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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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“Taurianova Cambia”? E se cambia, quando “cumbia”? Dagli “acrobati della quaglia” al conglomerato cementizio

“Taurianova Cambia”? E se cambia, quando “cumbia”? Dagli “acrobati della quaglia” al conglomerato cementizio
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Quando Napoleone disse che “Ci sono solo due forze che uniscono gli uomini: la paura e l’interesse”, sicuramente era reduce da Waterloo e non era più quel condottiero impavido e spavaldo di un tempo. Di “Napoleoni” in provetta la storia ne è piena, e se consideriamo che nel tempo ad essi, si sono poi aggiunti i “Marchese del Grillo”, abbiamo sistemato la quadratura del cerchio del “Io so io e voi non siete un cazzo”. In questi tre anni e passa di amministrazione “Taurianova Cambia”, fino al culmine delle “inevitabili” dimissioni (per mera opportunità) dell’intoccabile vicesindaco Patrizio, nate per evitare scenari apocalittici, di “trasformazioni” in quella maggioranza uscita alle elezioni con 10 consiglieri, ce ne sono state. Ovviamente cambiare idea è lecito, e nessuno per tale motivo sarà soggetto al supplizio di Marsia (che non è una barretta di cioccolato. Meglio precisarlo, vista la questione “dell’aia”), anzi nascono per questi dei sentimenti compassionevoli.
Ma veniamo al dunque, la Patrizio, assessore e vicesindaco in quota Pd si dimette e tutti a scapicollarsi subito dopo con comunicati per manifestare la vicinanza per l’immenso lavoro svolto (?) in questi anni e nei fatti anticipando il benvenuto come consigliere comunale quando lo “spaesato” dandy Romeo si dimetterà. L’unica nota positiva, tastando il terreno è che con le dimissioni la città finalmente ha saputo che c’era un vicesindaco, al di là delle vongole in padella e dei silenzi di facciata. E intanto la “cumbia di chi cambia” resta solo una canzonetta per “molleggiati” con il disco che si è pure consumato. Con un “coup de théatre”, peggio di una furbata notturna che non si vedeva dai tempi della Balena bianca, si nomina un nuovo vicesindaco che non è del Pd, ma è quella “ragazzina” dai petali di rosa al seguito come tappeto da calpestare, e con aria tra una Madame Butterfly e l’impertinenza di Jane Bennet di “Orgoglio e pregiudizio”, chiamata Ferraro, assessore in quota Scionti. Però, proviene da un Rione a me caro, quella Zaccheria, fatta di pane e umiltà per tradizione. Nei fatti è iniziato il processo di “Sciontizzazione nobiliare del Grillo” della “Taurianova Cambia (-2.0)” per i prossimi due anni che sono rimasti. Perché tanto oramai si è capito, Scionti è padrone di tutto, può fare ciò che vuole, ma nessuno pur essendo calpestato nella sua dignità politica non lo farà mai cadere, e lui lo sa e approfitta! Io l’avevo anticipato cosa pensavo di lui e mi è testimone anche una consigliera di maggioranza la notte del ballottaggio. Ammetto di essere stato lungimirante (come sempre da moltissimi anni).
Quindi, il Pd si vede defraudato con i suoi 1274 voti che ha consentito a Scionti, nella maggior parte di esistere politicamente e si ritrova messo al tappeto da quella lista di 705 voti chiamata “Comitato Civico”, nei fatti una lista “associativa” che in questi anni si è fatta valere e pure tanto (porca miseria). Ma Scionti non è come Alice che “guarda i gatti e i gatti guardano nel sole. Mentre il mondo sta girando senza fretta”, perché lui è il “mondo”o così almeno si crede. Restando in attesa dei prossimi mal di pancia, quando ci sarà il nuovo assessore del Pd e se Scionti toglierà la delega a “petali di rosa” per ridarla, com’è naturale che sia, a loro. E poi del passaggio delle consegne “Dandy/Nebbia”, su cosa accadrà in quei banchi con la colla cinese nelle poltrone.
“Se c’è qualcuno che c’ha voglia di ballare, si faccia avanti, si faccia avanti, se c’è qualcuno che c’ha voglia di cambiare, si faccia avanti si faccia avanti”. E arriva lui! Un uomo, un selfie, una quaglia in preda a canali di scolo e tombini da pulire, “ripulito” da una dieta che lo fa sentire come il nuovo Clark Gable delle albicocche in fiore. Il suo motto è “coerenza e coraggio”, oddio mi sa che stavolta l’ho sparata grossa, chiedo scusa e rimangio tutto. Sulla “coerenza” ha illuso un “innamoramento” e sul “coraggio” ultimamente in consiglio si vede all’inizio e poi sparisce lasciando quelle buche come quelle che scavano le talpe per nascondersi. Ma lui e il cemento sono un tutt’uno, tappa tutto. Cemento per tutti è il suo motto. Stiamo parlando di Nino il Moro (Caridi) dei Grillo Sciontizzati. E mentre tutti sono concentrati con il nome dell’assessore in quota Pd, si trascura quello in quota dell’acrobata “arruzzolato” del cemento Caridi, ahimè, l’assessore ai cipressi in quota “Ncd”, Alternativa Popolare” o chicche e sia, come diceva Totò, l’attuale Mina Raso, che sembra essere in netta rottura con il Moro del Grillo (sic!). E si dice ma io non ci credo, che la stessa sarà sostituita. Scionti che è padrone assoluto del mondo e delle frazioni, isole comprese, accetterà questa sostituzione? Visto che lo stesso sa in cor suo, che seppur dicesse di no, non cambierebbe nulla nella sua maggioranza, Caridi c’è ed è fedele nei secoli (sic!). E anche quando lo stesso Scionti non ci sarà più, mentre altri usano la colla cinese sulle proprie poltrone, Caridi ha una colla a tenuta infinita. Non se ne andrà nemmeno con le cannonate, e se Scionti sarà sfiduciato, lui quella poltrona se la porterà pure a casa. Paradossalmente è l’alleato più fedele, più della sua coalizione originaria stessa. Scionti alza la voce e lui una cioccolatino tenero, grazioso “sciontizzato”. Ma poi, quando il gatto non c’è, ops, Scionti non c’è, si trasforma nell’uomo cemento con la cravatta, duro e puro come un purè.
E poi caro Fabio Scionti, detto tra noi, qualora mancasse, un numero (nove) in più, avulso dal Moro del Grillo, per l’approvazione del bilancio, si trova sempre…
Don Chisciotte senza Mancia
(GiLar)