Vicenda Bronzi di Riace, sfilza di denunce di Chizzoniti
redazione | Il 03, Set 2014
Prodotto un dossier di 7 pagine sulla questione
Vicenda Bronzi di Riace, sfilza di denunce di Chizzoniti
Prodotto un dossier di 7 pagine sulla questione
Il Presidente della Commissione di Vigilanza e Controllo presso il Consiglio regionale della Calabria Aurelio Chizzoniti ha deciso di “trasferire i Bronzi di Riace, ma non all’Expo 15! Bensì, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano”.
Infatti, con un voluminoso dossier del 29 agosto composto da 7 pagine, ed integrato da 14 allegati, il consigliere regionale denuncia alla Procura milanese: 1) il Prof. Vittorio Sgarbi “per il sistematico tentativo di violenza privata consumato ai danni della Dott.ssa Simonetta Bonomi (Responsabile della Soprintendenza dei Beni Archeologici della Regione Calabria), minacciando di deferirla all’Autorità Giudiziaria per la reiterata e documentata opposizione avverso l’asfissiante richiesta di trasferimento dei Bonzi all’Expo 15 nonostante la scientificamente conclamata intransportabilità degli stessi”; 2) il Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini “per abuso in atti d’ufficio poiché sebbene in possesso di congrua documentazione che conferma l’inamovibilità dei Bronzi, preannuncia la costituzione di una strumentale commissione preposta alla verifica della trasferibilità degli stessi, speciosamente suggerita dal Prof. Sgarbi che impone quale componente il Prof. Bruno Zanardi definito ‘la Cassazione della situazione’, perseguendo l’evidente tentativo di eludere irresponsabilmente i numerosissimi pareri e relazioni tecniche di tenore diametralmente opposto, peraltro, da tempo giacenti presso lo stesso Ministero”; 3) “turbativa d’asta con riferimento alle performances della Net-booking – società neo costituita riconducibile al Sig. Stefano Ceci, segretario dell’On.le Franceschini – che fulmineamente si aggiudica un importantissimo appalto presso Expo 2015 che potrebbe non risultare neutro rispetto alla logica cultural-affaristica che ispira il trasferimento, a prescindere, delle famose statue”; 4) “conflitto d’interessi – quantomeno Franceschini-Ceci – la cui rilevanza penale va esplorata anche con riferimento ai protagonisti della vicenda Bronzi che scandisce il ruolo di un trio prettamente romagnolo (Sgarbi – Franceschini – Ceci)”.
Seguono una serie di disquisizioni tecnico – giuridiche a conforto dello schema investigativo devoluto all’esame della Procura Milanese nel cui contesto il politico calabrese richiama ad adiuvandum una serie di pareri, relazioni tecniche, studi scientifici di alto profilo, indagini radiogammagrafiche, interventi manutentivi di restauro, accertamenti microanalitici, micrografici e microclimatici, “quest’ultimi per garantire addirittura ‘l’aria circostante (ai Bronzi) assolutamente priva di polvere'”. Ragion per cui, prosegue Chizzoniti, “la Commissione de qua, appare per un verso il prepotente ultimo rifugio di chi persegue fini utilitaristi reconditi ma non tanto, per altro il corollario di un crescendo di astuzie volpine volte all’arrogante umiliazione di fior di professionisti che da quarant’anni hanno documentalmente certificato, senza contestazione alcuna, l’assoluta intransportabilità dei due guerrieri”.
“L’esposto, richiama una serie di congrue richieste istruttorie, fra le quali spicca: a) il sequestro ex art. 253 c.p.p. di tutta la documentazione afferente il bando della gara poi aggiudicata alla ditta Net-booking nonché quello dei pareri, studi, relazioni, approfondimenti che negano la trasportabilità dei Bronzi e da sempre acquisiti agli atti del Ministero dei Beni Culturali; b) l’escussione ex art. 377 c.p.p. dei titolari delle ditte partecipanti alla gara assegnata al braccio destro di uno dei Ministri (Franceschini) che gestiscono l’Expo 2015 che, secondo le visure camerali, al 40% è proprietà del Governo Italiano per il quale Ceci lavora”.
Infine, Chizzoniti, attraverso un autonomo atto extragiudiziario “diffida il Ministro Franceschini dal procedere alla costituzione della famigerata commissione – chiaramente ispirata da Sgarbi per sfuggenti finalità – invitandolo, ove dovesse costituirla, ancorché pleonastica ed inutile, a rispettare le statuizioni di ben due sentenze pronunciate dal TAR di Reggio Calabria e dal Consiglio di Stato che concludono per il doveroso coinvolgimento degli Enti autarchici Calabresi in qualsivoglia operazione di promozione e valorizzazione dei due guerrieri”.