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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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Un processo letterario Narrazione del giurista blogger Giovanni Cardona di un reale e intrigante dibattimento letterario ottocentesco

Un processo letterario Narrazione del giurista blogger Giovanni Cardona di un reale e intrigante dibattimento letterario ottocentesco
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Finendo il 1869, avveniva a Londra la misteriosa scomparsa di un giovane, certo Edwin Drood.
II 24 dicembre, vale a dire alla vigilia di Natale, questi si era recato a fare una visita al proprio zio John Jasper, uomo piuttosto misantropo e solitario, abitante in una casetta appartata d’una viuzza giù di mano della grande metropoli.
Alcuni avevano incontrato il giovane mentre si recava dal parente; era stato anche veduto varcare la soglia di quella casetta alquanto misteriosa; nessuno lo aveva poi veduto uscire.
In base a tali constatazioni i sospetti si concentrarono subito sullo zio Jasper e aumentarono ancora quando si venne a scoprire gli specialissimi rapporti esistenti tra il giovane e quell’uomo già attempato; entrambi, infatti, amavano una stessa ragazza, Rosa Bud.
Si poteva quindi pensare che movente dei delitto fosse la gelosia.
Un delitto misterioso, dunque… Ma bisogna notare questa sua particolarissima specialità.
Che il nominato Edwin Drood morì senza però che fosse mai nato. O meglio era nato nella fantasia di un grande scrittore, come personaggio di romanzo.
Tutta la torbida e oscura vicenda descritta più sopra (visita allo zio, scomparsa misteriosa, indagini, probabile gelosia fra i due) costituiva semplicemente i primi sei capitoli del libro. Il quale libro doveva intitolarsi dal nome del protagonista “Edwin Drood”: chi lo immaginò fu Carlo Dickens.
Lo aveva iniziato sulla fine del 1869; aveva allora 58 anni ed era l’autore più Ietto, più ammirato, più amato dell’Inghilterra.
Durante il compimento di quella sua nuova fatica, però, egli cominciò a sentire qualche sintomo preoccupante che già lo aveva angustiato qualche tempo prima: la feconda, esuberante, miracolosa agilità della sua fantasia era meno pronta nell’aggrovigliare le trame del racconto la mano si stancava presto di reggere la penna mentre nei bei giorni empiva, in una sola mattina, mucchi di cartelle con gioiosa, impetuosa alacrità.
Questi segni si rivelarono ben presto come gli annunzi di una catastrofe.
Il giorno 08 giugno 1870, dopo aver passato tutta la mattinata al tavolino, si sforzo di mettersi a mensa coi suoi, ma non poté nascondere il proprio abbattimento e la propria stanchezza.
Di un tratto vacillò e sarebbe caduto se non lo avessero sorretto: “per terra” …, furono queste le ultime parole che gli udirono mormorare a stento in un rantolo. Colla sua vita rimaneva troncato, cosi brutalmente, il racconto del popolarissimo narratore.
In tal modo il mistero che si addensava intorno alla vicenda del giovane Edwin Drood rimaneva insoluto.
Dagli appunti trovati fra i manoscritti del Dickens risultava che la luce sul delitto si sarebbe avuta solo agli ultimi capitoli: si sarebbe scoperto allora che il cadavere del giovane era stato fatto scomparire gettandolo in un deposito di calce viva.
La traccia per questa rivelazione doveva essere costituita da un anello che Edwin Drood aveva acquistato per regalare a colei che amava, a Rosa Bud, ma che questa aveva rifiutato dichiarando di amarlo semplicemente come un fratello e avendo già donato il cuore ad un altro uomo.
Ma era stato veramente Jasper l’assassino?
In Inghilterra vi sono degli eruditi specializzati nello studio del Dickens così come altri si dedicano alle ricerche intorno a Shakespeare e come in Italia vi sono i dantisti.
Il fecondissimo narratore con la sua opera così vasta che va dal famoso “Circolo Pickwick” alle “Memorie di Davide Copperfield” offre vastissimo pascolo a simili studi.
E‘ naturale che anche in fondo ai punti interrogativi riguardanti il romanzo interrotto non siano mancate le indagini e le dispute, con molto interessamento del pubblico che continua ad amare il Dickens come un beniamino.
Ma, come ciò non bastasse, un bel giorno si ebbe un avvenimento unico, a quanto crediamo, nella storia letteraria. II celeberrimo commediografo Bernard Shaw ebbe questa peregrina idea: “Ma se il nominato John Jasper è sospettato di avere commesso un delitto sulla persona del nipote perché non lo sottoponiamo a regolare procedimento penale?”
L’idea era semplice come quella del classico uovo di Colombo e suscitò unanimi consensi.
Un gruppo di notissimi letterati e giornalisti iniziò una vera e propria istruttoria e si arrivo a svolgere il processo in tutte le regole.
In base ai fogli dell’epoca possiamo precisare il giorno dello storico avvenimento che si svolse il 12 gennaio 1914.
Bernard Shaw si prese la parte di capo della giuria; uno scrittore non meno illustre di lui, G. K. Chesterton, la cui statura monumentale è celebre come i suoi romanzi, ebbe la parrucca bianca e il manto d‘ermellino del giudice.
Altre personalità letterarie ed artistiche ed alcune attrici con alcuni attori fornirono i testimoni e gli avvocati.
Il processo, svoltosi al King’s Hall in una sola seduta, fu una cosa spassosissima: John Jasper, l’imputato che indossava un abito del tempo fu interrogato a lungo, ma non volle o non seppe dir nulla.
Altri personaggi del romanzo erano Rosa Bud, Helena Landles, Crisparkle e diversi altri i quali deposero pro e contro.
Una vera adunata di fantasmi nati dal sogno di un autore e chiamati a convegno nel mondo degli uomini in carne ed ossa.
L’avvocato difensore mise in guardia i giudici prospettando loro questa tesi: che il Dickens, abilissimo narratore, in tutte le altre opere presenta delle sorprese e dei colpi di scena da vero e proprio romanzo poliziesco; tenendo conto di questo suo carattere si poteva pensare che, negli ultimi capitoli, Jasper sarebbe risultato innocente proprio perché nei primi capitoli appariva colpevole.
A mezzanotte lo Shaw, quale capo dei giurati, dopo il riassunto del presidente del tribunale, sorse a dichiarare Jasper colpevole di omicidio involontario e lo raccomandò alla clemenza dei giudici i quali non presero nessuna decisione.
In fondo aveva ragione Bernard Shaw quando affermava: “La giustizia è sempre giustizia, anche se è fatta sempre in ritardo e, alla fine, è fatta solo per sbaglio.”