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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 MAGGIO 2024

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Una mostra iconografica su San Francesco da Paola Domani, a Spezzano della Sila, alle ore 19.15

Una mostra iconografica su San Francesco da Paola Domani, a Spezzano della Sila, alle ore 19.15
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Domani, a Spezzano della Sila, alle ore 19.15,
nell’ambito dei festeggiamenti di San Francesco di Paola, nel convento da
poco restaurato, verrà inaugurata la mostra iconografica “La vita e i
miracoli di San Francesco di Paola nelle illustrazioni seicentesche di
Alessandro Baratta”, curata da Ercole Pasqua e Demetrio Guzzardi.

L’iconografia di San Francesco ha origine dalla sua vera effige eseguita da
Jean Bourdichon, pittore della corte di Luigi XI, amico personale del Santo.
Egli fece il calco direttamente dal suo viso subito dopo la morte e venne
poi utilizzato per i vari ritratti in epoca successiva. La tradizione vuole,
però, che il primo ritratto fu fatto eseguire dal re Ferrante d’Aragona nel
1483, quando San Francesco fu suo ospite a Napoli, attualmente conservato
nella chiesa di San Francesco di Paola a Montalto Uffugo (Cs). Tra i libri
che presentano immagini su San Francesco ebbe molto successo La vita e i
miracoli del gloriosissimo Padre San Francesco di Paola fondatore
dell’Ordine dei Minimi, con 64 incisioni di Alessandro Baratta, e le Rime di
don Orazio Nardino cosentino, edito a Napoli nel 1622. Gli esemplari della
prima edizione sono conservati presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, la
Civica di Cosenza e la Biblioteca della Casa Generalizia dell’Ordine dei
Minimi a Roma.
Dell’incisore Alessandro Baratta si hanno poche notizie, nato a Scigliano
(Cs), è documentato a Napoli negli anni 1613-1630, dove ha realizzato
numerose stampe topografiche e vedute a volo d’uccello della città
partenopea. Il suo stile risulta legato ad un’impronta manierista, ma si
mostra aperto a recepire le novità luministiche della pittura seicentesca.
Gli studi di Pietro Amato sulle incisioni hanno individuato una correlazione
con gli affreschi del chiostro del convento di Paterno Calabro (Cs), di cui
si conservano ancora alcuni brani, ma non è ben chiaro se siano le stampe a
dipendere da questi ultimi o viceversa. Le tavole illustrano episodi della
vita di San Francesco di Paola, dalla nascita alla morte, con l’aggiunta di
miracoli operati post mortem, fino alla canonizzazione celebrata da Leone X
il 1° maggio 1519. Ciascuna incisione è corredata da una didascalia scritta
a lettere capitali, in cui l’autore descrive brevemente l’episodio
raffigurato, e un sonetto in due quartine di don Orazio Nardino in corsivo.
Spesso due o tre episodi sono rappresentati nella medesima tavola attraverso
diverse soluzioni; in alcuni casi l’avvenimento secondario, legato a quello
principale raffigurato in primo piano, viene rappresentato in un riquadro
inserito in elementi architettonici sullo sfondo; in altri casi i due
episodi si svolgono nello stesso ambiente senza alcun artificio
architettonico.
Nell’intero ciclo Alessandro Baratta si mostra sensibile nella
raffigurazione del Santo, il cui aspetto cambia in base ai diversi periodi
della sua vita: nelle prime tavole viene raffigurato come un giovane imberbe
mentre in quelle successive sarà caratterizzato dalla barba lunga e dal
cappuccio che gli ricopre il capo. L’opera del Baratta s’inserisce a pieno
titolo nel filone dei grandi cicli iconografici sulla vita del Santo che
furono realizzati, a partire dalla seconda metà del XVI secolo, in numerosi
conventi italiani e d’oltralpe. Le sue incisioni a bulino esercitarono un
notevole impulso divulgativo e furono un importante mezzo di diffusione
della biografia e del messaggio di San Francesco che, attraverso le
immagini, potè giungere fino agli strati più umili della popolazione.