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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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Stefano Roncoroni intervistato da Calabria on web

| Il 11, Mar 2014

Il critico cinematografico sul caso Ettore Majorana

Stefano Roncoroni intervistato da Calabria on web

Il critico cinematografico sul caso Ettore Majorana

 

 

“Ettore ed il grande depistaggio”. E’ il titolo dell’intervista a Stefano Roncoroni, critico cinematografico, regista televisivo e parente di Majorana “per parte di donna”, pubblicata da “Calabria on web” (www.calabriaonweb.it). Autore di “Ettore Majorana, lo scomparso e la decisione irrevocabile”, Roncoroni ha appreso che Majorana (scomparso nel 1938) è morto nel 1939. Spiega cosi Roncoroni a Romano Pitaro come ha appreso della morte di Majorana: “La storia orale della vicenda della scomparsa nella mia famiglia era condizionata dell’estrema riservatezza, caratterizzante la famiglia Majorana, ma aveva un grado di permeabilità dovuta al buon senso contadino di mio nonno Oliviero Savini Nicci, consigliere di stato. Ho saputo dai miei zii che mio nonno, nei primi mesi del 1940, a chi gli domandava di Ettore era solito rispondere ‘la vicenda di Ettore s’è conclusa in modo non consono’. Ben tre persone sicuramente affidabili mi hanno detto che Ettore era stato ritrovato: mio padre Faustino Roncoroni; Salvatore, il fratello grande di Ettore; Angelino di Dante, cugino di Ettore. Tutti e tre, da me pressati, hanno detto un po’ di quello che sapevano”. Tuttavia, Roncoroni smentisce che Majorana sia morto in Calabria, ma lascia aperta l’ipotesi che si sia rifugiato (a lungo) a Serra San Bruno o a Chiaravalle. E lancia un appello ai calabresi che possono aver avuto indiscrezioni sul passaggio di Majorana in Calabria a dare una mano. “Dopo 76 anni dalla scomparsa è tempo di verità”. Perché tanto tempo per apprendere la verità sulla morte di Majorana? Roncoroni: “Il caso Ettore Majorana è il risultato unico di una serie di coincidenze e di avvenimenti eccezionali. A grandi linee: il diritto alla riservatezza della famiglia faticosamente raggiunto subito dopo la scomparsa, come un fiume carsico è rimasto nascosto per la durata della seconda guerra mondiale e, quando è riemerso, è stato sconvolto e sopraffatto dagli esiti delle scoperte nucleari che poco per volta, ma in maniera definitiva, l’hanno cannibalizzato. Nessuno è stato più in grado di ritornare a guardare il caso con l’ingenua versione del ‘non ne abbiamo più saputo nulla’ e delle sue fragili argomentazioni-ipotesi conventuali e/o di ritiro ascetico a fronte delle ipotesi ben più interessanti ed accattivanti per il grande pubblico che vedevano, in quella scomparsa, una storia misteriosa e segreta fatta di spionaggio internazionale e politico, di rapimenti e contrasti epocali fra scienziati, buoni e cattivi con Ettore arruolato ora in uno ora nell’altro campo. E infatti in tutti questi anni nessuno, tra tutti quelli che si sono interessati al caso Majorana, ha saputo disintossicarsi da quel miraggio. Nessuno si è accorto che quelle versioni, fatte per depistare, e per difendere la privacy familiare, e, quindi, in parte vere e in parte accomodate contenevano un alto coefficiente di credibilità”. Circa la tesi della “diversità” di Majorana, rilanciata su “la Repubblica” da Gianni Amelio, ossia di una sua supposta omosessualità che sarebbe la causa della scomparsa”, Roncoroni commenta: “Sono d’accordo con la tesi di Amelio. Dice nella sua intervista: ‘ho adombrato che tra le cause della scomparsa di Majorana poteva esserci la sua diversità’. Sono d’accordo con Amelio soprattutto per quel suo ‘tra le cause’. Una concausa, insieme ad altre sempre di ordine personale, umano e familiare”. Roncoroni svela però anche un episodio a supporto di chi non crede all’omosessualità di Ettore: “La sede di via Panisperna era molto vicina ad una delle case chiuse della capitale. Spesso tutto il gruppo, dopo giornate stressanti o da festeggiare, vi si recava a spese dell’amministrazione pubblica. Tutto è segnato nella scrupolosa contabilità dell’Amministratore con le iniziali dei fruitori del servizio: EF, per Enrico Fermi, ES per Emilio Segrè ed anche EM per Ettore Majorana. Anche lui, quindi, quand’era in gruppo ma anche con il solo fratello Luciano, frequentava le case chiuse”.