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TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

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“Sul” e “Coordinamento Portuali” si battono per il porto "Pronti a tutelare il diritto alla piena occupazione dei lavoratori di Medcenter"

“Sul” e “Coordinamento Portuali” si battono per il porto "Pronti a tutelare il diritto alla piena occupazione dei lavoratori di Medcenter"
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E’ una crisi devastante quella che da anni sta colpendo lo scalo gioiese. Una crisi che negli anni è stata affrontata esclusivamente con strumenti di emergenza come il ricorso continuo alla cassa integrazione guadagni senza costruire un serio progetto di rilancio dello scalo. In questo modo era inevitabile che al termine fisiologico dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali la situazione si sarebbe rivelata in tutta la sua drammaticità con l’azienda terminalista che ha dichiarato di avere in esubero addirittura 400 dipendenti sui 1300 in organico, quindi, circa un terzo dell’attuale forza lavoro.

Con buona pace di chi in questi ultimi 7 anni ha consentito al terminalista/monopolista di muoversi come meglio credeva nella speranza che incentivi come l’azzeramento delle tasse di ancoraggio o l’utilizzo in monopolio di tutti gli spazi e le banchine a disposizione nel porto, potessero incrementare il traffico contenitori o allettare nuovi clienti.

Non è stato così. Ancora oggi mancano tutti i presupposti per il necessario rilancio del terminal. Non esiste, per esempio, alcun piano industriale e non ci risulta che siano previsti investimenti per far fronte ad una movimentazione di contenitori a settimana maggiore di quella attuale. In sintesi non si vuole intervenire sulla riduzione degli esuberi dichiarati. L’attuale parco macchine del terminalista, gru e mezzi di terra soprattutto, è infatti insufficiente a soddisfare le richieste di lavoro che fino a qualche anno fa rappresentavano l’ordinarietà e consentivano a Gioia Tauro di fregiarsi del titolo di primo porto del Mediterraneo ed è anche questo il motivo reale per cui non possono arrivare ulteriori navi nel nostro porto.

Inoltre, neanche il recente aumento dei volumi di contenitori movimentati ha prodotto una riduzione del ricorso alla cassa integrazione che poteva essere raggiunto semplicemente assegnando le quote differenziali di container al rizzaggio interno senza penalizzare nessuno. L’unica soluzione a tutti i problemi sembra essere diventata l’Agenzia per la somministrazione del Lavoro portuale che se non adeguatamente strutturata e gestita rischia di diventare esclusivamente un ammortizzatore sociale di nuova generazione in grado solo di fornire flessibilità gratuita a MCT a spese dei contribuenti.

È chiaro che se tutti i punti dell’Accordo di Programma dello scorso 27 luglio in cui è prevista anche la costituzione dell’Agenzia non prenderanno rapidamente forma – Bacino di carenaggio, Gateway Ferroviario e Piattaforma di riparazione dei containers – ogni azione intrapresa diventerà fine a se stessa e tra 36 mesi ci si ritroverà ad affrontare problematiche ancora più drammatiche.
La conferenza stampa di oggi, vuole essere un monito forte a chi sta pensando di speculare su questa nuova realtà, l’Agenzia.

Sembrerebbe, infatti, che:
• si stia pensando ad assunzioni esterne per la gestione dell’Agenzia, quando esiste un potenziale enorme tra i portuali (Diplomati e Laureati) da cui poter e dover attingere;
• si vogliano individuare gli esuberi “in base agli standard extracomunitari”;
• si voglia perdere o prendere tempo per non confrontarsi nel merito della riduzione degli esuberi.

Queste tre possibili intenti contribuiscono a rendere il clima incandescente e la pace sociale è messa a dura prova. Non intendiamo, infatti, pazientare ancora per molto e se entro l’ultima settimana di gennaio ’17 non avremo avuto riscontri positivi, sia da MCT sui criteri di individuazione degli esuberi e sulle iniziative aziendali tese a ridurre il numero dei portuali da destinare all’Agenzia e sia dall’Autorità Portuale in merito alla costituzione dell’Agenzia e alla gestione della stessa, non resterà altro che aprire una forte vertenza con azioni di lotta incisive e convincenti.

Tutte le OO.SS. avevano notificato a MCT e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti un documento tecnico che, tenendo conto dell’organico funzionale effettivamente necessario all’azienda per gestire il carico di lavoro ordinario, portava a contenere gli esuberi a non più di 300 unità di personale.

L’Agenzia può e deve rappresentare solo un punto di partenza. Su tutto il resto ognuno deve fare la propria parte a cominciare dal terminalista e da MSC socio di Medcenter e unico cliente del terminal che a fronte degli impegni economici e finanziari presi dal Governo, dalla Regione Calabria e dell’’Autorità Portuale di Gioia Tauro devono fornire risposte concrete ad iniziare da una accurata revisione dell’organizzazione aziendale che dovrà portare ad una sensibile riduzione degli esuberi. Siamo pronti a tutto per tutelare il diritto alla piena occupazione dei lavoratori di Medcenter.