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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Singapore rimane la città più cara del mondo La classifica è stata stilata dal settimanale britannico "The Economist"

Singapore rimane la città più cara del mondo La classifica è stata stilata dal settimanale britannico "The Economist"
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Zurigo e Ginevra insieme a Singapore sono diventate le città più care al mondo
dopo il recente abbandono della soglia minima di cambio franco-euro deciso dalla
Banca nazionale svizzera. Solo così affiancherebbero nella classifica Singapore
che continua a rimanere la città più cara nella classifica stilata dal settimanale
britannico “The Economist”. Nella ricerca pubblicata martedì, la città asiatica
è in testa ma, fanno notare gli analisti dell’EIU (Economist intelligence Unit),
“i dati sono fuorvianti”, poiché risalgono al 2014. Il valore di riferimento dello
studio è il costo della vita a New York. Se la metropoli statunitense ha un punteggio
di 100, la città sulla Limmat ne totalizzerebbe 136, quella sulle sponde del Lemano
130. Singapore ne ha 129. Seguono Oslo e Parigi. Prima del 15 gennaio e l’apprezzamento
della valuta elvetica, Zurigo occupava la quarta posizione, Ginevra la settima. In
questo rapporto, il costo della vita nelle grandi città è stata paragonata a quella
di New York City. Invece le città meno costose sono Karachi, Caracas, Mumbai, Bangalore
e Madras.L’immagine di un mondo quella della classifica stilata dal settimanale
britannico “The Economist” che viaggia a due velocità, con un divario che cresce
sempre di più tra le città “ricche” e quelle “depresse”. Il Forum economico
mondiale ha identificato le crescenti disparità di reddito come un rischio importante
per il progresso umano e quindi, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello
dei Diritti [1]”, tocca ai governi adottare misure perequative urgenti per una
più corretta redistribuzione della ricchezza. Ci auguriamo che l’Italia possa
essere di buon esempio attraverso un rilancio di politiche in tal senso che sono
senz’altro utili a rilanciare un’economia tra le più in crisi tra i paesi cosiddetti
“sviluppati”.