Sigilli della Dia a fabbricati, aziende e terreni della cosca di Seminara
redazione | Il 31, Gen 2013
Il valore complessivo è di 5 mln di euro e interessa soprattutto proprietà ed investimenti nel settore olivicolo. Il provvedimento, proposto dalla Procura distrettuale, ha interessato Rocco Antonio Gioffrè, deceduto nel 2011
Sigilli della Dia a fabbricati, aziende e terreni della cosca di Seminara
Il valore complessivo è di cinque milioni di euro e interessa soprattutto proprietà ed investimenti nel settore olivicolo. Il provvedimento, proposto dalla Procura distrettuale, ha interessato Rocco Antonio Gioffrè, deceduto nel 2011 e ritenuto capo dell’omonima consorteria mafiosa
REGGIO CALABRIA – Beni per cinque milioni di euro sono stati sequestrati dalla Dia di Reggio Calabria a seguito di una proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata dalla Procura Distrettuale.
I beni erano nella disponibilità di Rocco Antonio Gioffré, morto nel 2011 all’età di 76 anni, e ritenuto il capo dell’omonima cosca del comprensorio di Seminara, i beni sequestrati stamani dalla Dia di Reggio Calabria. In particolare si tratta di due ditte individuali operanti nel settore delle colture olivicole a Seminara; 170 mila metri quadrati di terreno agricolo quasi tutti coltivati ad uliveti; cinque fabbricati; un frantoio e aiuti pubblici al reddito degli agricoltori erogati dall’Arcea per un valore complessivo di oltre 58 mila euro. Già nel 1959 a Gioffré fu irrogata dal Questore di Reggio Calabria la prima diffida a tenere una buona condotta, a cui ne seguì un’altra nel 1962, mentre l’anno successivo il Tribunale lo sottopose a due anni di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Monteroduni (Isernia). Nel 1971 fu sottoposto ad altri due anni di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Lampedusa-Isola di Linosa (Agrigento) e nel 2010 ad altri cinque anni che non è stata scontata perché Gioffré è deceduto, il 30 gennaio 2011, nel carcere di Messina dove stava scontando una condanna a sette anni di reclusione per associazione mafiosa in base ad una sentenza emessa il 30 aprile 2010 dal Tribunale di Palmi. Gioffré è stato coinvolto nelle operazioni “Topa” e “Artemisia”, condotte dai carabinieri, dalle quali è emerso, secondo l’accusa, il suo ruolo di capo dell’omonimo gruppo mafioso. Nell’operazione “Topa”, nel 2007, furono arrestati anche l’allora sindaco e vicesindaco di Seminara e successivamente il Comune venne sciolto. Il nome di Rocco Antonio Gioffré, come risulta da un’intercettazione fatta nella sua auto, era emerso anche in relazione all’incontro tra le famiglie mafiose dopo la strage di Duisburg del Ferragosto 2007, nella quale vennero uccise sei persone. Il boss aveva partecipato all’incontro durante i festeggiamenti in onore della Madonna di Polsi, in Aspromonte, e che avrebbe portato ad un armistizio tra le famiglie coinvolte nella faida di San Luca dei Pelle-Vottari e Nirta-Strangio.