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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 16 DICEMBRE 2024

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Rossano e Corigliano Calabro dicono sì alla fusione Esultano i promotori del referendum. Il commento della politica

Rossano e Corigliano Calabro dicono sì alla fusione Esultano i promotori del referendum. Il commento della politica
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Rossano e Corigliano Calabro dicono sì alla fusione. E’ plebiscitario il risultato del referendum popolare regionale nei due centri della Sibaritide, in provincia di Cosenza. Rispettivamente, dunque, le percentuali per il Sì si attestano sul 90% a Rossano e sul 60% a Corigliano. Rossano, 36.700 abitanti,e Corigliano Calabro, 40 mila. L’affluenza definitiva a Rossano si è attestata sul 44,70% (13.556 votanti). I sì sono stati 12715 (93,80%), i no 791 (5,84%). A Corigliano si e’ registrata invece un’affluenza del 32,97%. Per il si’ hanno votato in 7674 (61,36%). Per il no hanno votato 4.833 cittadini (38,64%). Con la fusione Rossano-Corigliano diventerà, con circa 80 mila abitanti la terza città della Calabria, dopo Reggio e Catanzaro. Esultano i promotori del referendum.

GIUSEPPE GRAZIANO

È una giornata storica scritta, di proprio pugno, dai Coriglianesi e dai Rossanesi che, insieme, hanno deciso di iniziare a scrivere un nuovo capitolo per la crescita e lo sviluppo di questo angolo della Calabria. Vince, anzi stravince il Sì, in tutti e due i Comuni, contro ogni più rosea previsione, con un’affluenza anche superiore rispetto a recenti consultazioni. Questo significa che da oggi abbiamo tutto il diritto ed il dovere di poter sperare che il sogno, rimasto tale per decenni, di una grande Città fornita di tutti i servizi diventi finalmente realtà. Peccato solo che siamo arrivati con 20 anni di ritardo rispetto a quando, causa stessi interpreti che oggi si sono schierati apertamente e sciaguratamente contro la fusione, perdemmo l’occasione e l’opportunità di avere un’autonomia più concreta e diventare Provincia. È giusto, quindi, che certa gente prenda atto del fallimento politico personale e lasci spazio, con riverenza, al volere supremo dei cittadini. Che attraverso questa consultazione referendaria non solo hanno deciso di cambiare le sorti della loro terra per cercare di garantire un futuro migliore ai loro figli, ma hanno lanciato un monito chiaro alle istituzioni e alla politica. La gente vuole ritornare ad essere protagonista del proprio destino. C’è un’arsura biblica di democrazia e di partecipazione verso la quale dobbiamo saper dare risposte. Corigliano e Rossano da adesso iniziano il percorso, difficile ma affascinante, di condividere insieme problemi, virtù e risorse di queste due splendide comunità per giungere, speriamo nel più breve tempo possibile, alla costituzione definitiva della terza Città più grande della Calabria. Grazie a quanti hanno creduto e continuano a credere in questo progetto socio-politico e amministrativo. Grazie, innanzitutto, ai cittadini di buona volontà che con la loro partecipazione convinta al Referendum hanno dato un’indicazione chiara. Grazie al comitato delle Cento associazioni, agli amministratori virtuosi di Corigliano e Rossano e al sindaco Mascaro che si è speso con convinzione in questa campagna referendaria. Avrei e avremmo voluto dire lo stesso per il sindaco Geraci, ma purtroppo ha deciso di voltarsi indietro e continuare a guardare al passato. Ma lo ringraziamo ugualmente per il contributo fattivo che ha dato affinché i coriglianesi e i rossanesi, grazie alle sue posizioni contrarie alla fusione, decidessero ancora con più convinzione di schierarsi per il Sì. Io ci sono e già da domani mattina incalzerò il Governatore Oliverio, che ha sostenuto sin dal principio il progetto di unificazione di Corigliano-Rossano, a stabilire un crono programma certo delle tappe verso la creazione del nuovo comune.

FRONTE DELLA GIOVENTU’ COMUNISTA FEDERAZIONE COSENZA

Il giorno dopo il voto, il dato che più interessante che risalta agli occhi non è la vittoria del sì alla fusione nei due comuni, ma l’elevato tasso di astensione. Anche a Rossano, a maggioranza favorevole alla fusione, non hanno votato il 55% degli aventi diritto, mentre a Corigliano il dato sale al 67%. Questi dati dimostrano come non vi sia stata una partecipazione di massa a questa decisione epocale, ma fra le masse popolari essa è passata nell’indifferenza generale, dimostrano come la classe politica, soprattutto quella coriglianese, non è in grado di ascoltare le esigenze delle masse, in una terra martoriata dalla disoccupazione e dal lavoro nero, di dare una risposta ad esse, dimostrano come questo referendum sia stato uno scontro prevalentemente interno alle classi medio-alto delle due città, ora pronto a spartirsi il bottino.

Le masse popolari di certo però non hanno votato non perché avessero capito che la fusione è nell’interesse dei padroni, ma perché non è stato fatto uno sforzo maggiore per coinvolgerle e soprattutto perché il grande assente nel dibattito della fusione è stato il tema del lavoro, trattato solo marginalmente dai comitati per il sì.
La fusione non sarà la soluzione ai problemi della nostra terra, non saranno certo le grandi opere previste a risolvere questi problemi (ad esempio un unico ospedale per tutta la costa ionica non risolve i problemi della sanità, ma ne peggiora le condizioni, oppure il progetto dell’aeroporto che è pura speculazione negli interessi dei palazzinari e farà la fine di quelli di Reggio e Crotone), ma nemmeno la situazione precedente con i due comuni divisi sarebbe la soluzione, a causa dell’incapacità degli amministratori locali o di chi si candida a “rottamarli”. La soluzione dev’essere il ritorno delle masse popolari alla partecipazione politica, il rifiuto dei vincoli del patto di stabilità imposti dall’Unione Europea, ma soprattutto dev’essere una soluzione rivoluzionaria e nell’interesse delle masse popolari oppresse dai padroni sia coriglianesi che rossanesi con sfruttamento, miseria e lavoro in nero. Solo il ritorno alla lotta permetterà di ottenere un futuro migliore!

DOMENICO BEVACQUA

È un Sì al futuro e al desiderio di scrivere una nuova pagina per un’area che ha tutte le potenzialità per ambire al ruolo da protagonista che le spetta”. Così il consigliere Bevacqua sull’esito del referendum svoltosi ieri a Rossano e Corigliano. “Ben prima dell’avvio ufficiale dell’iter – afferma Bevacqua – ho manifestato il mio assenso alla fusione e, frequentando assiduamente il territorio, ho sensibilizzato sul tema i tanti amici presenti, anche organizzando iniziative capaci di offrire occasioni di discussione e di approfondimento, affinché le comunità interessate potessero recarsi alle urne con la piena consapevolezza dell’opportunità rappresentata dalla consultazione referendaria”.

Nell’incontro pubblico tenutosi a Corigliano con Viscomi, percepii chiaramente che le condizioni stavano volgendo al meglio. Lessi negli occhi dei tantissimi amici presenti la determinazione a mettersi in gioco per accettare la sfida”. “In molti, in queste ore – continua Bevacqua – si affannano a mettere il cappello sulla vittoria: non è il mio caso. Il merito del risultato è esclusivamente di tutti quei rossanesi e coriglianesi che, con il loro voto, hanno espresso la volontà di scommettere sulla possibilità, sull’apertura e, in primo luogo, su sé stessi. A noi, classe dirigente, spetta, invece, il dovere di contribuire a non deludere le attese, di porre in essere una politica lungimirante, capace di un rilancio complessivo e organico dell’intera area ionica. Non è stato raggiunto il traguardo: la partita è appena iniziata”.

“E questa partita – prosegue Bevacqua – si dovrà giocare, innanzi tutto, rivolgendosi ai tanti che, per diversi e legittimi motivi, hanno disertato i seggi: la città unica avrà bisogno di un impegno unitario e non potrà esprimere le sue potenzialità senza una comunità convinta e coesa. Oggi non ci sono vinti: ci sono, piuttosto, persone che evidentemente non abbiamo saputo coinvolgere e del cui apporto non si può pensare di fare a meno”. “Non saranno i vantaggi fiscali e finanziari – conclude Bevacqua – a decidere della buona riuscita della fusione: la fusione manifesterà le sue autentiche ragioni se saprà produrre servizi migliori per i cittadini e prefigurare l’avvento di quella grande urbe della Sibaritide che, per dimensioni, rappresenterebbe la settima città del Mezzogiorno. Ci siamo spesi per una giusta battaglia: ora, in nome della concretezza, dobbiamo continuare più convinti di prima”.

Enza Bruno Bossio 

*Sul risultato del referendum consultivo per la fusione dei comuni di
Corigliano Calabro e Rossano, che si è svolto ieri decretando la volontà di
unire i due enti per dare vita alla terza città per popolazione della
Calabria, si esprime oggi la deputata del PD, on. Enza Bruno Bossio,
dichiarando che << a Rossano e Corigliano si è espresso un voto di civiltà. È stata sconfitta la paura della modernità e non hanno prevalso ataviche rinchiusure municipalistiche. La nuova città, – prosegue la parlamentare – sarà un punto di forza per l’intera Calabria. Inevitabilmente essa costituirà un polo attrattivo e fortemente produttivo per la crescita sociale ed economica regionale. La nuova città avrà anche una forte identità storico~culturale; sarà, di fatto, una capitale magnogreca. Essa è destinata ad avere una centralità ed una funzione strategica nell’ambito regionale. Mi auguro che quanto si è registrato tra le due più importanti città della sibaritide possa essere da esempio per avviare anche il processo di unificazione dell’area urbana cosentina. Il voto di ieri unisce e non divide – conclude l’on Bruno Bossio – L’impegno per promuovere la città unica sull’asse Cosenza, Rende, Unical dovrà essere profuso nel segno della emulazione e non della competizione. Una forte sinergia tra le due potenziali nuove città sarà una convenienza non solo per I territori interessati ma per la modernizzazione del sistema istituzionale regionale e meridionale>>.

GIUSEPPE ANTONIOTTI

Siamo all’alba di una nuova primavera e di nuove speranze per questo territorio. I cittadini, con il voto schiacciante del Sì, hanno dato prova di grandissima maturità dando, ancora una volta, lezione alla politica e alle istituzioni di concretezza e lungimiranza. Corigliano e Rossano sono unite da sempre da uguali problemi, da medesime virtù, ora spetta solo unirle amministrativamente così da accelerare in modo organico, insieme anche ai comuni e alle realtà del territorio, quel processo di crescita e di rivendicazione dei diritti che, purtroppo, da oltre un trentennio ci sono negati.

È quanto dichiara Giuseppe Antoniotti, capogruppo consiliare di Rossano Prima di Tutto, già sindaco di Rossano e primo promotore dell’atto di impulso alla fusione di Corigliano e Rossano approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Rossano il 13 gennaio 2015, commentando con grande emozione l’esito del referendum consultivo che nella Città del Codex ha fatto registrare una schiacciante vittoria del Sì.

Ora – aggiunge Antoniotti – è il momento della responsabilità. Da classe politica dirigente, all’esito del voto, abbiamo il dovere di sotterrare ogni ascia di guerra e rimboccarci le maniche per lavorare uniti, tutti insieme, su una piattaforma programmatica, aperta a tutti i gruppi consiliari, che possa da un lato disegnare il futuro della terza Città della Calabria e dall’altro dare le giuste direttive alla fase commissariale che accompagnerà il due comuni al voto per l’elezione del nuovo Sindaco e del nuovo Consiglio comunale di Corigliano-Rossano.

Lo dico senza tentennamenti e con massima convinzione – scandisce poi Antoniotti – in questo processo, che dovrà essere avviato già nelle prossime ore per rischiare di non perdere ulteriore tempo, chiedo la partecipazione fattiva e costruttiva dei giovani affinché si possa creare da subito una nuova classe dirigente fatta di speranze, competenze e merito.

Questa esperienza referendaria – aggiunge il capogruppo di Rossano Prima di Tutto – ci ha insegnato che si può andare oltre ogni divergenza politica e contro ogni preconcetto se davanti a tutto si pone l’interesse collettivo. Abbiamo dimostrato finalmente maturità e questo era un atto dovuto verso le nuove generazioni che, anche per colpa nostra, si sono allontanate dalla politica attiva e dalla partecipazione democratica alla vita pubblica.

Grazie, pertanto, a tutti gli artefici e promotori di questo progetto che ha avuto il suo culmine nella chiamata alle urne di ieri. Grazie – continua – al comitato delle 100 Associazioni, grazie agli imprenditori virtuosi che si sono schierati apertamente per Sì, grazie ai partiti e ai movimenti politici, grazie al “mio” Consiglio comunale che nel 2015 per primo diede impulso a questa idea di rinascita, grazie all’On. Giuseppe Graziano, che come un temerario, in totale solitudine ha saputo patrocinare la proposta di legge in Consiglio regionale. Grazie, infine, ai cittadini di Corigliano e Rossano che con il loro voto deciso, indiscutibile ed inappellabile hanno dato materia ai sogni. Ieri sera sono andato a letto felice perché da uomo delle istituzioni, che crede abbia dato un piccolo ma importante contributo alla sua comunità, mi sono sentito soddisfatto e appagato di aver contribuito a lasciare il segno su un progetto – conclude Peppino Antoniotti – di cui mi auguro possano beneficiarne i giovani figli di questo bellissimo angolo di Calabria

GIACOMO MANCINI

Il voto popolare a favore della fusione di Corigliano e Rossano è molto positivo perché rappresenta un passo fondamentale e decisivo per la nascita della città più popolosa della provincia di Cosenza, la terza della Calabria – così Giacomo Mancini già parlamentare socialista. È evidente che il nuovo comune attirerà nuovi flussi di finanziamenti pubblici e con essi di investimenti privati, che – prosegue Mancini -in prospettiva, sposteranno gli equilibri verso la Sibaritide, che anche grazie agli interventi infrastrutturali che saranno realizzati, potrà diventerà la realtà trainante quantomeno della Calabria settentrionale.

Ecco perché – continua Mancini- il risultato del voto di domenica deve essere da pungolo e da stimolo per gli amministratori di Cosenza e dell’area urbana cosentina per mettere da parte ritrosie e consentire ai cittadini di esprimersi in tempi rapidi sulla possibilità di far nascere una sola e grande città. L’unione fa la forza, si sarebbe detto un tempo. C’è da augurarsi – conclude Mancini- che lo si comprenda anche tra chi guida le nostre comunità.

FLORA SCULCO (CALABRIA IN RETE)

“La nascita di una grande città con la fusione di Corigliano e Rossano è un ottimo segnale”. Lo sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco, che aggiunge: “Si dimostra che quando le istanze rappresentative dei territori agiscono all’unisono, smuovono l’immobilismo generale e immettono la Calabria in sintonia con le dinamiche innovative che attraversano l’Europa e da cui spesso si è tagliati fuori. Ed è la risposta più significativa ai processi referendari con cui le aree forti del Paese chiedono maggiore autonomia, sicuramente dentro il perimetro costituzionale ma in una logica di parte che va oculatamente governata, se non si vuole che arrechi un vulnus all’unità nazionale acuendo il divario Nord-Sud”.

Per Flora Sculco, “procedendo con le fusioni, come accade nella Sibaritide, la Calabria dimostra che non è ferma. E che, oltre a reclamare le risposte che il Paese le deve sulla base di un documentato ed enorme credito storico, è pronta a riorganizzare i propri punti di forza per fare crescita e sviluppo. E’ pertanto necessario proseguire con determinazione nell’idea di mettere in rete e strutturare in forme razionali e funzionali le identità e le peculiarità economiche e sociali. La Regione deve procedere speditamente per ridefinire l’assetto istituzionale degli enti locali che, così com’è, non soddisfa gli amministratori pubblici né i cittadini su cui si scaricano i costi dell’inefficienza del sistema. La fusione Corigliano e Rossano e quella in discussione di Cosenza-Rende Castrolibero, mentre si auspica un funzionamento all’altezza del compito della città metropolitana di Reggio, ripropongono la necessità di dare sostanza e contenuti a Catanzaro – Lamezia ed a tutta l’area centrale (inclusi Crotone e Vibo) che deve proporsi, nell’interesse generale, quale sede propulsiva sia dal punto di vista istituzionale che economico e sociale.

Lo sviluppo dell’area centrale non è questione separata dai fermenti che si registrano a Nord ed a Sud della Calabria, ma un tassello decisivo per evitare che la Calabria si presenti come un sistema frammentato ed eterogeneo. Eliminando le polemiche localistiche, il processo di valorizzazione dell’area centrale deve diventare una delle priorità di una nuova visione degli interessi della nostra regione, perseguendo l’obiettivo di trasformare, con ogni strumento e tenendo conto che disponiamo di risorse ingenti, l’area – centro, in area – sistema, al cui interno convivano specificità e risorse che ne costituiscono le leve indispensabili che possono concorrono a realizzare nuovo sviluppo, irrobustendo, al contempo, l’identità di una regione finalmente coesa e capace di governare tutti i processi di cambiamento in itinere sul suo territorio”.
Conclude la consigliera regionale: “Di fronte alle grandi sfide del nostro tempo e alle iniziative delle regioni che più di noi avvertono l’importanza di avvicinare le sedi delle decisioni ai cittadini, la Calabria di tutto ha bisogno, a cominciare degli interventi che rimuovano le lacune della sua arretratezza infrastrutturale, tranne che di restare inerte”.

TERESA SIFONETTI (SOCIOLOGA)

Il territorio, la storia,gli usi , i costumi e le tradizioni segnano la vita di un popolo. Gente che attraversa il tempo in secoli e decenni, nelle storie del Sud di antica dominazione borbonica, che si annette al Regno d’Italia. La storia è scritta dalle gesta di statisti e guerrieri, ma spesso passa sopra la teste della gente semplice. Gli ultimi rigurgiti di indipendentismo, vissuti con i referendum di Veneto e Lombardia alla ricerca di statuti speciali e differenziazione fiscale o con la richiesta di indipendenza della Catalogna dalla Spagna, aprono pagine di contrasto tra identità locali e sovranità nazionali. La paura della contaminazione socioculturale è superata segnando la vita di due comunità calabresi. Rossano e Corigliano si uniscono, accolgono la volontà popolare , realizzano un percorso nuovo,un sentiero che va oltre ogni previsione inaspettata,una variabile indipendente da cui non si può prescindere.Due comunità che hanno espresso il bisogno di purificazione sociale ,nella scelta di unire tradizioni bizantine e marinare, identificate tra storia e antichi simbolismi Codex e nella modernità della contaminazione dell’accoglienza dei migranti. Nella storia dell’Umanità è accaduto spesso che comunità fossero in competizione tra loro ,ma oggi il progresso percorre la direzione parallela di due luoghi,Rossano e Corigliano che con un referendum popolare ,esempio reale di democrazia diretta, si fonderanno in una sola realtà amministrativa e politica. La sociologia del territorio vince e dalla Calabria,dal profondo Sud iniziano le avanguardie per nuovi scenari da vivere.