Taurianova, dibattito sulla ‘ndrangheta nell’ambito della festa cittadina di Sel
redazione | Il 01, Set 2011
Per il procuratore generale della Corte di appello di Ancona, Vincenzo Macrì, “la mafia è un’istituzione tra le istituzioni”
Taurianova, dibattito sulla ‘ndrangheta nell’ambito della festa cittadina di Sel
Per il procuratore generale della Corte di appello di Ancona, Vincenzo Macrì, “la mafia è un’istituzione tra le istituzioni”
TAURIANOVA – Si è svolto, presso la cornice della villa comunale “Antonino Fava” di Taurianova, un incontro-dibattito, nell’ambito della due giorni organizzata dalla sezione locale di Sinistra Ecologia e Libertà, sul tema della legalità.
Gli interventi dei relatori – introdotti dai saluti di Giuliano Boeti di Sel e moderati dal direttore di Approdo News Salvatore Lazzaro – sono stati incentrati sugli spunti di riflessione contenuti nel volume ’Ndrangheta di Enzo Ciconte, che, secondo il giornalista Giuseppe Baldessarro, rappresenta una delle poche opere attraverso cui è possibile apprendere “la genesi di questo fenomeno criminale, per poi comprendere cosa, realmente, è la ’ndrangheta”. Il giornalista, nel suo intervento, ha messo, inoltre, in evidenza, la necessità di “una reazione collettiva, che parta dal basso e diventi cultura dell’antimafia”. È seguito l’intervento dell’ex sindaco di Rosarno, Peppino Lavorato, che si è soffermato sul potere della ’ndrangheta nell’economia mondiale, un potere che, però, trova le sue radici proprio nei nostri territori. Per questo, secondo Lavorato, per sconfiggere la ’ndrangheta, bisogna “estirparla dove essa ha le proprie radici”. Peppino Lavorato ha, poi, espresso la sua solidarietà e vicinanza all’attuale sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, – che nei giorni scorsi è stata mirino di intimidazioni mafiose – la quale è intervenuta al dibattito, esprimendo la volontà di “continuare ad amministrare, per dare un volto nuovo a Rosarno”.
A seguire, il vice presidente di Libera, Don Pino Demasi che, nel suo intervento, ha inteso sottolineare che “il lavoro sui terreni confiscati alle mafie, che, oggi, possiamo considerare una scommessa vinta”, s’inserisce in una più ampia prospettiva, una lotta quotidiana, un’operazione culturale che ci coinvolge tutti e “comincia la mattina quando scegliamo in quale bar andare a prendere il caffè”.
Ha preso, poi, la parola il procuratore generale della Corte d’Appello di Ancona, Vincenzo Macrì, che ha definito la ’ndrangheta “un’istituzione, tra le istituzioni”, che poggia la sua forza su due principali pilastri, che sono “il potere economico derivante dai traffici di droga e i poteri occulti costituiti dalla famosa zona grigia” dei conniventi. Ha concluso, infine, l’interessante dibattito, il commissario provinciale di Sel, Andrea Di Martino, che, parlato della responsabilità dei partiti politici che devono, innanzitutto, coinvolgere i giovani, per, poi, intraprendere una “missione di cambiamento” che si traduca in “un’azione concreta di contrasto” alle mafie.
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