Sanità: a Lamezia si riuniscono i consiglieri regionali Censore, Guccione, Mirabelli e Aiello
redazione | Il 02, Apr 2012
Secondo i quattro la sanità in Calabria è un “disastro annunciato”
di ANTONIETTA BRUNO
Sanità: a Lamezia si riuniscono i consiglieri regionali Censore, Guccione, Mirabelli e Aiello
Secondo i quattro la sanità in Calabria è un “disastro annunciato”
di Antonietta Bruno
I consiglieri regionali di opposizione Bruno Censore (PD), Carlo Guccione (PD), Rosario Mirabelli (API) e Ferdinando Aiello (SEL), a due giorni dalla riunione romana indetta per tirare le somme del Piano di rientro sulla sanità calabrese, e quindi a verificare gli atti compiuti dal commissario per l’attuazione del piano di rientro a seguito soprattutto delle direttive del Tavolo Massicci, si sono riuniti a Lamezia per sottolineare quanto già evidenziato in precedenza. Ovvero, la mancanza di dialogo con il commissario e presidente della regione Calabria Giuseppe Scopelliti, e la non valutazione di strategie comuni tra le varie forze politiche regionali al fine di evitare “un disastro annunciato”. Un disastro che secondo i quattro esponenti politici calabresi, si è irreversibilmente aggravato perché nulla di quanto disposto sarebbe stato attuato nel periodo di commissariamento del delicato settore salute. A partire dalla chiusura (e lo scorso 30 marzo è stata l’ultima data fatidica) di importanti servizi e presidi ospedalieri calabresi. Ospedali chiusi o dismessi quali quelli di Acri, San Giovanni in Fiore; Serra San Bruno e Soveria Mannelli, o solo riconvertiti quali Mormanno, Trebisacce; Cariati; Praia a Mare, Lungro; Scilla; Oppido Mamertina e San Marco Argentano, ai quali però non si sono affiancati quei servizi alternativi previsti dal Piano e meglio identificati come “Capt” (Centri di assistenza primaria territoriale). Altro punto evidenziato dai presenti, che oggi lamentano ancora e a gran voce tutta una serie di errori del passato ripetuti e aggravati nel presente, è quello delle interminabili liste d’attesa anche per quel che riguarda prenotazioni di patologie gravi e posti letto insufficienti. A questo si aggiunga ancora la mancanza di personale medico e paramedico colpito dai tagli e al non svecchiamento dell’organico esistente.
<<Di tutto questo ci siamo fatti più volte portavoce – ha evidenziato Bruno Censore – ma nessuno ci ha mai voluto ascoltare, in primis il presidente Scopelliti al quale chiediamo ancora una volta a calarsi nella realtà calabrese>>. Una realtà che negli ultimi tempi, proprio sul fronte sanità, ha toccato il tetto dei 247 milioni di immigrati passivi verso le regioni Sicilia, Basilicata e Puglia. <<abbiamo più volte affermato, denunciato e proposto quelle che erano sia le nostre istanze che quelle dell’utenza e degli operatori del settore, ma attorno a noi il vuoto totale. Oggi ribadiamo le nostre preoccupazioni, anche alla luce del fatto che gli ospedali “hub”e “spoke” (i primi ospedali di eccellenza specialistica e i secondi centri ospedalieri a media intensità di intervento) sono rimasti solo sulla carta. Per noi così non va, e a questa “manovra”, servono urgenti e seri correttivi poiché si sta verificando la perdita della garanzia dei livelli minimi di assistenza>>.
Un’ennesima denuncia, dunque, su una sanità che fa acqua da tutte le parti, a discapito dei territori e della salute dell’ammalato che trova oramai, risposte e assistenza altrove. <<Questo purtroppo – ha aggiunto il piddillino Guccione – è il frutto di un lungo periodo che in Calabria ha creato una situazione in cui la qualità dei servizi ed il costo che pagano i calabresi è altissimo. Una profonda correzione andava messa nel sistema sanitario calabrese, ma la correzione non poteva essere solo riferita ai tagli. I decreti 18 e 106 non dicevano questo e a noi sembra che il commissario per l’attuazione del piano di rientro, non abbia ancora recepito la prima bacchettata del Tavolo Massicci. Alla precedente seduta, lo ricordiamo – ha aggiunto l’esponente politico del Pd – la Regione Calabria era già stata bacchettata sul sistema ospedaliero emergenza-urgenza. Rispetto ad allora poco o niente è stato fatto, creando di contro, un ulteriore e grave vuoto sanitario. Oggi più di ieri, siamo in piena emergenza sanità. Questo lo diciamo noi così come lo dice finanche il direttore generale del Dipartimento Antonino Orlando>> .
Sulla stessa scia dei consiglieri regionali del Pd, è il collega in forza a Sel, Ferdinando Aiello. Quest’ultimo ha parlato di “impreparazione e ignoranza in materia sanitaria”. <<Alla base di questo disastro annunciato, c’è un calcolo ragionieristico piuttosto che una lettura del territorio e delle esigenze della collettività. Attraverso tagli e manovre è stato smantellato anche quel minimo tessuto sanitario esistente. Sono cresciute distanze e disservizi. Ridotti ricoveri e aumentata la sfiducia nel servizio per via di carenze ormai croniche evidenziate sia sulla carta che nella realtà. Il deficit è aumentato e se di risparmio si parla, si deve parlare di risparmio fittizio non utilizzabile per i servizi della nostra sanità, bensì per quelli delle altre regioni d’Italia che beneficiano dei nostri contributi grazie a questa immigrazione di malati desiderosi di cure e assistenza>>.
A chiudere la riunione, dopo l’appello di Aiello che ha invitato, attraverso la stampa, il presidente della regione Calabria di fare <<una sana e robusta autocritica su un “modello Scopelliti” che frana sotto i piedi dei calabresi>>, è stato l’esponente di Api Rosario Mirabelli: <<Il Piano di rientro che è stato attuato dal commissario Scopelliti non ha affatto portato risultati reali. Non ha né razionalizzato né ridotto la spesa ma solo sacrificato il servizio. Non ci sono state politiche di investimento, ma solo un gioco al massacro su posti letto e qualità. La Calabria sta pagando a caro prezzo tutto questo. Si sta andando avanti a parole e decreti che a nulla di buono stanno portando e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Tra due giorni si tireranno le somme di tutto ciò che è stato fatto, e a due giorni da quello che sarà, noi vogliamo ribadire la nostra disponibilità a partecipare al cambiamento, la stessa finora mai accordataci, per cercare assieme e in sintonia la via giusta per il cambiamento di un settore tanto complicato quanto compromesso>>.
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