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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Sanità, gli orrori del nuovo decreto Scura Il Comitato salviamo la sanità del lametino agguerrito contro il commissario

Sanità, gli orrori del nuovo decreto Scura Il Comitato salviamo la sanità del lametino agguerrito contro il commissario
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Non basterebbe un voluminoso Libro Nero per descrivere le malefatte, gli abusi e gli errori (o meglio gli orrori) infilati da Scura in quel suo nuovo Decreto 64/2016 che avrebbe dovuto riparare errori, abusi e malefatte del suo Decreto 30/2015, ma anche una necessaria sintesi può far capire i danni che ne subiranno tutta la sanità calabrese e quella lametina in particolare.

Intanto con questo suo nuovo decreto Scura disvela apertamente che la tanto sbandierata riduzione della spesa negli anni 2010-2015 è stata ottenuta con la chiusura di 1.800 posti letto e la riduzione di 4.770 dipendenti su 20.264, cioè lasciando ospedali e servizi sguarniti di personale. Con questi numeri sarebbe stato perfino difficile non ridurre la spesa. Solo che continuando in questo massacro Scura e il suo vice hanno ottenuto l’esplosione della spesa per mobilità passiva, facendo aumentare i calabresi costretti a rivolgersi altrove e continuando a finanziare i sistemi sanitari di altre regioni.

Si tratta di una mobilità passiva che Scura & C. per certi versi hanno “istituzionalizzato”. Scrivono nel Decreto che “In buona sostanza oggi si può considerare sostanzialmente chiusa la fase della programmazione della rete ospedaliera” perché avrebbero ” organizzato la rete degli ospedali per le patologie tempo dipendenti”. Ma è vero il contrario. 1) La rete ictus dell’area centrale che già funzionava ed aveva di fatto il suo Hub a Vibo Valentia è stata stravolta individuando l’Hub nell’ospedale di Catanzaro, che non è abilitato nemmeno al trattamento base e, quindi, non è funzionante. 2) Per la rete trasfusionale il servizio è rimasto più o meno come prima, perché gli esimi commissari hanno dovuto prendere atto che non potevano chiudere i servizi trasfusionali di Lamezia e Castrovillari (l’unico che hanno stroncato è il Centro Trasfusionale di Polistena, mettendo a repentaglio le vite dei pazienti di quell’Ospedale), ma nel nuovo decreto continuano a far riferimento al famigerato decreto 58/2014, che, in contrasto con il DM 70/2015, prevede la trasformazione in Emoteca H6 anche dei Servizi Trasfusionali di Lamezia e Castrovillari. 3) La rete politrauma non è istituita perché manca l’HUB del Centro di Alta Specializzazione che (per non volerlo sistemare a Lamezia com’era stato sinora previsto) dovrà essere individuato fuori Regione (e qui istituzionalizzazione della migrazione sanitaria diventa palese).

Ma questa istituzionalizzazione è rafforzata dalla incomprensibile ricerca del “fuori regione” anche per la camera iperbarica (che in Calabria funziona da anni nell’ospedale di Palmi) e (chicca davvero inaudita) per chirurgia vascolare, di cui si annoverano ben tre reparti solo a Catanzaro.

Del resto, a guardar le loro scelte su Catanzaro, per Scura e scudiero ci vorrebbe un defibrillatore. Partiti per la Calabria col preciso incarico di procedere ad ogni costo alla fusione delle due aziende ospedaliera e universitaria nella nuova azienda Dulbecco, hanno iniziato con la furia francese e terminano con una precipitosa ritirata spagnola. Si accorgono adesso che la fusione si potrà fare solo dopo un provvedimento di integrazione varato da Consiglio Regionale e rinviano tutto alle calende greche. Nel frattempo ogni cosa rimane come prima. Il Pugliese resta al centro di Catanzaro e con tutti quei reparti che avrebbero dovuto secondo loro trasmigrare a Germaneto. E anche il Mater Domini rimane com’era. Con la conferma di un contentino non da poco già previsto nel Decreto 30/2015. L’istituzione di due nuovi reparti oncologici (giusto per rispettare il mandato governativo di tagliare i reparti doppi, tripli, ecc. che abbondano a Catanzaro): uno di Oncologia Medica e l’altro di Oncologia Medica Traslazionale (nessuno si senta ignorante: in Italia, e forse nel mondo, non esistono altri reparti di oncologia medica traslazionale, ma al massimo rari ed esigui gruppi di ricerca). Tradotto in volgare, è la Fondazione Campanella che, come l’Araba fenicia, risorge a Germaneto. Mentre il nostro reparto di oncologia deve far i salti mortali per resistere.

E, sempre per non dispiacere ai poteri forti, i nostri baldi commissari hanno anche rimesso le mani nella distribuzione dei posti letto dell’area centrale della Calabria. Quelli della città capoluogo, rispetto al decreto 9/2015, li hanno aumentati in entrambi gli ospedali pubblici. In compenso hanno rastrellato ben 20 posti letto post-acuzie dagli ospedali di Lamezia, Soveria e Soverato e a Lamezia hanno tolto il posto di primario di Psichiatria (giusto per attribuirci un primato, quello dell’unico ospedale spoke ad avere una psichiatria senza primario), mentre Malattie Infettive resta unità semplice aggregata a Medicina e non si attiva Neurologia, che era da tempo prevista, lasciando il nostro come unico ospedale spoke a non averla.

Infine, ma non ultimo, sebbene Scura & C. quando parlano del Centro Cuore di Reggio Calabria affermino (per una volta correttamente) che in medicina “Il top di gamma trascina tutta la gamma”, continuano a bistrattare le nostre ripetute richieste di attivare anche nel nostro ospedale una specialità al top di gamma, che sia integrata e non concorrenziale rispetto a Catanzaro e che possa così trascinare al top tutto il resto. Ma noi non rappresentiamo, né abbiamo poteri forti. O meglio i nostri politici che contano pensano ad altro e curano altri interessi.

Non ci resta che sperare nei magistrati, a cui faremo rilevare che le spese per mantenere reparti doppi e tripli a Catanzaro Scura li sottrae all’ospedale di Lamezia, con la conseguenza che quando a breve il nostro ospedale sarà sottoposto a verifica di risultati verrà penalizzato per la mancanza di obiettivi che non avrà potuto ottenere.

COMITATO SALVIAMO LA SANITÀ DEL LAMETINO

TRIBUNALE DEI DIRITTI DEL MALATO