Scandalo petrolio, Iam: “Seguiti canoni della legalità” Si punta a ristabilire la verità dei fatti
1) Cosa avviene prima che un rifiuto possa arrivare presso il nostro sito.
Affinché un rifiuto possa essere omologato dal nostro impianto, deve soddisfare le leggi nazionali ed i criteri fissati dal dispositivo autorizzativo regionale.
Il rifiuto deve pertanto essere non pericoloso ed il CER e la denominazione attribuiti devono essere inclusi tra quelli autorizzati dall’AIA.
In particolare, la IAM acquisisce specifico certificato di caratterizzazione del rifiuto e dettagliata descrizione del ciclo da cui ha origine lo stesso (a cura del produttore). Infatti, deve essere rilevato che l’attribuzione del CER e la sua denominazione possono essere attribuiti solo ed esclusivamente attraverso la conoscenza dell’attività produttiva nonché del ciclo che ha generato il rifiuto, quindi appare evidente che è esclusiva prerogativa del produttore tale attribuzione, anche ai sensi della normativa di settore.
2) Quali controlli vengono effettuati sui rifiuti in ingresso all’impianto di depurazione?
Verificata la relazione descrittiva del ciclo produttivo che origina il rifiuto e la caratterizzazione analitica dello stesso, la IAM ha operato sui rifiuti provenienti dell’ENI tutte le verifiche richieste dalla normativa vigente e dalla nostra Autorizzazione Integrata Ambientale.
In particolare, per i rifiuti sopradetti si è operato in maniera più “stringente” rispetto a quanto richiesto dall’AIA, così come previsto dal contratto di smaltimento. Difatti, sebbene l’AIA richieda di effettuare le analisi ogni 300 tonnellate di rifiuto proveniente dallo stesso sito, la nostra società ha effettuato determinazioni analitiche specifiche su ogni autocisterna che conferiva, quindi ogni 30 tonnellate.
Per ogni autocisterna proveniente dall’ENI si sono compiute le seguenti operazioni:
– Pesata a pieno carico dell’Autocisterna;
– Controllo della corretta compilazione dei campi del Formulario Identificativo Rifiuti (FIR), e nello specifico:
o verifica dell’unità locale di provenienza;
o verifica autorizzazione del trasportatore;
o verifica della descrizione del rifiuto e del codice CER;
o verifica delle caratteristiche chimico fisiche (esistenza del riferimento all’omologa del rifiuto);
– Verifica della presenza della relazione descrittiva del processo produttivo in allegato al FIR (ogni mezzo deve avere la descrizione del ciclo redatta dal produttore);
– Prelievo del campione in due aliquote (di cui una a disposizione degli organi di controllo per un periodo di 30 gg) ed etichettatura del campione. L’etichetta del campione riporta: il codice campione (corrisponde al numero di FIR), la provenienza del rifiuto, il relativo codice CER un numero di prot. interno e la data del campione;
– Test rapidi di verifica del rifiuto;
– Inizio delle operazioni di scarico se le verifiche di cui sopra vanno a buon fine;
– Inizio delle analisi estese del rifiuto;
– A scarico ultimato il mezzo viene pesato a vuoto per ottenere il peso netto.
La scrupolosità messa in campo nell’espletamento delle verifiche sulla caratterizzazione dei rifiuti ha fatto si che, nel periodo di interesse venissero riscontrati più volte parametri che, se pur nei limiti tabellari del rifiuto in questione, non risultavano, a nostro avviso, soddisfacenti per un processo ottimale di depurazione nel nostro impianto.
In tutti questi casi la nostra Società ha negato l’omologa del rifiuto e di conseguenza non ne ha consentito il conferimento.
3) Fino a quando ha conferito l’ENI?
L’ENI è dotata di un sistema di fornitori qualificati e la IAM è inserita in tale sistema come fornitore di servizio di smaltimento di rifiuti speciali liquidi non pericolosi.
A partire dal 2 gennaio 2015 non sono stati più conferiti presso il nostro impianto i rifiuti prodotti dall’ENI.
4) I controlli allo scarico finale dell’impianto.
Particolare attenzione si vuole dare alla qualità dello scarico finale del nostro impianto di depurazione.
Nel periodo di riferimento, tutti gli autocontrolli analitici effettuati dal nostro laboratorio interno sullo scarico finale, non hanno mai rilevato parametri o inquinanti al di sopra dei valori limite consentiti dalla norma.
Gli stessi controlli effettuati dall’ARPACal, quale organo di controllo preposto, nel suddetto arco temporale, non hanno mai rilevato superamenti dei valori limite di emissioni, certificando quindi la conformità allo scarico.
Di seguito si riportano i riferimenti di tutti i rapporti analitici effettuati dell’ARPACal, dipartimento provinciale di Reggio Calabria – servizio laboratorio chimico e servizio laboratorio bio-naturalistico:
– Rapporto di Prova n. 13C2486/01 del 30/09/2013 servizio laboratorio chimico
– Rapporto di Prova n. 13B2487/01 del 03/10/2013 servizio laboratorio bio-naturalistico
– Rapporto di Prova n. 13B3573/01 del 15/11/2013 servizio laboratorio bio-naturalistico
– Rapporto di Prova n. 13C3574/01 del 21/11/2013 servizio laboratorio chimico
– Rapporto di Prova n. 14B0186/01 del 31/01/2014 servizio laboratorio bio-naturalistico
– Rapporto di Prova n. 14C0185/01 del 04/02/2014 servizio laboratorio chimico
– Rapporto di Prova n. 14C0186/01 del 04/02/2014 servizio laboratorio chimico
– Rapporto di Prova n. 14C1088/01 del 02/04/2014 servizio laboratorio chimico
– Rapporto di Prova n. 14B0187/01 del 04/04/2014 servizio laboratorio bio-naturalistico
– Rapporto di Prova n. 14B2311/01 del 13/06/2014 servizio laboratorio bio-naturalistico
– Rapporto di Prova n. 14C2312/01 del 24/06/2014 servizio laboratorio chimico
– Rapporto di Prova n. 14C3118/01 del 11/08/2014 servizio laboratorio chimico
– Rapporto di Prova n. 14B3117/01 del 13/08/2014 servizio laboratorio bio-naturalistico
– Rapporto di Prova n. 14B3836/01 del 16/10/2014 servizio laboratorio bio-naturalistico
– Rapporto di Prova n. 14C3837/01 del 20/10/2014 servizio laboratorio chimico
– Rapporto di Prova n. 14RC4270B/01 del 16/12/2014 servizio laboratorio bio-naturalistico
– Rapporto di Prova n. 14RC4271B/01 del 29/12/2014 servizio laboratorio bio-naturalistico
– Rapporto di Prova n. 14RC4271C/01 del 30/12/2014 servizio laboratorio chimico
Infine, in merito a quanto riportato dagli organi di stampa relativamente alle intercettazioni sulle proteste per i cattivi odori, si vuole precisare che le contestazioni di giorno 25 sono da riferire all’episodio specifico di miasmi dall’impianto, causati da un black out elettrico per l’improvvisa avaria di uno dei due gruppi elettrogeni, noleggiati dalla IAM, al fine di alimentare l’impianto. Infatti, in quella data, l’ENEL aveva interrotto l’energia elettrica per lavori di manutenzione sulla propria rete di distribuzione. Tale situazione di emergenza è stata comunicata prontamente agli organi di controllo interessati. In conseguenza di tale accadimento venivano sospesi i conferimenti per quella giornata, dal momento del suddetto black out, ed anche per la successiva, ciò al fine di far riprendere la totale funzionalità dell’impianto.
La nostra Società ha sempre tenuto conto del disagio creato ai cittadini per alcuni episodi di maleodorazione creati dall’impianto, ma vorremmo essere creduti quando affermiamo che nessun pericolo per la salute pubblica può provenire dall’attività del depuratore.
Non c’è niente di più sbagliato che pensare di associare l’intensità del cattivo odore alla pericolosità di ciò che si tratta nell’impianto.
Ogniqualvolta si avvertono odori sgradevoli non vuol dire che lo scarico a mare è fuori norma.
Concludiamo, sostenendo che per poter valutare gli accadimenti occorre una compiuta analisi dei fatti contestati, allo stato noti solo alla magistratura, a cui la IAM si affida auspicando un giudizio vero, non fondato su suggestioni interpretative ma su prove, nonché finalizzato a ristabilire la verità dei fatti e quindi la serenità dei cittadini gioiesi.
Certi che il nostro operato abbia sempre seguito i canoni della legalità, confidiamo che a conclusione della vicenda sia dato il giusto risalto mediatico.