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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 15 DICEMBRE 2024

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Subito un piano strategico regionale per il lavoro La fotografia dell'Istat: cresce l'occupazione in Italia e nel Sud. Ma In Calabria aumentano i disoccupati. Carlo Guccione: "Serve una terapia d'urto. La Regione introduca il reddito di inclusione"

Subito un piano strategico regionale per il lavoro La fotografia dell'Istat: cresce l'occupazione in Italia e nel Sud. Ma In Calabria aumentano i disoccupati. Carlo Guccione: "Serve una terapia d'urto. La Regione introduca il reddito di inclusione"
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CATANZARO – “L’occupazione cresce in Italia e nel Mezzogiorno, ma la Calabria continua ad avere il primato della disoccupazione. Ancora una volta i dati Istat fotografano le macerie economiche della nostra regione. Non possiamo perdere tempo. E’ necessario il varo immediato di un piano strategico regionale per il lavoro attraverso un patto sociale con tutte le forze produttive dei nostri territori. Una vera e propria scossa in grado di mettere insieme gli strumenti nazionali, europei e regionali a disposizione e innescare politiche di contrasto vero alle povertà e misure che diano una risposta anche a chi oggi in Calabria, e sono oltre 29mila, non percepisce più alcun tipo di ammortizzatore sociale. Così come occorre fare di tutto per introdurre un reddito di inclusione o di dignità. Una misura già messa in campo dalla Regione Puglia.

E’ quanto sostiene il consigliere regionale del Partito democratico, Carlo Guccione, commentando i dati dell’Istat sull’occupazione in Italia e nel Mezzogiorno.

“I dati forniti  dall’Istat sull’occupazione – continua Guccione – assegnano alla nostra regione l’ultima posizione in classifica. Tra il 2014 e il 2015 in Calabria sono andati in fumo 8mila posti di lavoro, all’interno di uno scenario economico in cui altre regione, trainate dal Jobs Act e dal piano di assunzioni della scuola, hanno visto ovunque crescere il numero degli occupati. Nel solo Mezzogiorno c’è stato un saldo positivo di 94mila posti di lavoro in più. Emerge con evidenza che tale situazione rischia di intrappolare la Calabria nel circolo vizioso del sottosviluppo. Un quadro economico a cui si aggiungono le 260mila famiglie che vivono in difficoltà economiche, come ha recentemente fotografato l’Istat, con un Pil pari a 17,6mila euro che colloca ancora una volta la Calabria in coda alla classifica delle regioni anche del Mezzogiorno. Sono dati che danno il senso di una vera e propria polveriera sociale, pronta a esplodere. Sono segno evidente le piccole situazioni emerse in queste ultime settimane sul territorio sotto la spinta del disagio e della crisi occupazionale”.

“Per questo – sottolinea il consigliere regionale del Pd – è ancora più urgente mettere in campo rapidamente un piano strategico per il lavoro. Uno strumentoche può funzionare a condizione che la Regione si assuma la responsabilità politica di svolgere un ruolo attivo e che sia in grado di coinvolgere tutti gli attori sociali dello sviluppo locale. La Regione deve avere anche coraggio di osare, introducendo, come già fatto in Puglia, il reddito di inclusione o di dignità. Una misura che coinvolga tutte quelle famiglie che, in base ai requisiti previsti nel nuovo Isee, non superino i 3mila euro. Si tratta di 30mila famiglie nella nostra regione che versano in un evidente stato di povertà. A loro andrebbe erogato un reddito di 500 euro al mese (6mila all’anno), unitamente a misure in termine di servizi di inclusione socio-lavorativa, scolastica e sanitaria. Allo stesso modol’utilizzo della banda larga e l’incremento della sua accessibilità, diventeranno lo strumento per favorire l’uscita dalla marginalità tecnologica e sociale”.

“Ancora dopo 15 mesi – termina Guccione –  di governo regionale, non siamo riusciti a mobilitare energie, intelligenze e risorse economiche (che sono tante) per mettere in piedi una terapia d’urto sull’occupazione e sul contrasto alla povertà, come dimostrano i dati “drammatici” dell’Istat sulla Calabria. Su questo terreno tutti quanti sono chiamati a misurarsi. Il tempo delle chiacchiere è già passato. Servono fatti e politiche concrete e coraggiose per invertire la rotta con rapidità e urgenza”.