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TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

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Sakineh, non è libera

Sakineh, non è libera

PressTv mostra la confessione della donna, condannata alla lapidazione per aver ucciso il marito

Sakineh, non è libera

 

PressTv mostra la confessione della donna, condannata alla lapidazione per aver ucciso il marito

 

(ANSA) TEHERAN – La notizia del rilascio di Sakineh Mohammadi Ashtiani e’ ”un’assoluta menzogna” diffusa dalla stampa straniera per le sue ”motivazioni politiche”. A smentire la notizia, data ieri dal Comitato internazionale contro la lapidazione, con sede in Germania, e’ stato oggi il procuratore di Tabriz, dove la donna si trova in carcere. Smentite e denunce di una ”campagna di propaganda dei mezzi d’informazione occidentali” sono venute anche dalla televisione di Stato in inglese PressTv. L’emittente ha spiegato che alcune immagini diffuse ieri sera che mostravano la donna nella sua casa con il figlio Sajjad Ghaderzadeh, anch’egli in carcere da due mesi, sono una sorta di ‘fotografie di scena’ per il lancio di un documentario girato sulla ‘scena del delitto’ poi andato in onda questa sera con lo scopo di ribadire la colpevolezza di Sakineh nell’omicidio del marito. Sakineh, che appare appesantita rispetto ad immagini precedentemente circolate, parla un ottimo persiano, mentre in analoghi programmi realizzati in passato si esprimeva in lingua azera – parlata a Tabriz, dove vive – con sottotitoli in persiano. La donna afferma di avere preso parte all’uccisione del marito, Ebrahim Ghaderzadeh, nel settembre 2005 in collaborazione con un suo amante, che a suo dire aveva organizzato il piano. Nessuna conferma era venuta ieri sul rilascio da parte iraniana e anche fonti diplomatiche contattate dall’ANSA avevano detto di non sapere nulla in proposito. Sakineh Mohammadi-Ashtiani, 43 anni, di Tabriz, nel nord-ovest dell’Iran, e’ stata condannata nel 2006 alla lapidazione per adulterio, con sentenza poi sospesa nel luglio scorso, ed e’ in attesa di sentenza in un processo per l’uccisione del marito, per la quale potrebbe essere impiccata. Il figlio Sajjad e’ stato invece arrestato il 10 ottobre scorso con l’avvocato della donna, Javid Hutan-Kian, mentre veniva intervistato da due giornalisti tedeschi del Bild am Sonntag, finiti anche loro in carcere, dove si trovano tutt’ora. Anche il figlio e l’avvocato sono stati mostrati nel documentario. ”La signora Mohammadi-Ashtiani e’ ancora in carcere a Tabriz, e’ in buona salute e non ci sono novita’ sul suo caso giudiziario”, ha detto il procuratore, Mussa Khalillollai, all’agenzia Irna. ”Di tanto in tanto – ha aggiunto il magistrato – la stampa straniera ha bisogno di aggiungere benzina alle sue motivazioni politiche e quindi torna a parlare di questo caso”. Il rappresentante in Italia del Comitato internazionale contro la lapidazione, Taher Jafarizad, aveva detto ieri all’ANSA che Sakineh e suo figlio erano stati visti nel cortile della loro casa di Tabriz, nel nord-ovest dell’Iran. Cio’ che sembrava un riferimento alle immagini mostrate da PressTv. Ma oggi Jafarizad ha insistito che Sakineh ”era stata effettivamente liberata, forse tre giorni fa”, e ha affermato che ”il regime ha usato il rilascio” per dare un apparente segno di buona volonta’ mentre erano in corso a Ginevra i negoziati sul nucleare con le grandi potenze riunite nel gruppo 5+1. La presidente del Comitato, Mina Ahadi, che nel documentario di PressTv viene definita come ex appartenente al gruppo ”terrorista” curdo Komele, ha interpretato invece le nuove ‘confessioni’ di Sakineh in televisione come una manovra di ”propaganda” per preparare la sua ”esecuzione”.

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