Rosarno rende omaggio a Valarioti e Peppino Impastato Ieri all'istituto "Piria" la consegna dei premi dedicati ai due personaggi
Ancora una volta Rosarno ha reso omaggio alla memoria di Giuseppe Valarioti e Peppino Impastato, giovani vittime della tracotanza mafiosa, nel corso di una solenne manifestazione, svoltasi ieri nell’auditorium del Liceo scientifico e organizzata dall’Istituto di Istruzione Superiore “Piria”, durante la quale è stato consegnato il Premio nazionale che porta il loro nome “a uomini e donne che, nell’ambito del loro impegno professionale e umano, si sono attestati sul fronte della legalità, con coraggiosa determinazione e adamantina coscienza civile, per combattere e contrastare i fenomeni legati all’asfissiante e pervasiva presenza della criminalità organizzata nei più svariati settori della società”.
In questa terza edizione, per decisione del comitato scientifico coordinato dalla preside Mariarosaria Russo e presieduto da Mario Bruno Belsito, il Premio Valarioti-Impastato 2018 è stato conferito a: Piera Aiello (testimone di giustizia e politica italiana), Paolo Borrometi (giornalista siciliano dell’AGI), Angelo Michele Cascavilla (colonnello della Guardia di Finanza), Angelo Corbo (agente della scorta del giudice Falcone), Gregorio Corigliano (giornalista Rai), Jole Garuti (presidente del Centro studi “Saveria Antiochia – Osservatorio antimafia” di Milano), Gruppo Cooperativo GOEL (attivo nella Locride e nella Piana di Gioia Tauro), Tina Martinez Montanaro (testimone di legalità), Don Giacomo Panizza (fondatore a Lamezia Terme di “Progetto Sud”), Istituto Tecnico “Paleocapa” di Bergamo (distintosi per iniziative volte alla diffusione della cultura antimafia), Isaia Sales (saggista e politico italiano), Giovanni Tizian (giornalista de L’Espresso). Inoltre, è stato assegnato il “Premio alla memoria” a Mommo Tripodi, per un trentennio sindaco di Polistena e Parlamentare della Repubblica, recentemente scomparso.
Il “Premio speciale” è andato ai sindaci di Rosarno Giuseppe Lacquaniti, Giacomo Saccomanno, Elisabetta Tripodi e Giuseppe Idà, che unitamente a Giuseppe Lavorato (premiato lo scorso anno) a partire dal 1990 hanno promosso e dato continuità al “Premio Valarioti”, dal 2016 “Premio Valarioti-Impastato”. Il momento di più intensa commozione si è avuto quando sul palco dell’auditorium sono salite per ricevere il “Premio alle mamme coraggio” Tina Di Francia e Rosaria Scarpulla, madri rispettivamente di Maria Chindamo e Matteo Vinci, i due giovani entrambi vittime nel territorio di Limbadi della ferocia mafiosa.
“Sono madri che attendono giustizia. Chi sa parli, anche anonimamente! Questo è un momento in cui sembra che la ‘ndrangheta abbia preso il sopravvento, ma dobbiamo avere fiducia, la ‘ndrangheta non vincerà mai, perché trionferà il bene”, ha detto con forza la preside Russo, invitando gli “uomini delle tenebre” a far ritrovare il corpo di Maria Chindamo. Straziante il grido di dolore di mamma Tina: “Mi rivolgo ai criminali: mi dovete consegnare mia figlia! Ci sono tre figli che aspettano la loro mamma. Mi spezza il cuore essere oggi a Rosarno, dove Maria abitava. Io ero sempre al suo fianco, anche quando veniva in questo liceo frequentato dai suoi figli”. Poi rivolta ai giovani li ha invitati a combattere contro la criminalità e a seguire gli insegnamenti della preside Russo “che sta lottando per questo e che non smetterò mai di ringraziare”.
Anche Mamma Rosaria ha invocato giustizia per suo figlio Matteo, giovane laureato “assassinato per essere stato un ragazzo ubbidiente, generoso, morto per dare aiuto al suo papà, che accompagnava sempre nei momenti difficili. Matteo ha bisogno di giustizia e sono molto addolorata. Ringrazio la magistratura, nel cui operato ho visto uno spiraglio in questo buio che mi circonda. Dico ai giovani: fate in modo che la morte di Matteo non sia vana!”
Significativo il messaggio inviato dal Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, che scusandosi per non poter essere presente alla cerimonia, ricorda “sempre l’esperienza del Liceo Piria come una delle cose migliori dei miei anni a Reggio Calabria e un esempio ed un modello di come la Calabria e il Meridione tutto possano cambiare e ridare la speranza di un futuro diverso e migliore ai nostri giovani”.
La manifestazione – arricchita dal “Concerto per le vittime della mafia” dell’orchestra giovanile diretta da Maurizio Managò (voce solista Antonella Malara) – è stata aperta dai saluti del sindaco di Rosarno Idà e del Vice presidente della Regione Calabria Russo. A consegnare i premi sono stati Arturo Bova, presidente Commissione regionale antimafia; Don Pino De Masi, referente di Libera; il giornalista Michele Albanese, il preside Giuseppe Eburnea, l’on. Giuseppe Lavorato, il colonnello Angelo Cascavilla.