San Ferdinando, “La Calabria ha bisogno di persone perbene e competenti, non di certificati anagrafici” Il sindaco Andrea Tripodi interviene a difesa del commissario Agostinelli, ha la gratitudine mia e quella dei calabresi perbene
“La Calabria ai calabresi?” Un ridicolo luogo comune!
E’ il luogo comune è nemico della razionalità e del buonsenso.
E’, piuttosto, la spia di un pensiero pigro, superficiale, incapace di approfondire e di riflettere.
Nel migliore dei casi è l’ovvietà che indossa i panni della certezza e della presunzione ma, spesso, è solo l’espressione risibile di un qualunquismo ondivago.
In tempi più recenti, però, esso ama presentarsi con l’energia marziale dell’asserzione inconfutabile e la tracotanza del suprematista che semplifica e diffonde il suo progetto politico razzista: prima gli italiani.
Un luogo comune simile e con la stessa carica xenofoba: “la Calabria ai calabresi”, solo qualche giorno addietro è stato scagliato come pietra cuspidata contro il Commissario Agostinelli, che da livornese, possiede la gorgia toscana ma ignora l’accusativo preposizionale delle regioni del sud.
Ho vissuto questo gesto come una sassata irriguardosa nei confronti di un uomo che ha disimpegnato con onore e disciplina il compito affidatogli sollevando, con le sue scelte, la realtà portuale di Gioia Tauro dalla miseria delle sue ricorrenti crisi, restituendole vitalità ed efficienza, per proiettarla nella storia dello sviluppo e della sfida.
E lo ha fatto in silenzio, senza enfasi, come un vecchio marinaio, con lo sguardo lungo e il timone fermo; con nelle mani la sapienza delle vele e nel cuore l’amore infinito per il mare!
Amore, cioè, per questa nostra terra che ha servito meglio e più di quanti esibiscono, come un vanto, la loro metafonesi bruzia!
A lei, ammiraglio Agostinelli, la mia gratitudine e quella dei calabresi perbene, insieme con l’augurio che la Calabria sia per molto tempo ancora la sua confortevole “hasa”!