Sicurezza stradale: protesta “La Calabria che vuoi” Il movimento politico contesta i ritardi negli interventi di adeguamento. Dito puntato contro Anas, Regione e Governo: «Assordante il loro silenzio»
C’è scappato anche il morto, ma pure in questo caso nessuno ha avvertito il dovere morale di rompere il silenzio e richiamare al proprio dovere l’Anas per i mostruosi ritardi nell’ammodernamento di una strada da completarsi entro fine dicembre ma ancora nemmeno a metà.
“La Calabria che vuoi”, dopo le denunce delle settimane passate, torna a far sentire la propria voce sui lavori di messa in sicurezza della statale 534, lungo la quale nella giornata di ieri s’è verificato un incidente mortale. «Quanto accaduto – afferma il movimento politico cosentino – ripropone drammaticamente l’urgenza di imprimere una svolta nell’esecuzione delle opere programmate, per garantire una maggior sicurezza alla circolazione stradale. Che si proceda a rilento, del resto, è ormai palese ed ammesso dalla stessa Anas, la quale sul proprio sito internet conferma come il cronoprogramma non sia stato rispettato ancora nemmeno per metà». Una situazione che mette a rischio vite umane, accrescendo inoltre l’isolamento di un vasto comprensorio e delle sue piccole e medie imprese. «Nelle settimane passate – ricorda “La Calabria che vuoi” – dopo quello per Doria è stato chiuso anche lo svincolo per Cassano, col risultato che lo svincolo autostradale di Firmo e la stessa statale 534 sono raggiungibili soltanto attraverso un tortuoso percorso alternativo che si snoda per le campagne di Saracena e Castrovillari. Le nostre proteste si sono infrante contro un muro di gomma, ma non per questo ci diamo per vinti, pure perché i danni dell’isolamento sono ingenti: per rendersene conto, basta recarsi nelle campagne di Doria e Cammarata, praticamente rese inaccessibili con gravi ripercussioni sulle loro aziende agricole». Il tutto, si osserva, mentre nel frattempo «l’impresa appaltatrice ha reso noto di versare in uno stato di forte criticità economico-finanziaria, tale da rendere indispensabile il collocamento in permesso retribuito di parte della forza lavoro, con decine di posti di lavoro a repentaglio in una terra che di lavoro ha fame». Quanto basta per lamentare «la grave indifferenza dell’Anas, sorda ad ogni richiamo e richiesta di chiarimenti, ma pure del governo regionale e di quello nazionale: se al primo sembra che, dopo i proclami lanciati in campagna elettorale, nulla importi della Calabria citra e dei suoi destini, relegati nel dimenticatoio insieme all’aeroporto di Sibari, l’Esecutivo Renzi pare poter dormire sonni tranquilli visto che nemmeno i parlamentari calabresi, che lo sostengono compatti e convinti, si sono sin qui sentiti in dovere di chiedere almeno chiarezza e garanzia degli impegni assunti col territorio. Nulla di nulla: solo distacco e disinteresse».