le fila di Forza Italia sceglie di raccogliere voti per il consigliere regionale leghista di Palmi Giuseppe Mattiani, dove tra i protagonisti principali c’è l’attuale vicesindaco Antonino Caridi, attualmente spogliato da ogni delega e “congelato” nel suo ruolo da Biasi, un vicesindaco “senza portafoglio”. Insieme a lui tre consiglieri comunali a lui vicini, Stefania Barca, Grazia Arcuri e Federica Ursida, assenti nell’ultima seduta andata a vuoto (ma solo per un errore di conteggio perché con l’uscita di 4 Consiglieri Comunali di opposizione e la permanenza di 2, il numero legale per Regolamento dice la metà degli eletti, quindi 8).
Ma cosa potrebbe accadere domenica pomeriggio? È quasi un nuovo mistero di Fatima perché la maggioranza fedele al sindaco (compreso il suo voto) è di 6 consiglieri e già basta per rendere legittima la seduta consiliare, ma, l’opposizione se sarà presente al suo completo è di 8 Consiglieri Comunali, e se dovesse ripetersi la stessa condizione dell’ultima seduta tranne se non ci sono “salvatori” dell’ultima ora (come per le cittadinanze onorarie), passerebbero i punti, ma si aprirebbe una seria e irreversibile crisi politica in cui Biasi il minuto dopo la fine del Consiglio Comunale dovrà giocoforza rassegnare le dimissioni perché non avrebbe la maggioranza uscita dalle urne nell’autunno del 2020. Certo è, come ci ricorda spesso seppur in altro loco, Otto von Bismarck, “la politica è l’arte del possibile” e quindi potrebbe anche verificarsi che le tre “mattianine” si presentano in Consiglio Comunale, venga (provvisoriamente) ricucito lo strappo e si vota regolarmente facendo restare Biasi in sella fino a scadenza naturale, ma attenzione, a mio avviso il “giocattolo si è rotto” e quando si rompe qualcosa nella vita come nella politica è difficile far incastrare tutti i cocci, ma sarà il tempo a dirci quel che accadrà, visto che a breve ci sarà un documento da approvare in Consiglio Comunale qual è il “Bilancio Consuntivo o Rendiconto della gestione” e lì se non hai tutti i numeri in Consiglio Comunale, la debacle è per legge!
Noi siamo spettatori e quel che accadrà lo scopriremo strada facendo con la complicità del tempo, e quindi, senza paura di essere smentiti, al di là di ogni ragionevole dubbio, “la situazione politica a Taurianova è grave, ma non è seria”!