Si rinnova la tradizione del Presepe vivente a San Pantaleone del comune di San Lorenzo
redazione | Il 03, Gen 2013
Quest’anno gli organizzatori hanno voluto veicolare un messaggio molto importante di universalità, e per la prima volta, il Redentore è stato rappresentato da un bambino indiano, ultimo nato in paese
Si rinnova la tradizione del Presepe vivente a San Pantaleone del comune di San Lorenzo
Quest’anno gli organizzatori hanno voluto veicolare un messaggio molto importante di universalità, e per la prima volta, il Redentore è stato rappresentato da un bambino indiano, ultimo nato in paese
L’ultimo rintocco della campana dell’Ave Maria, segna il momento dell’Annuncio, che nel rituale consolidato ormai da otto anni, da’ l’avvio al Presepe vivente di San Pantaleone. Nella contrada Gurnaradini, vecchio borgo Aspromontano del comune di San Lorenzo, si rivive come per magia, l’incanto della vita, siamo nel sito abbandonato da circa un secolo. Puntualmente il luogo si ripopola, per l’occasione della Natività di Gesù, momento di fede, sentito e voluto dai parrocchiani, dagli amici sostenitori e dai volontari, che tutti insieme come Comunità guidata dal Sacerdote Don Giovanni Imbalzano, si adoperano per la perfetta riuscita della splendida manifestazione. Ci avviamo verso l’ingresso del piccolo centro rurale, e veniamo accompagnati da possenti centurioni romani, verso lo snodo, principale delle viuzze; queste, si diramano tra casupole basse in pietra, con tetti di tegole, locali piccoli, talvolta strutturati su più livelli, collegati da scale lastronate in pietra; al cui interno, si conservano ancora integri, gli arredi lignei e le terrecotte; meraviglioso paesaggio fiabesco, illuminato dalla fioca luce delle lampade ad olio e dai ceri. La laboriosa attività dei mestieranti e la splendida accoglienza che ci riservano,ci fa sentire subito parte integrante di un mondo ormai scomparso, dove si possono imparare ancora oggi antichi saperi, e dove si possono gustare ancora, antichi sapori. Nulla è lasciato al caso, i costumi sono stati riprodotti fedelmente, con dovizia di particolari, caratterizzando ogni personaggio che li indossa. Durante il percorso, veniamo coinvolti dall’attività frenetica dei fornai, che nei piccoli forni in pietra, sfornano il fragrante pane di grano; dai vasai, che con il tornio, fanno nascere dall’argilla plasmata con la sapiente pressione delle dita, splendidi vasi; dai calzolai, dai pastori che offrono i loro formaggi, dai cordai e dai pescatori . L’atmosfera, ci riporta indietro nel tempo; le musiche e l’accoglienza, sono le stesse che all’epoca della nascita di Gesù, venivano riservate ai pellegrini e l’universalità del messaggio di fratellanza, pace e amore, non è mutato. Con nostra grande gioia, scopriamo che quest’anno il bue e l’asinello vegliano e scaldano un bambinello di colore, ultimo nato del paese; che come tradizione vuole, deve interpretare il ruolo del Redentore. Nel paese vivono gruppi di extracomunitari indiani perfettamente integrati,che per la prima volta hanno voluto vivere questa esperienza di fede; così nell’incanto della sera, tra profumi, suoni, colori e insolite atmosfere, Gesù ci ha regalato ancora una volta, quel miracolo, chiamato: solidarietà tra gli uomini.