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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Russia, il controllo dello Stato sul web

Russia, il controllo dello Stato sul web

Monitoraggio governativo su alcuni siti

Russia, il controllo dello Stato sul web

Monitoraggio governativo su alcuni siti

 

Dalla Russia la notizia sul monitoraggio governativo di alcuni siti. La Duma, l’assemblea
legislativa russa ha adottato una serie di emendamenti che rafforza il controllo
dello Stato sul web, permettendo alle autorità di bloccare l’accesso ai siti e,
sostanzialmente, di monitorare l’attività di milioni di cittadini russi che fanno
uso della rete. La legge che avrà effetto dal primo settembre 2016 obbliga tutte
le società di comunicazione on line, comprese quelle straniere, a conservare sul
territorio russo tutti i dati personali degli utenti.Nello specifico, un’autority
governativa potrà ordinare al provider l’oscuramento immediato di una pagina web
senza il nulla osta della magistratura. Inoltre sarà controllata dal ministero delle
Telecomunicazioni che terrà poi una banca dati delle pagine visitate da tutti gli
utenti russi negli ultimi due anni.In teoria, quindi, anche le compagnie straniere
come Google (Gmail), Twitter, Facebook e Microsoft (proprietaria di Skype) saranno
tenute ad avere server nel Paese, allo stesso modo delle russe Yandex, Mail.ru o
Vkontakte.Un punto, quest’ultimo, controverso, dato che secondo alcuni esperti le
società straniere di servizi internet non ricadono sotto la giurisdizione russa
e pertanto su di loro le autorità federali non avrebbero reali strumenti giuridici
di influenza.Secondo gli operatori del settore e l’opposizione, si tratta comunque
di un altro passo verso il rafforzamento del controllo statale su internet in Russia,
che avrà un impatto negativo sulla democrazia e sullo sviluppo del web e del suo
indotto.Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [1]” siamo
così di fronte all’ennesimo caso di controllo governativo di Internet, ossia il
divieto, legalmente illegittimo di accesso a determinate zone del Web. Internet passa
così dall’essere veicolo multifunzionale e multiespressivo dell’opinione di tutti
a mero strumento di propaganda di Stato che limiterà semplicemente la libertà d’espressione.