“Sul fondo di una lacrima” Le opere di Stella F. in mostra alla Provincia di Reggio Calabria dall’11 al 13 novembre
“Sul fondo di un lacrima”, per esplorare e condividere il dolore, la paura e la tristezza di un popolo in fuga. Questo lo spirito del nuovo progetto di Stella F., testimone del suo tempo con la sua arte. L’uomo è al centro del suo impegno creativo. Questo lavoro sull’immigrazione non è solo artistico ma incarna un gesto d’amore spontaneo per rispondere con lealtà al grido di dolore di interi popoli in difficoltà. E’ un appello alla vita concreta – spiega l’artista Stella F. – un appello alla parola viva, per entrare in un dialogo costruttivo dove bisogna concedere ai cuori la disponibilità all’ascolto dell’altro”.
Il percorso proposto dall’artista è strutturato in vari momenti.Il primo è visivo con l’esposizione dei quadri allestita nell’apposita sala del palazzo storico di via Foti dall’11 al 13 novembre; qui nel silenzio e nello spazio della propria libertà interiore, ogni visitatore potrà osservare, riflettere e pensare per dare ad ogni rappresentazione grafica la dimensione ed il senso più personale. Il secondo momento è verbale, protagonista è la parola per spiegare, attraverso poesie e liriche, emozioni e respiri dell’anima. Il terzo momento è di verità, dialogo, memoria, approfondimento, impreziosito dalle testimonianze di persone che hanno accolto e accompagnato i migranti o di migranti di ieri che si sono integrati nella realtà di Reggio Calabria.
In particolare, questo momento di dialogo e scambio di esperienze avrà luogo in occasione dell’incontro che si svolgerà nella mattinata di mercoledì 12 novembre, con inizio alle ore 10 nella sala conferenza della provincia di Reggio, al quale sarà presente una folta delegazione di studenti dell’Itt “Vallauri-Panella” di Reggio Calabria.
L’incontro si aprirà con i saluti del presidente della Provincia Giuseppe Raffa, dell’assessore alla Cultura e alla Legalità Eduardo Lamberti Castronuovo, della consigliera di parità Daniela De Blasio. Seguiranno gli interventi di padre Bruno Mioli, scalabriniano e direttore dell’ufficio Migrantes della diocesi Reggio Calabria-Bova, del diacono Vincenzo Petrolino, segretario Commissione per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della CEC, di padre Eligio Daniele Castrizio, parroco della chiesa ortodossa San Paolo dei Greci. Per la comunità musulmana interverranno l’Imam Lemlihy Mohammed, Askari Zohra, Giulio Lo Macouna e altri rappresentanti.
Durante l’incontro sarà data lettura di un messaggio del referente della comunità ebraica di Napoli, Roque Pugliese, impossibilitato ad essere presente.
L’incontro sarà scandito anche dalle testimonianze di Bruna Mangiola e Gianni Fortugno del coordinamento diocesano Migranti di Reggio Calabria e di tre giovani immigrati, Karim Shabaam Sboujoud, Mahmoud Nadi, Reda Bight Attaya, accompagnati da Alberto Polito, attore della compagnia di artisti di strada “Don cosciotti senza mancia”. Un’occasione di condivisione con gli studenti in sala e anche con i rappresentanti dell’associazione “Amici di Domenico e Chiara”, costituita in memoria dei due giovani andati a Brescia per realizzare il loro sogno di amore e lì uccisi nel marzo del 2012.
In occasione dell’incontro sarà anche onorata la memoria del colonnello dei Carabinieri Cosimo Fazio, colpito da un malore fatale proprio durante le attività di accoglienza di un gruppo di migranti al Porto di Reggio Calabria nel Ferragosto dello scorso anno.
Il momento del ricordo sarà dedicato a Ilaria Alpi e Nassib Karnafa, giornaliste uccise in Africa, continente dal quale scappano intere comunità prima di chiedere accoglienza e asilo in Italia e in Europa. Ilaria era italiana e aveva raccontato un’Africa scomoda e denunciato connivenze con l’avanzato mondo occidentale. Nassib era libica, nota firma del giornalismo televisivo, ma era anche donna e autorevole nel suo lavoro. Voci limpide e penne argute del nostro tempo, professioniste dell’informazione responsabile, la cui vita spesa per la verità e la cui morte cruenta ci aiutano a capire da quali contesti sociali pericolosi intere comunità continuano a fuggire, avendo il diritto di sognare un futuro sicuro e libero dalla violenza.