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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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Semi di albicocca nuovo potente antitumorale I semi del frutto contengono alti livelli di cianuro

Semi di albicocca nuovo potente antitumorale I semi del frutto contengono alti livelli di cianuro
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La vitamina B17, che si trova nei semi, sarebbe un vero e proprio elisir di lunga
vita. Quella dei semi di albicocca è solo l’ultima mania salutista che, in pochissimo
tempo, ha conquistato critiche e sostenitori che credono che sia un modo ‘alternativo’
in grado di curare il cancro. La vitamina B17, in presenza di cellule malate, agirebbe
sprigionando cianuro, in grado di distruggerle. Le cellule tumorali contengono infatti
un particolare enzima, assente nelle cellule sane, che permette l’attivazione dell’azione
anticancro della vitamina B17. Al contrario, ora gli scienziati hanno segnalato che
i semi dell’ albicocca contengono alti livelli di cianuro in ambito chimico altamente
tossico e potrebbero di fatto uccidere. Il governo ha emesso un avviso ufficiale
invitando la gente a evitare di mangiare i semi di albicocca per i timori che in
casi estremi potrebbero essere fatali. Secondo la Food Standards Agency, i semi dell’albicocca
producono elevati livelli di cianuro, un veleno mortale, quando sono consumati. Anche
l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha messo in guardia adulti e
bambini. Per una corretta informazione, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello
“Sportello dei Diritti [1]”, occorre precisare che il cianuro non è contenuto
nei semi di albicocca. L’origine del contenuto di cianuro avviene tramite l’idrolisi
enzimatica dell’amigdalina, durante la fase di post-ingestione dei semi. In dettaglio,
contengono l’enzima emulsina che, in presenza di acqua, agisce sui glucosidi solubili,
sull’amigdalina e prunasina. L’amigdalina è il più importante glicoside cianogenetico.
Oltre a essere contenuta in grandi quantità nei semi di albicocca, è presente nei
semi di diverse Rosacee. L’amigadalina è un glucoside cianogenetico, cioè capace
di liberare acido cianidrico che contiene a sua volta cianuro.Questa molecola può
essere enzimaticamente degratata in uno ione cianuro, una molecola di benzaldeide
e due di glucosio. L’emulsina, enzima contenuto nei semi, è capace di indurre
la trasformazione dell’amigdalina in cianuro con produzione di benzaldeide e due
di glucosio. Il cianuro, quindi, non è contenuto nesi semi di albicocca ma può
essere prodotto dalla reazione di un enzima (emulsina) e un glicoside cianogenetico
(amigdalina). L’amigdalina, di per sé è poco reattiva, inoltre, emulsina e amigdalina
sono contenute sì nei semi ma in cellule vegetali separate. Queste due molecole,
non entrando mai in contatto, nel ciclo di vita dell’abicocca non daranno mai vita
al cianuro. Purtroppo, in caso di ingestione corporea amidgalina e emulsina possono
entrare in contatto e portare alla formazione delle cellule suddette (cianuro, glucosio
e benzaldeide). E’ per questo motivo che l’ingestione di semi di albicocca provoca
forti sintomi da avvelenamento da acido cianidrico. Il cianuro, o meglio i reagenti,
devono essere rimossi dai semi prima di essere consumati. La dose letale di cianuro
negli esseri umani è di 0,5 – 3,5 mg per kg di peso, l’equivalente di circa
30 semi di albicocca. Per i bambini, il consumo di 5-10 semi può essere fatale.
I semi sono commercializzati prevalentemente via internet da rivenditori situati
in paesi terzi e venduti come rimedio antitumorale. Alcuni siti raccomandano il consumo
quotidiano di 10 semi alle persone sane e di addirittura 60 semi ai malati di cancro.
In questi casi, la dose acuta di riferimento viene abbondantemente superata, correndo
il rischio di avvelenamento. I sintomi da avvelenamento da cianuro comprendono nausea,
febbre, mal di testa, insonnia, sete, letargia, nervosismo, dolori articolari e muscolari
e ipotensione.