Roma, l’Ospedale San Camillo perde colpi Il nosocomio sulla Gianicolense, secondo Assotutela, non offrirebbe più un’assistenza immediata
“San Camillo: moria di ambulatori. Uno dei più importanti ospedali della
Capitale sta perdendo colpi. Reparti e servizi a mano a mano chiudono: vuoi
per interminabili ristrutturazioni, vuoi per una volontà precisa, di fatto
il nosocomio sulla Gianicolense non offre più un’assistenza immediata a chi
ha bisogno di essere preso in carico”. Lo dichiara il presidente di
AssoTutela Michel Emi Maritato che spiega: “Ci risulta che gli ultimi, in
ordine di tempo ad essere sospesi, sono gli ambulatori di pneumologia e
ginecologia, due specialità fondamentali per un Dea di II livello e ci
auguriamo che il direttore generale D’Urso ci possa smentire o, almeno, ci
possa fornire adeguati chiarimenti in merito. Per non parlare delle camere
operatorie della Cardiochirurgia, disciplina che vanta una storica
tradizione di prestigio ma che oggi è ridotta a nulla. Da anni ormai, le
sale operatorie dovrebbero essere state ristrutturare e messe a norma ma
della fine dei lavori non si vede traccia. Perché accade tutto ciò? A che
punto sono le liste di attesa per avere un intervento di cardiochirurgia?
Dove vengono ‘dirottati’ i malati urgenti? Sono interrogativi che meritano
una pronta risposta – incalza Maritato – perché non si può andare in giro a
tagliare inutili nastri, come fa il presidente Zingaretti, e avere poi
reparti essenziali inagibili da anni”.