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Sold out allo spettacolo di ieri allo Zanotti Bianco, Timpano «Scommessa vinta»

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Paura di amare e voglia di vivere: Scena Nuda, con Gli Innamorati, narra la dicotomia dell’Amore ai giorni nostri

Sold out allo spettacolo di ieri allo Zanotti Bianco, Timpano «Scommessa vinta»

Paura di amare e voglia di vivere: Scena Nuda, con Gli Innamorati, narra la dicotomia dell’Amore ai giorni nostri

 

 

REGGIO CALABRIA – Paura di amare e voglia di vivere: “Gli Innamorati” di Goldoni andati in scena, ieri sera allo “Zanotti Bianco”, narrano con vivacità innata le vicissitudini dei giorni nostri scritti quattrocento anni fa. Paura di amare, quella di Eugenia (Teresa Timpano) e Fulgenzio (Luca Fiorino), voglia di vivere, di una società tra la monotonia borghese e lo spettro del fallimento. Da sfondo un impolverato pianoforte coperto malamente, simbolo della vanità vacua di una famiglia, dove lo Zio designa “padrone della casa”, il conte Roberto, conosciuto per niente, che approfitterà del caso per trarre in errore la giovane Eugenia.
Voglia di amare e paura di vivere: il riadattamento di Filippo Gessi, ribalta diametralmente il consueto cliché teatrale, svuotando gli spazi e ritagliando un ring ideale in cui si “combatte” la quotidianità con l’irrefrenabile necessità di sentirsi amati da qualcuno e la tetra aspettativa del dubbio sul sentimento. Le maschere della Sorella Flamminia (Francesca Lazzaro), del Servitore Nestore (Enzo de Liguoro) e dello Zio Fabrizio (uno strepitoso Antonio Ferrante) incarnano in pieno il singhiozzante andirivieni di una vita parca, non per scelta propria, ma altrui. Si va dalla galleria d’arte “del mio misero tugurio”, come sottolinea lo Zio Fabrizio, alle posate “impegnate” per dar da mangiare ad un illustrissimo ospite, il conte Roberto, che a parte le virtù della buona educazione e della “sincerità”, non ha così tante ricchezze. Una falsa, dietro la demagogia dello sfarzo appena accennato, che nasconde le proprietà di ogni singolo soggetto: su tutti il vortice di emozioni di Eugenia, mirabilmente interpretata da Teresa Timpano, che respinge l’amore timido e disincantato di Fulgenzio, diviso “tra la passione e l’onore”. I costumi, tra il jeans di Fulgenzio ed il tulle di Eugenia, tra il tailleur di Flamminia e le scarpe da tennis dello Zio Fabrizio, tratteggiano esteriormente una modernità che rapisce gli occhi “innamorati” del teatro sold out.
Uno storia senza fine, che il bacio, degno dei più grandi dipinti romantici, tra i due giovani protagonisti, porta all’apice delle emozioni, ma che lascia in sospeso paure e voglie, ansie e certezze: tutto aggrovigliato sulla fragilità dell’essere uomo e donna, di essere “innamorati” l’uno dell’altro, deboli e forti allo stesso tempo, dicotomia dell’amore e della società.
« Una scommessa – commenta a fine spettacolo, Teresa Timpano, performer e direttore artistico della Compagnia Scena Nuda – che rende giustizia al grande teatro. Rivisitare “Gli Innamorati”, senza denudare alcuno dei significati autentici, e vedere una platea incollata al palcoscenico per tutta la durata della performance, certamente ci riempie di orgoglio e ci spinge a fare sempre di più: siamo tutti attori nati od operati da tempo in Calabria e amiamo fortemente il nostro lavoro: si può vivere di teatro, se il teatro ti fa vivere. E chi di noi, proprio come dice il testo, “non può dirsi tuttavia innamorato”? Adesso si parte per tante tappe – conclude Teresa Timpano – in tutta Italia: Mantova, Verona, Palermo, giusto per citare le prossime».