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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Quando la giustizia ordinaria procede a passo di lumaca chi tutela le parti offese?

Quando la giustizia ordinaria procede a passo di lumaca chi tutela le parti offese?

A Palmi due genitori di Taurianova attendono dal gennaio 2013 l’inizio del processo contro due medici dell’Ospedale di Polistena per un presunto caso di malasanità

Quando la giustizia ordinaria procede a passo di lumaca chi tutela le parti offese?

A Palmi due genitori di Taurianova attendono dal gennaio 2013 l’inizio del processo contro due medici dell’Ospedale di Polistena per un presunto caso di malasanità

 

 

Al Tribunale di Palmi i processi ordinari, quelli cioè non dell’antimafia o dove vi sono detenuti, si celebrano al ritmo della lumaca con buona pace degli imputati che se non possono sperare nell’assoluzione sanno che il loro presunto debito con la giustizia non sarà mai pagato perché il processo non accerterà la responsabilità o l’innocenza ma vi sarà una semplice sentenza di “non luogo a procedere per intervenuta prescrizione” in spregio all’art. 111 della Costituzione che prevede la celebrazione dei processi in tempi ragionavoli. Questo è quello che sta capitando a Palmi nel processo in cui sono imputati due medici dell’Ospedale di Polistena, i dottori Pietro Interdonato e Francesco Romeo, accusati dei reati di concorso in lesioni gravissime verso un neonato. I predetti medici sono accusati, nello specifico, di non aver effettuato tempestivamente un taglio cesareo alla sig.ra Rosanna Laruffa – che, alla 36a settimana di gravidanza ad alto rischio, caratterizzata da rilevanti problemi di ipertensione, versava in una condizione di travaglio pre–partum con sofferenza fetale – e non aver assicurato una sollecita ed adeguata terapia neonatale al piccolo Alessio, determinamdo l’aggravamento di un’encefalopatia ipossico-ischemica insorta a livello fetale negli ultimi giorni della gravidanza e così concorrendo a cagionare al piccolo Alessio, nato alle ore 8.45 del 31.08.2010, lesioni gravi e gravissime. Più in particolare, la sera del 30.08.2010 la sig.ra Laruffa, avvertendo contrazioni che progressivamente aumentavano e si facevano dolorose, contattava telefonicamente il dott. Romeo, suo ginecologo di fiducia, senza però ricevere indicazioni di recarsi in ospedale. Successivamente, avvertendo dolori ancora più forti, si recava di propria iniziativa presso il presidio ospedaliero di Polistena, da dove suo marito Francesco De Salvo contattava telefonicamente più volte il Dott. Romeo, il quale però non acconsentiva alla richiesta del De Salvo di recarsi in ospedale, affermando che avrebbe seguito la situazione da casa tenendosi in contatto con l’ospedale. Nonostante la situazione di travaglio fetale e benché già alle ore 2.30/2.50 lo stato ipertensivo della sig.ra Laruffa fosse stato ricondotto a livelli compatibili con un taglio cesareo, il Dott. Interdonato, ginecologo di turno quella notte, non attivava le procedure per l’effettuazione del parto cesareo, ma manteneva la paziente in osservazione sino alle ore 8.30 del mattino, quando, dopo che alle 7.30 un esame cardiotocografico aveva evidenziato un tracciato anormale e dopo che alle 8.25 un’ecografia effettuata dal Dott. Romeo, frattanto giunto in ospedale per l’inizio del suo turno intorno alle ore 8, aveva rivelato la riduzione del liquido amniotico ed una flussimetria alterata, si procedeva agli atti preparatori del taglio cesareo, che veniva posto in essere intorno alle ore 8.45. Al momento del parto, inoltre, non veniva immediatamente predisposto quanto necessario per l’immediato trasferimento del nascituro in una struttura ospedaliera dotata di terapia intensiva neonatale, a ciò si provvedeva solo dopo più di un’ora dal parto, dapprima cercando infruttuosamente disponibilità di posti presso la TIN di Reggio Calabria e poi rivolgendosi alla TIN di Lamezia Terme, dove peraltro il piccolo Alessio doveva essere portato mediante elisoccorso a seguito dell’accertata difficoltà di reperire un’ambulanza in sede. In questo modo il Dott. Romeo ed il Dott. Interdonato, per colpa consistita in imprudenza, imperizia e negligenza, sottovalutando la gravità della situazione di travaglio pre-partum della Sig.ra Laruffa e di sofferenza fetale del nascituro, non avviando la partoriente ad una struttura ospedaliera adeguata, dotata di reparto di terapia intensiva neonatale, ritardando di cinque-sei ore l’effettuazione del taglio cesareo rispetto al momento in cui questo era necessario e praticabile ed inoltre provvedendo con ulteriore ritardo al trasferimento del neonato presso un ospedale dotato di TIN, concorrevano ad aggravare nel piccolo Alessio un’encefalopatia (leucoencefalomalacia periventricolare) ipossico-ischemica insorta a livello fetale negli ultimi giorni della gravidanza e così cagionandogli una compromissione della funzione neuro-psichica foriera di lesioni gravi e gravissime. Purtroppo, a fronte di queste accuse il processo, fissato per l’11 gennaio 2013, non è ancora iniziato e si procede di rinvio in rinvio. Addirittura dal 22 ottobre 2013 il processo è stato rinviato al 24 giugno 2014 e da questa data, sempre senza alcuna attività, al 29 gennaio 2015 avviando il processo ad una naturale prescrizione senza l’accertamento della verità nell’interesse della giustizia. Durante l’udienza mai celebrata di ieri, i genitori di Alessio, che si sono costituiti parte civile con il patrocinio dell’avvocato Antonino Napoli, hanno inveito contro i ritardi della giustizia, urlando ed invocando che il processo venisse celebrato prima, ma il giudice anzichè accordare alla richiesta, li ha fatti allontanare dall’aula. I signori De Salvo, che si sentono presi in giro dalla giustizia, hanno voluto raccontare la loro storia ad Approdonews. Proprio domani saranno in diretta per raccontare un episodio che sarebbe accaduto proprio ieri nell’aula del tribunale di Palmi. Secondo quanto riferito dai genitori di Alessio, uno degli avvocati, un tale Borgese, che difende i due medici, avrebbe esternato una frase poco felice. Alle richieste dei due genitori di anticipare la data della prossima udienza, questi avrebbe detto che è inutile fare tanto baccano, considerando che il bambino non è mica morto. Ovviamente, la completa responsabilità di queste dichiarazioni è dei signori De Salvo. Approdonews è comunque aperto a qualsiasi replica da parte delle altre parti interessate nella vicenda.