Tagli dei tribunali, Rossano verso la chiusura
redazione | Il 13, Giu 2013
In Commissione giustizia al Senato è stato aperto il dibattito tra chi non intende modificare i tagli previsti dal Governo monti e chi prova a recuperare qualche presidio. Tra questi c’è quello di Rossano che dovrebbe essere accorpato a Castrovillari, ma che si prova a recuperare rispetto alla densità criminale e alle esigenze territoriali
Tagli dei tribunali, Rossano verso la chiusura
In Commissione giustizia al Senato è stato aperto il dibattito tra chi non intende modificare i tagli previsti dal Governo monti e chi prova a recuperare qualche presidio. Tra questi c’è quello di Rossano che dovrebbe essere accorpato a Castrovillari, ma che si prova a recuperare rispetto alla densità criminale e alle esigenze territoriali
La Commissione Giustizia del Senato non vuol sentir ragioni. È vero che ci sono stati gli appelli del Capo dello Stato e del Guardasigilli Cancellieri a non toccare neanche una virgola della riforma che taglia e accorpa gli uffici giudiziari di mezza Italia, messa in campo dal governo Monti con l’allora Guardasigilli Paola Severino. Ma non importa. Dei «minimi correttivi» vanno comunque fatti. E per la Calabria tutto questo si traduce con la possibilità, o meno, di “salvare” il tribunale di Rossano che dovrebbe essere accorpato a quello di Castrovillari. D’altronde, dalla prima bozza riferita alla spending review del Governo Monti erano già stati recuperati i palazzi di giustizia di Paola, Castrovillari e Lamezia Terme, lasciando solo Rossano nella tabella di quelli da chiudere. Dopo questa decisione, nei mesi scorsi, si era sollevata una protesta molto forte del territorio che aveva interessato anche le istituzioni locali.
La nuova discussione, ha spiegato il relatore dei ddl di proroga del testo Giuseppe Lumia (Pd), intende evitare «errori colossali» che potrebbero mandare in tilt il sistema giudiziario nazionale. Così al ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri (che nei giorni scorsi aveva inviato in Commissione una nota in cui difendeva a spada tratta il provvedimento chiedendo che si rinunciasse a prorogarne l’entrata in vigore) non resta altro che aprire un tavolo di confronto invitando il 18 giugno ad una riunione a via Arenula i capigruppo di maggioranza nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato, insieme ai presidenti Donatella Ferranti (Pd) e Nitto Palma (Pdl). «E’ chiaro che la Cancellieri – commenta Palma – nel farsi promotrice di questa riunione riconosce anche lei evidentemente la necessità di piccoli interventi correttivi». E questi devono essere «davvero minimi e mirati», insistono Palma e Lumia, se si vuole riuscire cambiare il testo. E soprattutto devono puntare a ‘salvarè tribunali e sezioni distaccate nei territori più minacciati dalla mafia. Così, almeno per quanto riguarda la Campania e la Calabria (“le zone che conosco meglio»), Palma suggerisce, tra l’altro, di mantenere in vita il Tribunale di Rossano Calabro (che la riforma vorrebbe accorpare con Castrovillari) e di lasciare la competenza sui 19 comuni ‘casalesì in capo a quello di Santa Maria Capua Vetere invece che di «trasferirla all’ufficio di ‘Napoli Nord’».
Gli interventi proposti dai senatori, insomma, sintetizza Giacomo Caliendo (Pdl), potrebbero riguardare «non più di 7/8 Tribunali e una trentina di sezioni distaccate». Ma questi vanno fatti, insiste Ciro Falanga (Pdl), «per evitare che il sistema collassi davvero». Perchè, aggiunge, se all’ indomani dell’entrata in vigore della riforma «così com’è» i tempi dei processi dovessero «allungarsi a dismisura come temiamo e la situazione dovesse peggiorare in modo irreparabile, alla Cancellieri, ovviamente, non resterebbe altro da fare che trarre le dovute conseguenze…». Insomma, rincara la dose Felice Casson (Pd), «o si proroga l’entrata in vigore della riforma Severino per mettere in condizione gli uffici giudiziari di affrontare la nuova situazione, o si fanno i cambiamenti necessari». «I campanili qui non c’entrano», assicurano Palma e Lumia. Quello che «sta a cuore» alla Commissione è che il sistema «alla fine funzioni».
La «verità – incalza Mario Giarrusso (M5S) – è che ci sono in azione delle lobby anche dentro il ministero per mantenere la riforma così com’è, mentre delle modifiche andrebbero fatte, di questo ormai ci siamo convinti». La cosa «grave» per il capogruppo dei 5 Stelle in commissione Maurizio Buccarella «è che abbiamo dovuto sapere dai giornalisti di questa riunione con la Cancellieri», mentre sarebbe stato bene che su «un tema così delicato fossero state coinvolte anche le opposizioni». Perplessa anche Donatella Ferranti che difende la riforma spiegando però come «ogni decreto sia sempre migliorabile». Intanto a Chiavari si annuncia la prima azione di «Occupy Tribunali», promossa dal Comitato «Salva il tuo Tribunale» per protestare contro la riforma. «Nell’interlocuzione che avremo con il governo – taglia corto Lumia – valuteremo insieme il da farsi per fare la riforma e farla bene».