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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Susanna Camusso a Polistena per parlare di lavoro e legalità La segretaria generale della Cgil partecipa ad un convegno al Centro Polifunzionale "Don Pino Puglisi" - GUARDA L'INTERVISTA

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POLISTENA – La segretaria generale della Cgil Susanna Camusso ritorna nuovamente nella Piana di Gioia Tauro e a Polistena, questa mattina, ha partecipato a un convegno organizzato dalla Cgil Calabria dal tema “Dalla Terra il Lavoro – Legalità, Dignità e Integrazione”. Il convegno è stata l’occasione per far visitare al segretario generale della Cgil il Centro Polifunzionale “Don Padre Pino Puglisi” dove si è svolto l’incontro sulla tematica agricoltura e lavoro.

Alla tavola rotonda hanno partecipato Celeste Logiacco, segretaria generale Flai-Cgil Piana di Gioia Tauro; Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria; Giuseppe Politanò del centro Polifunzionale “Don Pino Puglisi”; Antonio Napoli, vicepresidente della Coop Valle del Marro; Nicola Iaria, imprenditore agricolo. La segretaria Camusso proseguirà la giornata a nella Piana, visitando alcune realtà e alle 17 di oggi terrà un altro incontro in piazza a Gioia Tauro. Al termine si terrà il concerto dei Modena City Ramblers.

LA VISITA DI SUSANNA CAMUSSO ALLA TENDOPOLI DI SAN FERDINANDO

Susanna Camusso, in visita alla tendopoli di San Ferdinando, ha così commentato la drammatica situazione in cui vivono circa 660 migranti: “Mancano le parole. Non sono condizioni degne di un paese civile. Ho visto persone vivere una condizione terribile e disumana, ho trovato bambini, donne e uomini che soli affrontano con un coraggio e una forza d’animo straordinaria difficoltà disumane”.

“Venendo qui e guardando i fallimenti di uno Stato incapace di avere una politica dell’accoglienza degna di questo nome – ha aggiunto – capisci quanto strumentali e ingiuste siano le polemiche di una politica che governando nel passato alimenta l’odio esasperando i toni. Dovrebbe imparare dalla loro forza d’animo. Dovrebbe smetterla di fomentare l’odio per un voto in più. Le istituzioni non potranno mai dirsi tali e ottenere il rispetto dei cittadini se non fanno dei diritti di chi lavora, a prescindere dalle origini, e dell’integrazione, la prima preoccupazione. Prima di tutto si tratta di una battaglia di libertà e civiltà”.