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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 15 DICEMBRE 2024

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Tumore prostata, grande scoperta alla “Magna Graecia” Studio realizzato nell'ateneo catanzarese da Sebastiano Messineo in collaborazione con l'istituto spagnolo Imibic di Cordoba

Tumore prostata, grande scoperta alla “Magna Graecia” Studio realizzato nell'ateneo catanzarese da Sebastiano Messineo in collaborazione con l'istituto spagnolo Imibic di Cordoba
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Individuato un biomarcatore di aggressività del tumore della prostata, la visfatina, i cui livelli aumentano in condizioni di ridotta presenza di ossigeno e si riducono con la metformina. Lo ha scoperto uno studio realizzato da Sebastiano Messineo dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, in collaborazione con l’istituto IMIBIC di Cordoba (Spagna). I risultati sono stati presentati al congresso annuale dell’European association for the study of diabetes (Easd) in corso a Lisbona (Portogallo) e diffusi in una nota della Società italiana di diabetologia (Sid).

Il tumore lavora meglio “in apnea” visto che la mancanza di ossigeno stimola l’espressione di una serie di geni che ne facilitano la progressione. Uno di questi è quello che codifica per l’HIF1 (Hypoxia-inducible factor 1) un fattore che a sua volta induce l’espressione di altri geni, quali quello della visfatina, prodotta dal tessuto adiposo, che gioca un ruolo importante nel promuovere la proliferazione dei tumori. Un aumento dei livelli di visfatina nel sangue si riscontra sia nell’obesità che in alcuni tumori, come il cancro della prostata. Nello studio sono state indagate le variazioni del sistema HIF1 – visfatina in relazione al trattamento con metformina (farmaco utilizzato nel trattamento del diabete di tipo 2 da oltre 50 anni), nei pazienti affetti da cancro della prostata. I risultati suggeriscono un ruolo della visfatina come possibile nuovo biomarcatore di aggressività del tumore della prostata. E’ noto da tempo che la metformina, farmaco che aumenta la sensibilità dei tessuti all’insulina, presenta anche degli effetti inibitori sulla proliferazione cellulare. Nella prima parte dello studio gli autori hanno valutato l’effetto di questo farmaco anti-diabete su cellule di cancro della prostata sia in condizioni normali, che di mancanza di ossigeno (ipossia).

In una seconda fase, sono stati dosati i livelli di visfatina nel sangue di pazienti affetti da cancro della prostata, con diverso indice di massa corporea e trattati o meno con metformina. I risultati hanno evidenziato che la metformina riduce i livelli di HIF1 a livello delle cellule e quelli di visfatina sia nelle cellule tumorali, che nel sangue dei pazienti affetti da tumore della prostata. Questi risultati suggeriscono che il trattamento con metformina è in grado di ridurre i livelli di visfatina nel sangue dei pazienti con cancro della prostata, attraverso la riduzione dei livelli di HIF1. L’HIF1 non può essere facilmente misurato nel paziente ed è quindi poco adatto come biomarcatore tumorale. Al contrario invece la visfatina, direttamente controllata da HIF1, si presenta come un ottimo biomarcatore non invasivo per il monitoraggio dell’aggressività del cancro della prostata. “I risultati di questa ricerca potrebbero avere promettenti ricadute cliniche per gli uomini affetti da tumore della prostata”. ha commentato Giorgio Sesti, presidente della Sid.