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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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Unicredit: utile in calo, ma meglio di stime

Unicredit: utile in calo, ma meglio di stime

| Il 23, Mar 2011

Sì al salvataggio del gruppo Ligresti: accordo con Premafin, sul piatto 170 mln

Unicredit: utile in calo, ma meglio di stime

Sì al salvataggio del gruppo Ligresti: accordo con Premafin, sul piatto 170 mln

 

(ANSA) LONDRA  – Unicredit ha chiuso il 2010 con un utile netto consolidato di 1.323 milioni in calo del 22,2% rispetto agli 1,7 miliardi di euro del 2009. Lo comunica il Gruppo di Piazza Cordusio in una nota. Il risultato è però meglio delle attese degli analisti che prevedevano un utile di 1,2 miliardi di euro. L’utile del quarto trimestre è di 321 milioni ed è in rialzo del 9% rispetto al terzo. Anche in questo caso il risultato è superiore alle stime del consensus. Confermata, come per lo scorso anno, una cedola a 0,03 euro. L’andamento trimestrale si é contraddistinto per la tenuta del margine di intermediazione (+0,9% trimestre/trimestre nonostante la marcata flessione del risultato di negoziazione, grazie soprattutto alla forte dinamica di interessi netti e commissioni nette), il contenimento dei costi (-4% trim/trim) e rettifiche su crediti in crescita. Nel 2010 il margine d’intermediazione raggiunge i 26.347 milioni di euro (-5,9% cambi e perimetro costanti, e 6.554 milioni nel quarto trimestre 2010, (+0,9% trim/trim nonostante la forte flessione dei proventi da negoziazione, copertura e fair value per effetto delle difficili condizioni dei mercati finanziari). I costi operativi ammontano a 15.483 milioni di euro nel 2010, (-0,1% a cambi e perimetro costanti. Per quanto riguarda la dinamica trimestrale, i costi operativi nel quarto trimestre 2010 risultano pari a 3.755 milioni di euro, -4,0% trim/trim (-0,7% trim/trim a cambi e perimetro costanti ed al netto di alcuni elementi non ricorrenti, contabilizzati nel terzo trimestre e quarto trimestre 2010). Gli interessi netti si attestano a 15.993 milioni di euro (-9,3% a/a a cambi e perimetro costanti), influenzati da un contesto di tassi decisamente più sfavorevole rispetto al 2009, sia pure con un graduale miglioramento verso la fine del 2010. Le commissioni nette risultano pari a 8.455 milioni di euro nel 2010, in marcata crescita (+8,4% a cambi e perimetro costanti) rispetto all’anno precedente, con una buona ripresa delle attività di risparmio gestito ma anche un soddisfacente andamento delle altre voci commissionali. Confermata la solidità dello stato patrimoniale con il Core Tier 1 ratio si che attesta all’8,58% e il tier 1 a 9,46%. Appare positiva Unicredit in avvio di seduta in Piazza Affari dopo i risultati 2010. Il titolo di Piazza Cordusio segna un rialzo dello 0,85% a 1,77 euro. Avvio di seduta positivo anche per Premafin. Il titolo della finanziaria che fa capo alla famiglia Ligresti guadagna l’1,71% a 0,62 euro. Invariata invece Fonsai a 6,6 euro. FONSAI: SI’ UNICREDIT A SALVATAGGIO – Il cda di Unicredit dà il via libera al salvataggio del gruppo Ligresti. La banca ha infatti siglato un accordo con Premafin, la holding che controlla Fonsai, mettendo sul piatto 170 milioni di euro per salire al 6,6% del capitale della compagnia nell’ambito dell’aumento di capitale da 460 milioni già deliberato. La cifra, che rappresenta un forte premio rispetto alle quotazioni di Fonsai (per acquistare il 6,6% del capitale ordinario sul mercato basterebbero 54 milioni), entrerà in gran parte nelle casse di Premafin, cioé dei Ligresti, permettendo alla holding di non diluirsi sotto il 35% e mantenere così il controllo di Fonsai. Il ruolo di ‘cavaliere bianco’ che la banca si è ritagliata é stato anche all’origine delle dimissioni dal cda di Unicredit di Salvatore Ligresti, che ha ritenuto di fare un passo indietro “in relazione all’evolversi delle relazioni di affari” tra la banca e il gruppo del debitore-socio. L’operazione, svolta tra parti correlate, ha necessitato dell’approvazione dell’apposito comitato, che ha deliberato all’unanimità ma senza la partecipazione – su richiesta della Consob – del presidente Dieter Rampl, di Fabrizio Palenzona e Carlo Pesenti, consiglieri anche di Mediobanca (esposta verso Fonsai per 1,1 miliardi e di cui la compagnia è a sua volta socia). L’intervento di Unicredit – dettato dalla necessità di mettere in sicurezza un gruppo esposto per circa 600 milioni verso Piazza Cordusio e che ha in Fonsai il suo asset principale – verrà ripagato con rilevanti poteri di governance nella compagnia che deriveranno da un patto parasociale della durata di tre anni e dal pagamento di un premio nel caso in cui, alla fine del 2016, il valore del pacchetto Premafin in Fonsai sia superiore al valore dello stesso pacchetto calcolato al prezzo teorico dopo lo stacco del diritto di opzione. Perché l’operazione vada in porto occorrerà però ottenere l’esenzione da parte della Consob all’obbligo di opa su Fonsai. “Obiettivo dell’accordo, anche alla luce del rapporto che storicamente lega la banca al primario gruppo assicurativo – si legge in una nota congiunta – è quello di consentire a Premafin di procedere all’operazione di rafforzamento patrimoniale della propria controllata e alla banca di acquisire una stabile partecipazione di minoranza qualificata con la possibilità di beneficiare di una valorizzazione del proprio investimento nel medio lungo periodo”. Il patto attribuisce a Piazza Cordusio il diritto a tre consiglieri nel cda di Fonsai (due dei quali faranno parte del comitato esecutivo e il terzo sarà presidente dei comitati in cui è prevista la presenza di un indipendente) e il presidente dei sindaci (solo, però, in mancanza di una lista di minoranza). Inoltre su alcune operazioni straordinarie (come per esempio quelle sul capitale o che incidono sul perimetro di Fonsai) il cda dovrà deliberare con il parere favorevole di un comitato di consiglieri indipendenti, tra cui quello designato da Unicredit mentre per gli aumenti con esclusione del diritto di opzione servirà il consenso di Piazza Cordusio. Infine la cessione da parte di Premafin di una quota superiore al 10% farà scattare il diritto di co-vendita per Unicredit. Grazie all’intervento di Unicredit potranno scattare le ricapitalizzazioni di Fonsai e della controllata Milano Assicurazioni senza che i Ligresti vengano ridimensionati a soci di ‘serie B’. L’ammontare degli aumenti – attesi per un valore complessivo di circa 750 milioni – sarà probabilmente di poco inferiore al rosso – si parla di 800-900 milioni – di Fonsai.

redazione@approdonews.it