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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 12 DICEMBRE 2024

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Vincenzo Speziali: “io, con orgoglio e credibilità, ‘avverso’ a Davigo”

Vincenzo Speziali: “io, con orgoglio e credibilità, ‘avverso’ a Davigo”

Vincenzo Speziali: “io, con orgoglio e credibilità, ‘avverso’ a Davigo”

Ecco lo vedete? Avevo ragione io!
Piercamillo Davigo non si smentisce mai: l’ultima sua intemerata la dice tutta e anche lunga, circa la sua forma di ‘cinica (nonché deprecabilmente discutibile!) burocraticicita` ‘manetterista’.
Al di là delle considerazioni di carattere pietistico, questo soggetto -difficilmente da definirsi ‘umano’- dimostra sempre il ‘suo risvolto cruento’.
L’ennesima riprova la ritroviamo nel delirio da costui pronunciato proprio ieri, durante il podcast di Fedez, allorquando il ‘gelido’ magistrato in pensione -ma comunque condannato in primo grado per divulgazione di atti istruttori- si è lanciato in una delle sue solite ‘sparate neo giacobine’: difatti, affermare “Capita che gli imputati si suicidino. Dispiace, perdi una possibile fonte”, sta a significare l’apoteosi apologetica di non avere, non tanto e non solo, rispetto per chi è -fino a prova del contrario e a sentenza passata in giudicato- un innocente conclamato (e di esempi passati e presenti, ve ne sono tanti, da Tortora a Mannino, da Andreotti a Mori, da De Donno a Subranni, come Mancino e lo ‘sfiorato’ Violante), epperò, soprattutto, principalmente, essenzialmente, quanto si disprezza la vita e la dignità della gente.
Già, (non) esimio dott. Piercamillo Davigo -con cui mi sono confrontato, a viso aperto, forte delle ‘mie giuste ragioni’ e dei nozionismi appresi negli studi liceali e universitari (ovviamente, parliamo del ‘Diritto’ e del relativo ‘Stato’ con e in cui si configura quello che sarebbe il nostro, benché formalmente, essendo esso ‘apparentemente sospeso’, proprio da lei e dai suoi colleghi milanesi, durante l’ ‘oscura stagione’ dell’inchiesta ‘Mani Pulite’), le rammento, allorquando ci confrontammo -il 24 Novembre scorso, durante la trasmissione ‘Perfidia’, magistralmente condotta, da una ‘giornalista libera’, profondamente idealista (e coerente, con la sua ‘formazione’ culturale e ideologica), ovvero Antonella Grippo- dicevo, (non)esimio dott. Davigo, ho avuto modo di dirle più di qualcosa (basterebbe rivedere la registrazione).
No, non si accetta e non non si possono accettare i ‘suoi (discutibili e confutabili!)assunti’: l’Italia Repubblicana, sorge per merito e opera, di indomiti ‘democratici’ (in maggioranza democristiani, come mio nonno), i quali ‘disegnarono’ e sancirono (proprio in Costituzione), idealità, libertà, ma, principalmente, una ‘separazione dei poteri’, lasciando autonoma, la sua categoria, la quale, visto dove siamo arrivati (ovvero a temere delle nostre singole ‘liberta`individuali, cioè il godimento dei diritti essenziali e primari, senza menzionare, l’autonomia di pensiero o opinione’), non solo si potrebbe -giustamente!- definirvi ‘casta bramina’ (stile i ‘bostoniani cattolici’ tipo il patriarca dei Kennedy, cioè il loro padre, che era ‘spregiudicato’ più di un cincinin!), bensì -come ben giustamente, vi ‘appellava’, Francesco Cossiga (che mi ha allevato, ed era amico e collega di mio nonno, ma differentemente da lui (sore mio nonno), Cossiga era un docente, di ‘Diritto Costituzionale: lui, difatti , soleva ripetere , quanto voi non siete, (non)caro dottor. Davigo- un ‘potere’, bensì un ‘ordine’, cioè una categoria professionale, pur se rappresentate, talvolta abusandone, un potere costituzionale, cioè quello giudiziario.
Già, esiste differenza: l’ordine è ‘incardinato’ tra e nei i ‘Poteri dello Stato’, mentre la funzione, si ritrova affidata, ad una ‘categoria’, la quale si ammanta di una non dimostrata, ‘superiorita`’ etico/morale (non siamo nell’Iran di Komeyni, né dei suoi epigoni).
(Non)Caro Davigo, faccia ammenda, non della sua carriera -essa è quella che è (discutibile robetta?)’- bensì una ‘sesquipediale falciade’, di persone -cioe` di ‘gente onesta, perbene, soprattutto ‘incensurata’ (ovvero, in assenza di ‘condanna passata in giudicato’)- e tali persone, sono esseri umani, ovvero sono coloro i quali non possono e non devono vedersi messi ‘al pubblico ludibrio’, in maniera ‘finto’ cautelare o preventiva che dir si voglia.
Dott. ‘Piercometichiami’, le sue sono state non parole, bensì pietre tombali su ciò che rimane in merito alla certezza del Diritto ‘e delle Pene (senza voler scomodare Beccaria!).
Per non parlare poi, di una sua conclamata e manifesta, scarsa considerazione della vita e dei dolori altrui.
Le confesso una cosa: ho gioito per la condanna che le hanno inflitto, non foss’altro perché ciò la rende come noi tutti, benché la sua (non)persona è palesemente colpevole -e ci mancherebbe pure, in quanto distribuire, alla stregua del messale ecclesiastico sul sagrato, atti coperti da segreto istruttorio (può essere a fini di ‘dossieraggio’?)- non è un comportamento adamantino e, principalmente, legalitario.
Ma noi, noi cittadini, noi che abbiamo avuto passione ed impegno politico (ovviamente, in chiave e funzione anticomunista e, principalmente, antisinistrume sistrorsonoi), dicevo, noialtri siamo -e sempre saremo!- ciò che lei (e i suoi ‘disdicevoli sodali’), non ammette e non concepisce: già, con decoro, credibilità e decenza, a differenza sua, le persone tutte, ovvero gente come me, come Lillo Mannino, il defunto Enzo Tortora, oppure Roberto Formigoni, Totò Cuffaro, Clemente e Sandra Mastella, Paolo Cirino Pomicino, Peppe Scopelliti, Giuseppe Galati, Vito Bonsignore, Claudio Scajola, Claudio Signorile e Lorenzo Cesa -tanto per citare qualche esempio, senza ricorrere ad autentici martiri, tipo, Bettino Craxi, Giulio Andreotti e colui il quale per me è è stato un ‘padre’ amato e giammai rinnegato, ovvero Arnaldo Forlani (colosso di dignità e stile!)- le ribadisco, non esimio ‘Piercometichiami’, chi le ho citato assieme a me, rappresenta lo ‘splendore’ della vita, cioè la verità, la ‘parte giusta’, insomma chi ha cuore, anima e sentimento.
Stia tranquillo, Dott. Davigo, a questa lista da ‘colonna perbene’ (non certo infame, poiché siamo diversi dai nostri ‘carnefici’), non ho omesso un ‘martire’ notorio, a cui devo ‘la vita’ (oltre alla restituzione della libertà e la ‘riappropriazione’ -non certo indebita- della mia dignità stessa), cioè, l’On. Sen. Avv. Giancarlo Pittelli -e lo griderò, forte, chiaro, stentoreo, convinto, determinato, poiché mi ha cresciuto e ne sono orgoglioso come e quanto mai, essendo costui, una persona perbene, un autentico galantuomo!- quindi badi bene, sig. Davigo, ciò che dice, come lo dice e quanto lei non considera.
Gli imputati che si suicidano non sono dei timorosi che non reggono la vostra ingiusta onta -non a norma di legge inflitta- e non possono rappresentare ‘fonti investigative’ le quali vi vengono a mancare: saprei io cosa e come replicare, a lei, senza essere accusato da gentaglia finto buonista o moralista d’accatto, pure perché non ho timore alcuno in quanto io sono io e rimango io, cioè la coscienza civile di un Paese terrorizzato da questa ignobile ‘non giustizia’!
Dott Davigo, quanta ragione ebbe nello scrivere le sue tristi e vere parole, il povero Gabriele Cagliari -dal carcere in cui non vi siete fatti scrupolo di metterlo (per me ingiustamente , essendo lui un manager di Stato, quindi al servizio del Paese e dei cittadini)- nel mentre, proprio lui si accomiatava dalla vita e indirizzava la sua ultima lettera, all’amata moglie: “ci vogliono ridurre ad una canea di folla rabbiosa e schiumante”.
Nossignore, per quanto potrò -e si ricordi: qualcosa posso!- non farò nessun passo indietro, ma soprattutto non consentiro` che facciate scempio, non solo del Diritto, ma della nostra stessa Costituzione e della convivenza civile in un Paese democratico (modestamente, fondato pure da mio nonno, non da gentaglia che si rifà a Roberspierre, tipo qualcunoi), bensì non permettero` lo scempio che si fa (e che lei ha spregevolmente ribadito) della dignità umana.
Con ciò chiudo, sempre pronto a ricevere atti intimidatori di sue -probabili!- querele temerarie, ricordando però che a me, le querele mi fanno uno e due baffi, in primis perché non le considero affatto, perciò giammai forme di intimidazione (se vuole le spiego io cosa sono le intimidazioni!) e poi perché la libertà (…già la libertà!) non conosce e non deve conoscere (o sopportare!) coercizione ‘fintolelgalitaria’, quasi fosse una clava da brandire.
E comunque, ‘Piercometichiami’, io sono diverso da lei, in quanto -grazie a Dio e alla Madonna Santissima (da quella di San Luca a Bologna, fino a alla mia di Polsi) sono il suo opposto, dal punto di vista, ideologico, morale, politico e culturale, insomma sono dalla parte, non solo migliore, bensì dalla parte giusta.

Vincenzo Speziali