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Sequestrato a Crotone il depuratore comunale

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Acque reflue in mare, avvisi di garanzia ai titolari della società di gestione

Sequestrato a Crotone il depuratore comunale

Acque reflue in mare, avvisi di garanzia ai titolari della società di gestione

 

 

(ANSA) – CROTONE – Il depuratore comunale di Crotone, in località Papaniciaro, è stato sequestrato, questa mattina, dalla Capitaneria di porto. La custodia giudiziaria dell’impianto è stata affidata al sindaco, Peppino Vallone, dal momento che il depuratore è di proprietà del Comune. Il sequestro è stato disposto dal gip del Tribunale, Paolo De Luca, su richiesta della Procura della Repubblica. Nel provvedimento si contesta lo smaltimento irregolare dei fanghi dell’impianto di trattamento delle acque reflue urbane che confluivano nel torrente Papaniciaro, e quindi in mare, anziché essere portati e trattati in discariche autorizzate. Situazione che avrebbe causato la moria di pesci registratasi la scorsa estate alla foce del fiume Esaro e nello specchio di mare a nord di Crotone. Avvisi di garanzia sono stati emessi nei confronti di quattro dirigenti della Soakro, la società acque crotonesi che gestisce l’impianto. Si tratta del presidente Domenico Capozza; del direttore generale, Franco Sulla; del direttore tecnico, Ettore Scutifero, e del responsabile della depurazione Giuseppe Leone. Nel corso di una conferenza stampa, il Procuratore della Repubblica, Raffaele Mazzotta, ha illustrato i particolari dell’inchiesta che ha portato al sequestro. “Se la Procura non fosse intervenuta – ha spiegato Mazzotta – questa estate avremmo assistito alla solita proliferazione di divieti di balneazione lungo la costa cittadina”. Il procuratore ha anche rivelato che l’indagine riguarda anche altri depuratori. All’incontro con i giornalisti ha partecipato il comandante della Capitaneria di porto, Nicola Freda.

COMUNE CROTONE: INTERVENIAMO SUBITO

Il sindaco di Crotone, Peppino Vallone, ha convocato un incontro con la stampa a seguito della nomina a custode giudiziario dell’impianto di trattamento delle acque reflue urbane sito in località Papaniciaro, sulla strada statale 106 Jonica. Nomina disposta dalla Procura della Repubblica a seguito del sequestro dell’impianto gestito della società Soakro. “La Procura ha comunque specificato – è detto in una nota – che il Comune di Crotone è parte offesa nel procedimento”. “Non appena ricevuto la notifica da parte della Procura della Repubblica – ha detto Vallone – mi sono immediatamente attivato con gli uffici tecnici affinché si desse priorità assoluta nel mettere in campo tutte le attività non solo per la messa in sicurezza dell’impianto, ma anche per il ripristino del normale funzionamento”. La Procura della Repubblica ha fissato in venti giorni il termine per ripristinare lo stato dell’impianto. “Ho già avuto in mattinata – ha aggiunto il sindaco – due incontri specifici per avere un quadro tecnico della situazione ed abbiamo contattato ditte specializzate per il prelievo dei fanghi e degli altri rifiuti speciali prodotti a seguito del processo di depurazione che si trovano nel complesso sequestrato”. I tecnici comunali sono già al lavoro per tracciare un crono programma delle attività. Da una prima stima i costi per le operazione dovrebbero aggirarsi intorno ai 250 mila euro. “Non sarà questa cifra, seppur considerevole – ha detto Vallone – a fermarci. A questa attività anche dal punto di vista finanziario daremo precedenza assoluta perché siamo consapevoli dell’importanza dell’intervento per la tutela della salute dei cittadini. Faremo fronte noi a questi costi per poi rivalerci in danno sulla società che gestiva l’impianto. Vogliamo intervenire immediatamente, anzi siamo intervenuti subito”. A chi gli ha chiesto se ha pensato di rifiutare la custodia giudiziaria per gli oneri e le responsabilità che ne derivano al Comune, Vallone ha risposto: “non ci ho pensato neanche per un minuto. Davanti alla tutela della salute dei cittadini non ci si può tirare indietro”. “Il sindaco – conclude la nota – ha annunciato che chiederà il dissequestro del sito per consentire gli interventi di cui il Comune si farà carico. Il primo step degli interventi riguarderà la valutazione e la caratterizzazione dei fanghi presenti e poi il loro smaltimento nella discarica per rifiuti speciali presente sul territorio o, se sarà necessario, anche fuori Regione pur, in quest’ultimo caso, con una lievitazione dei costi. Poi si procederà alle attività per il ripristino del normale funzionamento dell’impianto”.

redazione@approdonews.it