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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 12 DICEMBRE 2024

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Solano, “Il metodo socratico nella scuola di oggi: educare a pensare” "Da buoni educatori è responsabilità degli insegnanti, ottimi ascoltatori, riconoscere e coltivare il talento nei propri studenti"

Solano, “Il metodo socratico nella scuola di oggi: educare a pensare” "Da buoni educatori è responsabilità degli insegnanti, ottimi ascoltatori, riconoscere e coltivare il talento nei propri studenti"

Di Raffaella Solano

Da buoni educatori è responsabilità degli insegnanti, ottimi ascoltatori, riconoscere e coltivare il talento nei propri studenti.
Oggigiorno si parla tanto di tecnologia, che progredisce in maniera esponenziale,di formazione a distanza e si mette da parte il dialogo. La rete ha sostituito i rapporti umani arrivando ad intorpidire l’anima e ad etichettare i giovani sulla base di dati prettamente tecnici, ad identificarli e quantificarli con un numero, ma le etichette non sono ciò di cui gli alunni hanno bisogno. Al contrario, tutti hanno necessità di sentirsi speciali, messi alla prova e apprezzati.
E’ possibile creare un nuovo sapere? Quale ruolo deve ricoprire la scuola e le materie oggetto di studio in tale contesto? È doverso fare un passo indietro nell’Atene del V secolo. Fu qui che Socrate, uno dei più grandi filosofi del mondo classico nonché maestro di Platone, decise di scostarsi dai modelli educativi allora in voga propugnati dai sofisti e instillare dubbi, perplessità e discussioni, che
diventavano il punto di partenza dal quale scaturiva una ricerca attiva e costante finalizzata non al perseguimento di verità assolute bensì alla conoscenza di se stessi, “γνῶθι σαυτόν”.
L’eco che tale concetto produce nel mondo dell’istruzione di oggigiorno è ancora straordinariamente affascinante. È necessario che prima di qualsiasi interazione, si instauri tra maestro e allievo un rapporto di empatia, fiducia e intesa che permetta ad entrambi di entrare in uno scambio dialogico il cui fine sia, da una parte, la formazione dell’individuo dal punto di vista umano ed etico, dall’altra il riconoscimento della verità attraverso il dialogo.
I docenti non dovrebbero preoccuparsi unicamente di insegnare, ma anche di essere talent scout per scorgere l’eccellenza in ognuno degli alunni e guidarli sul cammino migliore secondo le proprie potenzialità.
La scuola deve essere un luogo in cui ogni momento di dialogo è formativo e fondamentale.
Ogni docente deve essere come Socrate e tirar fuori il talento anche dall’ultimo della classe, partendo da un dato di fatto: ogni studente ha delle potenzialità, ogni essere umano è portatore di un potenziale incredibile; eppure, se nessuno riesce a metterlo in luce, questo rimarrà sopito nel profondo dell’anima, sommerso dal disagio e dalla sofferenza.