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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Unioni civili, su legge Cirinnà accordo del Governo L'intesa verrà trasferita in un maxi emendamento su cui il governo porrà la fiducia

Unioni civili, su legge Cirinnà accordo del Governo L'intesa verrà trasferita in un maxi emendamento su cui il governo porrà la fiducia
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di Bruno Morgante

Oggi pomeriggio l’assemblea dei senatori del PD sarà chiamata a dare il via libera all’accordo all’interno della maggioranza di governo sulla legge Cirinnà.
L’accordo verrà trasferito in un maxi emendamento su cui il governo porrà la fiducia.
Una volta approvato dal senato il disegno di legge, secondo l’accordo, verrà approvato senza cambiare nulla alla camera e diverrà legge.
Renzi pensa di arrivare a terminare l’iter del disegno di legge entro Venerdì dell’attuale settimana.
L’accordo prevede lo scorporo dell’art. 5, che regolamenta la possibilità nelle coppie omosessuali che una/o dei partners possa adottare il/i figlio/i dell’altra/o, oltre ad aggiustamenti tecnici per evitare il taglio della corte costituzionale.
Questa parte rimarrebbe nella valutazione, caso per caso, del magistrato delle adozioni, come è attualmente, con la novità, rispetto ad oggi, che il partner di una coppia omosessuale, una volta approvata la legge, avrebbe molta più possibilità di oggi di ottenere l’adozione del figlio del partner.
Nell’accordo rimane inalterata tutta la parte che riguarda diritti e doveri delle coppie omosessuali e delle coppie di fatto.
Di fatto all’interno della coppia omosessuale, che formalizza la propria situazione davanti al sindaco, si stabiliscono diritti e doveri equiparabili a quelli di una coppia sposata, dall’eredità e dal diritto alla reversibilità in caso di morte di uno dei partner, alle decisioni da prendere per il partner in caso di malattia, al diritto al subentro nell’affitto.
Le coppie di fatto, anch’esse disciplinate dalla legge Cirinnà, che possono essere eterosessuali, tipo conviventi more uxorio che non vogliono accedere al matrimonio, o anche fratelli che vivono insieme, o pensionati che dividono la loro solitudine, vanno anch’esse formalizzate e scattano diritti e doveri reciproci tra i partners, dal diritto al subentro nell’affitto in caso di morte dell’altro partner, alla possibilità di mettere in comune patrimonio o attività economiche, dopo aver formalizzato l’intesa davanti al notaio.
C’è amaro in bocca all’interno dell’ala sinistra del PD, oltre che nelle associazioni e nelle famiglie arcobaleno, per il compromesso trovato.
Renzi, dopo il voltafaccia del M5S, che ha bocciato l’emendamento canguro che avrebbe permesso di far decadere gli oltre cinquemila emendamenti e di passare all’approvazione della legge nella stessa giornata di Martedì scorso, ha deciso che non si può puntare ad approvare velocemente la legge contando sui voti determinanti dei penta stellati, considerati inaffidabili e disinteressati alla legge, anche perché senza l’approvazione di un maxiemendamento che elimini gli altri la legge finirebbe nella palude di dibattiti e regolamenti, con la quasi certezza dell’impossibilità di arrivare al voto.
Bisogna dire che il M5S si è defilato da solo dall’incidere su questa legge.
Per la seconda volta, dopo la sceneggiata che ha distrutto Bersani, si è dimostrato inaffidabile.
Sia chiaro, è legittima politicamente la sua azione per distruggere il PD, individuato da subito come il campo da cui possono venire voti, ma è altrettanto legittima la diffidenza del PD, dopo due scottature.
Il PD è l’unico che può garantire l’approvazione di questa legge.
E’ sua la responsabilità di arrivare ad approvare con una maggioranza sicura una legge possibile sulle unioni civili, essendo maggioranza relativa al senato e maggioranza assoluta alla camera.
Per le leggi di iniziativa parlamentare è difficilissimo far passare una legge se non c’è un accordo sugli emendamenti e sui tempi del dibattito, specialmente se c’è un clima infuocato tra maggioranza e opposizione, per cui qualsiasi occasione è buona per mandare sotto il governo o il suo presidente, indipendentemente dall’oggetto in discussione.
Se fosse una legge di emanazione governativa, godrebbe di corsie preferenziali, di tempi contingentati, del voto di fiducia, contro l’eccesso di emendamenti, che hanno solo l’obiettivo di non far arrivare a votare la legge, una distorsione, questa, degli obiettivi dell’ostruzionismo parlamentare, che è uno strumento legittimo di lotta nelle democrazie parlamentari.
L’ostruzionismo, come metodo di lotta parlamentare, è nato come mezzo eccezionale per allungare i tempi di approvazione di una legge, ritenuta dannosa dall’opposizione, al fine di interessare i mezzi di comunicazione e di informare l’opinione pubblica sulla propria lotta, oltre che a tentare di aprire crepe nella maggioranza per fare ritirare la legge.
Non è nato certo per impedire a una maggioranza il diritto dovere di poter votare una legge.
Quando De Maio dice che in due giorni si smaltivano gli emendamenti della Lega, che uniti agli altri assommavano a circa 500, inganna consapevolmente gli italiani.
Su ogni emendamento ogni gruppo ha la facoltà di intervenire.
Ogni deputato ha la facoltà di intervenire in dissenso con il suo gruppo.
Pensiamo all’occasione ghiotta di far perdere la faccia a Renzi, che aveva garantito che questa legge si sarebbe fatta, occasione che veniva servita in un piatto d’argento alle opposizioni, nel clima attuale di scontro a tutto campo.
Una volta intrapreso il cammino con il M5S e la Sinistra Italiana favorevoli alla legge, mentre una parte del governo era contraria, sarebbe stato difficile alla fine trovare rimedi ad eventuale voltafaccia dl M5S, dovuto a qualsiasi incidente di percorso, magari a una frase di sberleffo nei confronti del loro guru Grillo o Casaleggio sulla loro capigliatura.
Qualcuno è in grado di dire che questa ipotesi è irreale? Tutti sarebbero intervenuti, magari per leggere pezzi dei promessi sposi.
Nessuno accordo sarebbe stato possibile nella conferenza dei capigruppo per contingentare i tempi di intervento, in quanto la Lega non avrebbe mai accettato e il M5S sarebbe stato contrario “in difesa della libertà di ognuno di esprimere il proprio pensiero”!
Mettiamo dieci minuti ad intervento per venti interventi ad emendamento.
Duecento minuti, pari a tre ore abbondanti per emendamento.
Per 500 emendamenti, arriviamo a 1500 ore di dibattito.
Anche volendo considerare 10 ore di lavoro ininterrotto, per cinque giorni alla settimana, si arriverebbe a 210 giorni.
La discussione, essendo una legge di iniziativa parlamentare, secondo il regolamento parlamentare si deve interrompere per dare corsia preferenziale ai decreti leggi da convertire, alle leggi di iniziativa governativa, alle leggi sul bilancio, a dibattiti richiesti da parte del governo o da parte dell’assemblea.
La legge non sarebbe mai arrivata al voto finale.
I pentastellati ormai conoscono i regolamenti parlamentari ed hanno ben imparato ad utilizzarli per mettere in difficoltà il PD.
L’amaro in bocca rimane a tutti anche per il fatto che, fino alla sera prima di andare a votare l’emendamento canguro, i pentastellati avevano deciso di votarlo, salvo ripensarci dopo un intervento del duo Grillo, Casaleggio sul “portavoce” Di Maio.
Il dato politico che emerge, però, è che tutta l’opposizione demonizza l’eventuale lavoro per trovare un compromesso che unisca anche il PD e porti all’approvazione di una legge sulle unioni civili.
Una volta tutti i manuali della buona politica recitavano che il compromesso per raggiungere il migliore risultato possibile è la vera arte della politica.
Solo in questo momento storico di demonizzazione della politica è diventato un fatto quasi immorale.
Bisogna, invece, prendere atto che, se il PD riesce a trovare un accordo all’interno della maggioranza e a blindarlo con il voto di fiducia, dimostra di essere un partito capace di perseguire obiettivi e di trovare la strada per portare in porto i migliori risultati possibili in riferimento agli obiettivi iniziali.
Sarebbe una novità dopo anni di massimalismo parolaio, di lotte personali e di pochi fatti.
Può anche rimanere un poco di amaro in bocca perchè non si raggiunge al 100% l’obiettivo iniziale, ma la valutazione di merito dovrebbe essere se si è fatto un passo in avanti rispetto alla realtà attuale o se era meglio rimanere fermi.
Può darsi che sia un indizio che la cultura riformista e di governo a fatica si sta affermando in Italia e a sinistra.