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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 26 MAGGIO 2024

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Scoperti nuovi benefici dell’aspirina L’aspirina presa immediatamente dopo un ictus riduce il rischio di complicanze, come la spasticità o di incorrere in un ictus secondario

Scoperti nuovi benefici dell’aspirina L’aspirina presa immediatamente dopo un ictus riduce il rischio di complicanze, come la spasticità o di incorrere in un ictus secondario
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Nell’ultimo anno sono stati condotti diversi studi che hanno rivelato l’effetto protettivo
dell’aspirina nei principali tumori del tratto digestivo, cioè, cancro dell’intestino,
stomaco ed esofago. Anni fa, inoltre, si è associato ad una diminuzione del rischio
di ictus non-fatale nella misura del 36 per cento. E ora una nuova ricerca offre
nuove conferme sul più noto e diffuso farmaco da banco. L’assunzione immediata di
aspirina dopo un “mini-ictus” potrebbe ridurre notevolmente il rischio di complicanze,
come la spasticità o di incorrere in un ictus secondario (recidive). L’Aspirina
rappresenta un’opzione di trattamento utile per i pazienti che non possono rivolgersi
ai farmaci anticoagulanti a causa del costo o per l’aumento del rischio di emorragia
associato con gli anticoagulanti. In questo studio i ricercatori dell’Università
di Oxford hanno dimostrato che l’auto-trattamento immediato e continuato nelle settimane
dopo aver sperimentato i sintomi di un attacco ischemico transitorio o in caso di
allerta di ictus, potrebbe ridurre il rischio di ben l’ 80 per cento. Le persone
che soffrono di TIA o ictus sono attualmente trattate con l’ aspirina, ma fino ad
ora si pensava che il farmaco riduceva le conseguenze di circa il 15 per cento. Il
professor Peter Rothwell ha spiegato che “Il trattamento immediato con l’aspirina
può ridurre notevolmente il rischio di recidiva precoce dell’ictus”. Il ricercatore
ha inoltre chiarito che le persone che hanno subito un TIA la probabilità di subire
un ictus in futuro è molto elevata di almeno 1000 volte. “Abbiamo dimostrato in
precedenza che il trattamento medico urgente con un cocktail di diversi farmaci potrebbe
ridurre il rischio di una settimana dall’ ictus da circa il 10 per cento a circa
il 2 per cento, ma non sapevamo quale componente del cocktail era più importante”,
ha inoltre dichiarato. “Uno dei trattamenti che abbiamo usato era l’aspirina, ma
sappiamo da altri studi che il beneficio a lungo termine dell’ aspirina nella prevenzione
dell’ictus è relativamente modesto. “Abbiamo il dubbio che il primo vantaggio potrebbe
essere maggiore. “Se è così, l’assunzione dell’ aspirina nell’immediatezza dopo
i primi sintomi potrebbe essere molto utile.” Gli scienziati hanno esaminato i
dati di 16.000 pazienti provenienti tutti da dodici prove con l’aspirina per la prevenzione
secondaria a lungo termine, nonché i dati provenienti da tre studi di aspirina nel
trattamento dell’ictus acuto su circa 40.000 persone. Nella maggior parte dei casi,
come spiegano i ricercatori, l’aspirina ha ridotto il rischio nelle prime settimane
delle recidive, nonchè la gravità degli eventi. Piuttosto che la riduzione complessiva
del 15 per cento del rischio a lungo termine riportato in precedenza, l’aspirina
ha ridotto il rischio precoce di ictus fatale o la recidiva di circa il 70-80% nel
corso dei primi giorni e settimane. “I nostri risultati confermano l’efficacia di
un trattamento urgente dopo TIA e dimostrano che l’aspirina è il componente più
importante”, ha dichiarato il professor Rothwell. “Il trattamento immediato con l’aspirina
può ridurre notevolmente il rischio e la gravità di recidiva precoce. “Questa scoperta
ha implicazioni per i medici, che dovrebbero dare l’aspirina immediatamente al minino
sospetto d un ictus, invece di aspettare il parere dello specialista.” L’aspirina
dunque si dimostra ancora una volta un farmaco dalle molte potenzialità, sottolinea
Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. E’ una pillola
inventata molti anni fa e più passa il tempo e più si sta rivelando un vero e proprio
farmaco miracoloso. Questi i risultati che rivelano come un semplice farmaco da banco
possa a volte essere competitivo come altri più specifici, però con altri costi,
non solo in termini di denaro, ma anche in termini di effetti collaterali. Difatti,
come spiegano i ricercatori, i farmaci anticoagulanti a lungo termine sono costosi
e scomodi, dato che richiedono frequenti e regolari esami del sangue e adeguamenti
del dosaggio. Inoltre, vi è un elevato rischio che il trattamento possa causare
emorragie in alcuni pazienti.